Di Redazione
Dopo la recente notizia riguardo Spoleto e la sua mancata iscrizione al campionato A2, Volley Tricolore desidera innanzitutto esprimere la propria solidarietà nei confronti della società umbra. La sua è una decisione coraggiosa che, per quanto ponderata, dev’essere stata molto difficile. Una situazione in cui anche la società reggiana si è trovata, nel 2013/14, con la auto-retrocessione in serie B. «Le difficoltà nel reperire imprenditori disponibili a dare sostegno economico al main sponsor, unite all’annoso problema della mancanza di un Palasport adeguato al livello della Serie A»: queste sono le motivazioni del comunicato pubblicato lo scorso 29 maggio dalla Monini Marconi.
«Di fronte a una decisione di questo tipo, che noi abbiamo già vissuto in passato, non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra opinione anche per quanto riguarda la situazione nel contesto reggiano», afferma Loris Migliari, consigliere delegato al marketing. «La questione del soffitto del PalaBigi ci tocca molto da vicino ed è già stata trattata molte volte. Attualmente e speriamo anche in futuro, possiamo accedere al palazzetto grazie a una deroga. Il problema però rimane. Mai come in questo clima elettorale è giusto riporre le proprie speranze in chi, da dopo domenica, arriverà a capo dell’amministrazione. Confidiamo nel fatto che la pallavolo reggiana, come vale per le altre realtà sportive di vertice del territorio, possa contare su strutture adeguate alla categoria d’appartenenza».
Secondo, ma non per importanza, il tema degli sponsor. «Stiamo per iniziare una stagione che viaggia su livelli altissimi – ha continuato Migliari – senza assolutamente voler giudicare la scelta di Spoleto, noi non vogliamo tirarci indietro. Siamo grati agli sponsor per tutto quello che hanno fatto e tutt’ora fanno per noi. Possiamo affermare con orgoglio di avere ancora il codice Fipav e fiscale dell’anno 1966, quando l’allora gruppo sportivo Pallavolo Cavriaghese fu fondato. Questo significa che noi siamo stati in grado di attraversare difficoltà economiche, tra cui una crisi di livello mondiale, senza mai verificarsi di fallimenti o ripartenze. Ancora una volta però la speranza è quella che il tessuto economico del territorio decida d’investire in modo ancora più massiccio sulla nostra realtà societaria. Portiamo il nome della bandiera nazionale, rappresentando la nostra terra in tutta Italia con orgoglio e passione. Gli stessi giocatori provenienti da altre regioni si innamorano della città, della nostra spontaneità ed etica lavorativa. Sono soprattutto loro e ancor più il pubblico a meritarsi di mantenere una realtà sportiva di questo livello, che ci vede tra le prime 24 società in Italia».
(Fonte: comunicato stampa)