Di A.G.
L’urlo gialloblù al PalaVerde, l’urlo tricolore.
L’Imoco Volley Conegliano è campione d’Italia e conquista il terzo Scudetto della sua storia vincendo per 3-0 la serie decisiva contro Novara.
Non c’è stata partita: la Igor era sulle gambe e la compagine veneta ha affondato il colpo sin da gara-1, non permettendo alle avversarie di mettere mai paura o in discussione il risultato, come solitamente fanno le grandi squadre.
Ogni volta che qualcosa finisce, bisogna tirare le somme e valutare quello che di più o meno buono è stato fatto: ecco le pagelle per scoprire le migliori e le peggiori dell’ultimo atto della Samsung Volley Cup A1 femminile 2018/2019.
IMOCO VOLLEY CONEGLIANO
Voto 9: è stata la squadra più forte in questa stagione e lo ha dimostrato anche nella finale Scudetto contro l’acerrima rivale Novara. Quanto a mentalità la compagine di coach Daniele Santarelli è stata sempre un gradino sopra a tutte le avversarie. In un campionato lunghissimo non ci si nasconde, non si bara: i valori vengono a galla come l’olio. Vince sempre il più forte per roster, testa, società e individualità.
Joanna Wolosz 9: finale pazzesca da capitano, trascinatrice e regista della squadra. Se l’Imoco gira come un orologio perfetto lo si deve a lei che riesce ad addomesticare qualsiasi tipo di ricezione ed a trasformarla in oro per le sue attaccanti. Solita gestione in contrattacco dei suoi “martelli”, messi sempre nelle condizioni di far male, e brava nell’inserire primi tempi e pipe sempre al momento giusto.
Samanta Fabris 8,5: l’opposto croato è ovunque, commette pochi errori in attacco, sbaraglia la difesa avversaria e chiude con tabellini da vero fenomeno: alle fine, mette a segno 46 punti in tre partite con una buona efficienza in fase offensiva. Ha contribuito a fare diventare grande Conegliano e in questa serie ha raccolto i frutti di tanti sacrifici.
Kimberly Hill 8,5: non si può parlare di consacrazione totale perché quella, di fatto, è già arrivata nelle scorse stagioni. Semmai la conferma a un livello dove non troviamo nessun’altra schiacciatrice del nostro campionato. Precisa, puntuale e cattiva sotto rete, Hill tira forte e si dimostra grande protagonista anche in questa finale Scudetto con 40 punti e ottime percentuali sia in attacco (50% di efficienza) sia in ricezione (sempre oltre al 60%).
Anna Danesi 7,5: nelle ultime due stagioni si è conquistata lo spazio e la fiducia di tutti, scalando le gerarchie interne e mostrando al mondo intero forza e qualità da top. Quando la centrale della Nazionale chiude il muro è veramente difficile passare: letture perfette sulle attaccanti avversarie che più volte si vedono rimbalzare gli attacchi. Lavora bene in fast e al servizio, anche se sembra spegnere la luce in gara-3.
Robin De Kruijf 8: le prestazioni della centrale olandese sono sempre di assoluto spessore tecnico: concentrata dall’inizio alle fine, letale quando serve e granitica a muro. Santarelli ha diverse opzioni di livello assoluto al centro, ma De Kruijf è una giocatrice a cui il coach umbro non rinuncerebbe mai per la solidità che dà in cambio-palla.
Miriam Sylla 8: è la leader carismatica dell’Imoco. Si prende grandi responsabilità nei momenti più importanti e sembra essere sbocciata come la primavera dimostrando talento, voglia di lottare e grande freddezza. Sylla chiude la serie contro Novara con una media di 11 punti a partita, sempre oltre al 40% in attacco e al 50% in ricezione positiva, numeri che testimoniano la grande crescita di questa giocatrice.
Monica De Gennaro 10: ogni volta che non viene sfruttata una difesa di Moki si commette un delitto contro la pallavolo. Sempre al posto giusto, sempre nel modo giusto. Per le sue compagne di squadra è indispensabile avere una giocatrice che trasmette una tale sicurezza in difesa: non a caso De Gennaro è il miglior libero al mondo.
IGOR GORGONZOLA NOVARA
Voto 5,5: si pensava ad una finale più combattuta contro Conegliano ed invece le ragazze di Massimo Barbolini hanno risentito negativamente delle tante attese della vigilia, crollando nella serie decisiva. Non è bastata Egonu e si sono fatte sentire le difficoltà in regia di Carlini. È mancato il guizzo delle campionesse, necessario per sconfiggere una formazione che non regala nulla. La lezione servirà in vista della finale di Champions League.
Lauren Carlini 5: le sue compagne non la aiutano di certo con ricezioni difficoltose e che la costringono a correre su e giù per il campo da gioco. La palleggiatrice statunitense si impegna e prova a variare il più possibile la distribuzione, anche se commette tante sbavature pregiudicando talvolta le azioni d’attacco. Talento e classe non le mancano, per questo è tra coloro che hanno deluso: dopo una serie di semifinale giocata su alti livelli, Carlini non riesce quasi mai a fare la differenza.
Paola Egonu 7: alterna colpi da fenomeno ad errori grossolani, insiste tanto, talvolta senza lucidità. I suoi bottini finali non sono così scarni (66 punti in tre gare), anche se non è decisiva come nelle serie precedenti di questi playoff. La sconfitta è bruciante, ma il tempo è dalla parte dell’opposto che avrà modo di togliersi parecchie soddisfazioni, magari già tra qualche giorno a Berlino.
Cristina Chirichella 4: i tabellini sono eloquenti (solo 7 punti con un muro vincente) e confermano la serie tutta in salita di Chirichella. Le traiettorie dell’Imoco e l’impatto con l’attacco gialloblù fanno decisamente male e la centrale fatica a prendere le misure come dovrebbe non offrendo alla squadra il suo solito contributo (5 su 30 in attacco).
Stefana Veljkovic 5,5: la centrale serba ci prova, non demorde, tenta di mettere in difficoltà l’ostico muro veneto bucandolo diverse volte, ma trovare la marcia in più in queste sfide è davvero complicato così come dare una mano alla difesa sporcando più palle possibili sotto rete: da una campionessa del mondo è lecito aspettarsi di più.
Michelle Bartsch-Hackley 6: la schiacciatrice statunitense concretizza meno del solito in fase offensiva (con una media di 9 punti a partita), ma dà un apporto importante in difesa. Abbattere il muro di Conegliano è un’impresa ardua: nonostante che Carlini si affidi spesso alla sua connazionale, non si rivela sempre una soluzione valida.
Celeste Plak 4,5: il “martello” olandese è latitante in tutti i fondamentali. Paga grosse difficoltà nei fondamentali di seconda linea: cercata quasi sempre dalla battuta avversaria e non di rado in imbarazzo in ricezione, costringe il libero Sansonna a fare gli straordinari. Le basse percentuali in attacco sono indicative delle sue prove anonime.
Francesca Piccinini 5: ha giocato tantissime finali, anche se questa volta non si vede tutta la sua esperienza. Il capitano dà maggiore solidità alla seconda linea rispetto a Plak, riuscendo a tenere abbastanza bene in ricezione. Tuttavia, risente del gioco scontato di Novara, non riuscendo quasi mai a metterla giù: è eloquente il modestissimo 18% complessivo in attacco (appena 3 su 17).
Stefania Sansonna 6,5: il libero pugliese è meno incisivo del solito e perde il confronto diretto con De Gennaro: è decisamente bombardata e stare a galla contro il super attacco di Conegliano è compito arduo. Ci mette la solita determinazione, ma il muro non agevola il suo lavoro: deve correre e mettere in risalto i riflessi. A volte le riesce, a volte meno.
(Fonte: comunicato stampa)