Di Redazione
È un’apertura per certi versi storica quella di Mauro Fabris. A margine della presentazione del Roma Volley Club avvenuta oggi in Campidoglio, il numero uno della Lega Pallavolo Serie A Femminile per la prima volta ha parlato esplicitamente della possibilità di una Lega unica tra uomini e donne. Un progetto che in passato non si è mai realizzato per mille motivi ma che oggi, con le due Leghe ormai avviate su binari paralleli e un movimento sempre più coeso a livello internazionale (basti pensare alle Super Finals di Champions League a Berlino), appare un passaggio quasi necessario.
“Nell’ultimo decennio abbiamo lavorato con convinzione nella direzione della parità di genere nella nostra disciplina – ha detto Fabris -. Penso ad esempio ai compensi degli arbitri di Serie A, che fino a poco tempo fa prevedevano differenze sostanziali tra settore maschile e femminile. O alla recente parificazione dei premi in denaro previsti per i Club che primeggiano nelle competizioni europee, da noi fortemente caldeggiata. La sfida lanciata da Roma Volley Club indica che l’ulteriore crescita del movimento di vertice passa anche per la cooperazione tra maschi e femmine. In questo senso, noi siamo pronti alla Lega unica, per far convergere tutte le forze positive della pallavolo in un unico soggetto e potenziare gli effetti di ciò che siamo in grado di esprimere“.
Il presidente della Lega femminile è poi tornato sull’annoso problema della scarsa attenzione mediatica per la pallavolo: “Non posso che constatare, pur da tifoso della maglia azzurra, il tono trionfale con cui i media stanno accompagnando l’avventura della Nazionale di calcio femminile ai Mondiali sin dalla prima partita e la disparità di trattamento nei confronti del volley femminile, che solamente in occasione di medaglie iridate ha conquistato le prime pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali. Eppure il rapporto tra le atlete tesserate nella pallavolo e nel calcio in Italia è di 10:1 e nell’ultimo ventennio la Nazionale di volley ‘rosa’ ha conquistato un oro e un argento Mondiali, due titoli Europei, due Coppe del Mondo e altri allori, senza considerare i numerosi successi ottenuti dai Club. Per contrastare l’innegabile monocultura calcistica imperante nel nostro paese, che si manifesta anche sul piano economico e mediatico, è insomma necessario combinare le forze“.
(fonte: Comunicato stampa)