Samantha Middleborn: quando essere una mamma atleta è un dolce piacere

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Di Redazione

Samantha Middleborn, americana (con passaporto anche britannico), classe 1990, non è solo un’ottima giocatrice di pallavolo. Ad affermarlo è TuttoSport Piemonte che, nell’edizione odierna, racconta la sua vita da neo-mamma in un’intervista.

La centrale, originaria di Rialto, era arrivata la scorsa primavera alla Reale Mutua Fenera Chieri ’76 in tempo per dare una mano nella conquista della promozione in serie A1. Una gemma da incastonare in una carriera che l’aveva già vista protagonista per tre stagioni in Europa – una in Francia nel Terville e due in Svizzera nel Kanti Schaufhausen dov’era stata la miglior realizzatrice della squadra – prima di approdare al KGC in Corea del Sud. Chieri ha rappresentato non solo una nuova tappa nel peregrinare pallavolistico di “Sani” ma la rinascita sportiva e umana.
«Sono una ragazza madre. E se oggi sono tornata a giocare l’ho fatto anche per le mie bambine. Perché un giorno mi possano vedere come una donna che non ha rinunciato al sogno della pallavolo per loro ma, anzi, che è riuscita a conciliale l’essere mamma e atleta».

La Middleborn ha trovato a Chieri la sua nuova dimensione e ha accettato la nuova sfida della A1 con il team collinare.

Samantha, felice della sua riconferma?
«Felicissima e onorata. E’ il Chieri ’76 ad aver fatto “ripartire” la mia carriera. Nel 2016 giocavo in Corea quando ho scoperto di essere incinta. Dopo un iniziale shock è subentrata la felicità. Lì ho dato alla luce due gemelline: Penelope, che io chiamo Penny, e Andrea soprannominata Andy. Dopo il parto ho ricominciato ad allenarmi per recuperare la forma e trovare una squadra, ma avendo dei neonati da gestire molte società non mi hanno voluta. Quando il mio procuratore, a marzo, mi ha proposto il trasferimento in Italia ho ritenuto fosse l’occasione ideale per dimostrare di essere ancora un’atleta di alto livello. Si è rivelata la scelta azzeccata. Dalla mia storia ho tratto un insegnamento: la vita degli sportivi maschi è molto più facile di quella di noi donne».

Ha fatto le valigie ed è volata nel nostro Paese non senza qualche apprensione…
«Non è stato facile partire da sola e separarmi dalle bimbe per due mesi. Avevo il magone ma il destino ha voluto che trovassi una società che mi ha fatto sentile come a casa, trattandomi con dolcezza. Ho sentito meno la lontananza dagli Usa».

Cosa l’ha convinta a tornare a Chieri per la A1?
«Il fatto di avere con me Penny e Andy. Insieme alle bimbe è arrivata a Chieri anche mia mamma. Quando mi alleno lei si occupa di loro, che ora hanno 18 mesi, e io sono più tranquilla e concentrata sul lavoro. Fuori dalla palestra sono mamma full-time: il mestiere più bello ma anche il più difficile al mondo. Se prima giocavo a pallavolo solo per me, ora lo faccio anche per loro».

E se un giorno volessero seguire le sue orme?
«Sarei contentissima. Vista l’età, però, per loro questa esperienza in Italia andrà vissuta come un’avventura oltre a servire per imparare una seconda lingua».

Cosa si aspetta da questa stagione al Chieri ’76?
«Sarà il mio esordio nella serie A1 italiana e sto lavorando per farmi trovare pronta sia fisicamente che mentalmente. Non sarà un campionato facile perché la pallavolo che si gioca qui è una delle più competitive in ambito internazionale. Andiamo incontro, da neo-promosse, ad una stagione complicata. Dovremo rimanere unite tra di noi per superare i momenti difficili e centrare la salvezza».

Ci saranno anche le gemelline al Palafenera a tifare per la loro mamma?
«Le porterò a vedere qualche partita ma a tenerle a bada non ci sarà solo mia madre ma anche una babysitter. Occorrono i rinforzi visto che corrono da una parte all’altra senza mai fermarsi».

(Fonte: TuttoSport Piemonte)

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