Di Redazione
A 10 giorni dall’ultimo match disputato in questa stagione dalla Monini Marconi, dopo la cena finale e il successivo “rompete le righe”, Francesco Tardioli traccia un bilancio dei suoi due mesi al timone della squadra.
Un bilancio fatto più di luci che di ombre, una cavalcata sensazionale che si è conclusa solo al cospetto dell’unico avversario, tra quelli incontrati, che si è dimostrato effettivamente più forte dei suoi ragazzi.
Coach Tardioli, preferisci partire dall’inizio o dalla fine?
Direi dall’inizio, perché ho sentito dire con troppa leggerezza che sia bastato il mio arrivo per dare serenità all’ambiente. La verità è che abbiamo fatto un lavoro enorme per uscire da un momento delicato, non è stato affatto semplice. Ho proposto alla squadra il mio metodo di lavoro, che era diverso rispetto al precedente, ad esempio con lo streaming video dell’allenamento e il controllo in diretta dell’errore. E abbiamo lavorato tantissimo dal punto di vista mentale, soprattutto nei primi giorni.
Il tutto col tempo che stringeva e un quarto posto da conquistare a tutti i costi
Esatto, il tempo era la variabile con cui abbiamo dovuto fare i conti sin dall’inizio, perché la classifica non ci sorrideva e di partite ne mancavano poche. Quindi la difficoltà non stava solo nell’accompagnare i ragazzi fuori dal momento difficile, ma anche nel farlo vincendo quante più gare possibile. Credo che il secondo posto finale, agguantato proprio all’ultima giornata, sia stato un premio meritato per il grande lavoro fatto in appena due mesi. I ragazzi ci hanno messo l’anima, ho visto grande disponibilità da parte loro a comprendere e mettere in pratica il metodo che gli stavo proponendo.
Un grande aiuto in questo è arrivato anche grazie allo staff tecnico che lavorava con te in palestra
Assolutamente sì. I tecnici Marco Lionetti e Damiano Di Titta, lo scout man Roberto Colato, il preparatore atletico Alberto Castelli, i fisioterapisti Paolo Tempesta e Silvio Gaudenzi sono stati dei collaboratori preziosissimi e imprescindibili. Ci siamo organizzati in pochissimo tempo sulla suddivisione dei compiti e sulla gestione dell’allenamento e loro sono stati fantastici nel recepire il metodo che ho proposto. Anche per loro alcune cose sono cambiate, penso per esempio allo studio degli avversari e all’analisi dei video. Sono stati eccezionali nel recepirle velocemente e nel trasferirle poi ai giocatori.
A giudicare dai risultati, questo nuovo metodo ha funzionato
Credo che un insieme di molti fattori ci abbia portato, in poco tempo, ad esprimere una bella pallavolo e un livello di gioco grazie al quale abbiamo ottenuto tante belle vittorie e riavvicinato gli spoletini alla squadra. Nell’ultimo periodo il Palarota si è trasformato in una bolgia incredibile diventando un fattore importantissimo per la nostra risalita. Dal mio primo match (era il 17 febbraio, 7° di ritorno contro Lagonegro, ndr) in poi abbiamo perso in casa solo una volta, proprio contro Piacenza in semifinale playoff. E’ stata una sconfitta che ci ha fatto male, perché ha sancito la nostra eliminazione, ma contro una squadra che si è dimostrata più esperta cinica nei momenti decisivi c’era poco altro da fare.
Quindi non c’è alcun rammarico per come è andata a finire
Dispiacere senz’altro, ma nessun rammarico per il verdetto del campo. L’unico rimpianto che ho è di natura personale ed è legato a mio padre, che è scomparso pochi giorni dopo l’inizio della mia avventura come allenatore della Serie A2. Mi sarebbe tanto piaciuto potergli dedicare la vittoria del campionato e la conquista della Superlega. Ma magari ci sarà un’altra occasione.
Già, non tutti sanno che quando la presidente Mari ti ha chiamato stavi vivendo un periodo delicato
Ringrazio di cuore Zefferino Monini e Vincenza Mari per aver pensato a me come sostituto di Luca Monti in panchina, ancor di più visto il difficile periodo personale che stavo vivendo. La professionalità e la passione con cui mandano avanti questo progetto da anni è davvero esemplare, così come la dedizione che Niccolò Lattanzi, Cristian Vigilante e Daniele Grechi mettono ogni giorno nel loro lavoro di dirigenti, che è preziosissimo nel fare da raccordo tra campo e scrivania. Voglio sottolineare che quando si ottengono certi risultati diventa fondamentale il lavoro di tutti, è una sinergia tra tutte le parti in causa nel rispetto reciproco dei ruoli. E per questo anche i meriti vanno suddivisi.
Poco fa accennavi ad un’”altra possibilità”. Puoi spiegarci a cosa facevi riferimento?
Facevo riferimento ai progetti che la società sta sviluppando per il futuro. Ci sono un paio di situazioni che la dirigenza sta valutando e che potrebbero essere davvero interessanti, ma di questo lascio che siano loro a parlare nel momento opportuno.
(Fonte: comunicato stampa)