Di Redazione
Ottima prestazione dell’Italia nella prima fase del Mondiale, arrivando al secondo turno con l’en plein di cinque vittorie e 15 punti. I tifosi sono alle stelle e attendono gli sconti previsti a Milano, con Finlandia, Olanda e Russia. E nell’attesa tornano alla mente i successi della generazione dei Fenomeni. Andrea Giani, che ne è stato protagonista indiscusso, così dichiara Tuttosport:
«Ci sono delle differenze evidenti ma quello che conta è che l’Italia di oggi è una squadra forte. Si tratta di un gruppo che mixa alcuni giocatori top, di prima fascia, con altri molto buoni. Questo vuol dire che c’è molta qualità e si è creato un bel mix di talento, sacrificio e divertimento – continua -. E’ innegabile che sia una nazionale a due velocità, con Zaytsev e Juantorena oppure senza. Il gruppo degli anni ’90 era composto da dodici giocatori dello stesso livello, atleti abituati ad essere protagonisti con i loro club e abituati a vincere. Era una formazione in cui Julio Velasco poteva lasciare a riposo Zorzi e Toffoli e puntare sui più giovani serenamente».
E voi avete dominato a lungo, è questa un’altra differenza importante?
«Sì, perché vincere così tanto non è per niente facile. Io ho vestito la maglia azzurra da 1989 al 2004, in quel periodo abbiamo vinto tre Mondiali e tantissimi altri trofei. Solo il Brasile è stato capace di fare altrettanto. Oggi è difficile trovare questa continuità. Ci sono squadre che dominano una competizione, che fanno l’exploit ma poi non si confermano».
Con Argentina e Slovenia abbiamo perso il primo set, poi abbiamo ripreso il cammino.
«Vincere il primo set non è fondamentale nel nostro gioco. La forza dell’Italia è stata la capacità trovare continuità nel corso della partita. Con la Slovenia, dopo il primo set, gli azzurri sono cresciuti e gli avversari non hanno più visto la palla».
La prima fase ha riservato anche sorprese. Ad esempio il terzo posto della Russia e la sconfitta del Brasile con l’Olanda. Vuol dire che non ci sono più risultati scontati?
«La Russia è sempre stata una formazione dalle potenzialità enormi ma che, storicamente, ha sempre alternato prestazioni super a grandi delusioni. Questo Brasile non ha i numeri di una volta ma ha giocatori abituati a competere ad altissimo livello e capaci di dare il meglio quando conta davvero. La Francia, ad esempio, non è riuscita a fare altrettanto e ora rischia di non entrare nei quarti. Gli Stati Uniti invece hanno affrontato un girone tosto e hanno messo in mostra una bella forza».
Come sarà la seconda fase per l’Italia?
«Il girone è semplice perché di facile lettura. Agli azzurri basta una vittoria con la Finlandia per essere al 99,9% ai quarti. Quindi quella di domani è la partita decisiva per il cammino azzurro. Il mio consiglio, pero, è di battere la Russia per sbatterla fuori dai quarti. E’ un’occasione troppo ghiotta. Io ho il ricordo del 2002 quando avremmo potuto fare altrettanto e non lo facemmo. Poi loro furono ripescati e arrivarono in finale».
Un consiglio per Zaytsev e Juantorena?
«No, non ne hanno bisogno. Sono atleti maturi dotati di una grande lucidità e autonomia nella gestione della partita. Quello che deve fare tutto il gruppo, e lo farà, è concentrarsi sul match con i finlandesi».
Una previsione?
«Dico quarti. E’ giusto fermarci qui».
(Fonte: Tuttosport)