Camilla Mingardi riparte da Brescia: "Sentivo il bisogno di tornare a casa. E ora rivoglio l’azzurro"

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Di Eugenio Peralta

In fondo al tunnel finalmente si vede la luce, accompagnata dal cartello “Brescia“. Non lo dice Camilla Mingardi, ma i 50 km scarsi che separano Bergamo dalla sua città d’origine sono sembrati una distanza incolmabile nel corso della stagione più difficile della sua giovane carriera. E adesso, dopo la presentazione ufficiale con la nuova maglia della Banca Valsabbina Millenium Brescia, l’esuberante schiacciatrice classe 1997 ha tanta voglia di tornare a ruggire.

Che sensazioni prova Camilla alla vigilia della nuova avventura?

Sono contentissima! La Millenium mi seguiva dall’anno scorso e mi aveva già fatto una bella proposta, ma poi è andata diversamente. Adesso però sentivo davvero il bisogno di ripartire, e non c’era modo migliore che rientrare nei luoghi in cui sono cresciuta e giocare nella squadra della mia città“.

Brescia, appunto: quanto ha pesato nella sua scelta la possibilità di tornare a casa?

E’ importantissimo per me. Da bresciana, l’idea di entrare in un palazzetto in cui tutti tifano per Brescia mi dà una carica enorme e stimoli straordinari per la prossima stagione.

L’ultimo campionato alla Zanetti Bergamo, diciamo la verità, è andato proprio male, per Mingardi e per la squadra. Vivendolo dall’interno, quali sono state le motivazioni?

Non è facile rispondere a questa domanda: purtroppo capitano quelle annate in cui non funziona quasi niente e non ti spieghi perché. Se avessimo trovato il problema, sicuramente sia la società sia noi come giocatrici saremmo intervenuti per risolverlo. Quello che posso dire è che a Bergamo non si è mai creata l’amalgama all’interno della squadra, cosa che invece, ad esempio, ha caratterizzato proprio Brescia.

Per una giocatrice come lei, tutta emotività ed entusiasmo, non dev’essere stato facile.

Vero, io gioco molto sulla grinta e sul carattere, pretendo sempre il massimo da me stessa. Mettercela tutta e accorgersi di non riuscire comunque a cambiare le cose è frustrante. Una situazione tanto difficile non mi era mai capitata in tutta la carriera; questo, da un lato, mi ha fatto crescere molto a livello mentale, insegnandomi ad affrontare anche i momenti più duri. Però, se devo dire la verità, mi auguro che un anno così non mi ricapiti più“.

Tornare a Brescia significa anche riprendere il ruolo di opposto, quello che l’ha portata al successo.

Ne avevo bisogno, per ritrovare sicurezza e perché è il ruolo che mi rappresenta di più. D’altra parte, anche la società cercava una giocatrice di sicuro affidamento e in grado di fare la differenza in attacco, quindi ci siamo subito trovati d’accordo sul cambio di posizione“.

L’esperienza da schiacciatrice, quindi, è da considerarsi conclusa?

No, voglio continuare ad allenarmi anche in posto 4. Sono ancora giovane e saper giocare in due ruoli può essere una risorsa importante per il futuro. Giocherò da opposto, ma cercherò al tempo stesso di migliorare come banda“.

Per lei sarà un’estate senza nazionale, a differenza dello scorso anno.

La stagione a Bergamo non mi ha aiutato, sia dal punto di vista personale sia da quello delle prestazioni di squadra. Vediamo il lato positivo: potrò dedicarmi un po’ alla famiglia e probabilmente al Beach Volley.

Però l’azzurro, una volta assaggiato, non si dimentica…

Assolutamente no! Voglio a tutti i costi riprendere il mio percorso in nazionale, è uno dei motivi che mi hanno spinto ad aderire al progetto di Brescia. Sono qui prima di tutto per fare bene con la Banca Valsabbina, ma anche per puntare al rilancio in chiave azzurra.

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