Di Redazione
Sta diventando un’autentica agonia l’indagine sull’organizzazione di Rio 2016, l’ultima edizione dei Giochi Olimpici, che sarebbe stata caratterizzata da gravissimi casi di corruzione, frode e traffico illecito di biglietti. La prima indagine, quando le Olimpiadi non erano ancora concluse, riguardava per l’appunto il traffico illecito di biglietti, sottratti alla vendita ufficiale delle Olimpiadi e destinati al secondary ticketing on line e ai bagarini. L’inchiesta non si è ancora conclusa ma a Olimpiade in corso era finito in carcere Patrick Hickey, presidente del comitato olimpico irlandese: Hickey, 71 anni, dopo aver tentato inutilmente la fuga avrebbe collaborato con la polizia aprendo un filone di indagine immenso. Si parla di almeno 400mila biglietti venduti illegalmente.
L’arresto di questa mattina invece era nell’aria: la settimana scorsa in una conferenza stampa il responsabile della Procura Federale destinato alle indagini sui giochi di Rio aveva detto che l’indagine era alla sua stretta conclusiva. Stamattina alle sei il presidente del comitato olimpico brasiliano, Carlos Arthur Nuzman è stato arrestato nella sua abitazione; in manette anche l’ex direttore del comitato, Leonardo Gryner.
Nuzman è uscito di casa scortato da numerosi poliziotti, trattenuto per le braccia ma non in manette, e a testa bassa. È stato condotto nella sede della Policia Federal do Porto do Rio de Janeiro dov’è tutt’ora sotto custodia. Le accuse sono gravi: concussione, corruzione, appropriazione indebita di denaro, falso in atto pubblico, riciclaggio di denaro sporco, associazione a delinquere.
Nuzman per oltre trent’anni è stato l’uomo di punta della pallavolo brasiliana, presidente della federazione verde oro dal 1975 al 1996 quando lasciò la carica solo per diventare presidente del comitato olimpico nazionale. Stando a quanto raccolto dagli investigatori Nuzman avrebbe comprato numerosi voti per potare le Olimpiadi a Rio de Janeiro per poi sfruttare l’occasione attraverso finanziamenti, biglietterie e un generosissimo flow di donazioni pubbliche e private per riempirsi le tasche.
Nuzman, 75 anni, per ora resta in carcere. L’indagine che è stata ribattezzata “unfair play”, il gioco sporco, è ancora in corso e potrebbe portare ad altri arresti importanti.