Di A.G.
Proprio quando tutto sembra andare storto, una grande forza d’animo può far tornare il sereno. Gloria Baldi dimostra di averne tantissima. La sua ultima volta in campo risale al 15 dicembre, nella sfida del campionato di A2 tra la Delta Informatica Trentino e la Conad Ravenna. Poi per l’opposto bresciano taraflex e rete sono diventati un miraggio a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio destro.
Un grave infortunio può cambiare inevitabilmente una carriera: la può tanto rovesciare a terra quanto far ripartire più forte di prima. Ma ciò che distingue un campione da un atleta comune è la “resilienza”, ovvero quella forza indispensabile per “voltare pagina” ed uscire da una situazione complicata. E per Baldi questo infortunio è stato una nuova sfida con se stessa, una battaglia da combattere per poter dimostrare ancora una volta la determinazione che la spinge in quello che fa.
Come ha vissuto questo grave infortunio?
“Nella mia carriera non ricordo di aver mai saltato una partita e perciò questo infortunio, che mi ha costretta a stare ferma per tanti mesi, è stato davvero un brutto colpo. È capitato a metà dicembre, proprio quando avevamo conquistato da poco la vetta della classifica e trovato la giusta alchimia di squadra. In questi casi bisogna cercare di stare tranquilli e sereni. Ovviamente c’è sempre la preoccupazione di riuscire a recuperare al meglio, ma, fin dai primi giorni dopo l’operazione, i riscontri sono stati positivi e fortunatamente non ho mai avuto ricadute”.
Cosa ha pensato nel momento in cui ha capito che qualcosa si era rotto?
“All’inizio mi sono venuti alla mente pensieri contrastanti e difficili da mettere in ordine. Dopo gli accertamenti e gli esami medici, sono passata dalla speranza che si trattasse di qualcosa di lieve alla paura e allo sconforto. Ho cercato di non perdermi d’animo e così mi sono messa subito al lavoro per tornare in campo, sapendo che i tempi della riabilitazione erano molto lunghi”.
Quando è previsto il suo ritorno in campo e come se lo aspetta?
“Ho tanta voglia di tornare a giocare: sto lavorando davvero tanto per recuperare la forma fisica migliore e nelle prossime settimane comincerò ad usare la palla. Ad agosto sarò pronta per fare la preparazione atletica in vista della prossima stagione. Non so cosa aspettarmi, ma sicuramente sarà un po’ più difficile rispetto agli anni passati”.
Dopo l’infortunio ha scritto sui social: “Una vita di sacrifici in palestra, per scoprire che il vero sacrificio è non potersi allenare“. Cosa rappresenta per lei la pallavolo?
“La pallavolo è nata come una passione e un hobby per poi diventare il mio lavoro. In questi mesi ho capito che la cosa più difficile da accettare per una pallavolista è quella di dover stare ferma a guardare le compagne di squadra mentre si allenano. Questo infortunio mi ha tolto la possibilità di giocare, ma allo stesso tempo mi ha insegnato molto e penso di essere più forte dal punto di vista mentale”.
In questa stagione la Delta Informatica Trentino è andata molto vicino alla promozione in A1. Ha qualche rimpianto per l’esito della stagione della sua squadra?
“Non posso dire di avere rimpianti per via dell’infortunio. Questo gruppo si meritava la promozione, anche perché la società ha deciso di non intervenire sul mercato dopo che mi sono fatta male: le mie compagne sono state fantastiche, si sono unite nel momento più difficile e hanno giocato con il cuore, arrivando prime a pari punti con Perugia. Purtroppo per la nuova formula sono andate in A1 le nostre avversarie, visto che avevano vinto una partita in più”.
Quali sono stati i vostri punti di forza?
“Abbiamo dimostrato di essere una squadra coesa ed equilibrata che ha sempre cercato di giocare una pallavolo corale, senza affidarsi troppo ai colpi del singolo. Forse nelle ultime partite è mancata un po’ di esperienza, ma sono davvero fiera di quello che ha fatto questo gruppo giovane e dalle grandi potenzialità”.
Cosa si porta dietro di questa esperienza, seppur sfortunata, a Trento?
“Tanto lavoro fisico e una nuova forza mentale”.
Dove vuole arrivare nel prosieguo della sua carriera?
“La Serie A2 è la mia dimensione, anche se mi piacerebbe vedere cosa posso fare in A1. Sono una persona che punta sempre in alto e perciò il mio sogno è quello di giocare al massimo livello possibile”.