Fipav Marche, sospeso per due mesi il presidente Franco Brasili

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Di Redazione

Continuano i problemi per il Comitato Regionale delle Marche della Fipav. Dopo il commissariamento “ad acta” di due mesi fa per presunte irregolarità amministrative e gestionali, in settimana il presidente Franco Brasili è stato sospeso per due mesi da ogni attività federale. Sanzionati con la sospensione di un mese anche Fabio Mariano Carboni, presidente del Comitato Territoriale di Ascoli Piceno Fermo (anch’esso commissariato), e i due responsabili arbitri regionale e territoriale, Andrea Rossetti e Luca Monini.

La sentenza del tribunale federale si riferisce a un torneo di dicembre 2018, la Marche International Volley Cup, in cui sono stati utilizzati undici arbitri non abilitati. I direttori di gara in questione, infatti, avevano superato il corso indetto dal Comitato Territoriale, ma l’omologa dei loro tesseramenti era arrivata in ritardo (il 4 gennaio) rispetto alle date del torneo.

La Procura federale aveva richiesto tre mesi di sospensione per tutti gli incolpati. A Brasili è stata riconosciuta un’aggravante vista “la figura apicale ricoperta dallo stesso, status che comporta ancor più l’onere di rispettare e far rispettare le norme e regolamenti, che non possono essere ‘forzati’ per raggiungere scopi diversi da quelli per cui sono stati dettati“.

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“Grazie per ogni istante di bellezza che hai saputo regalare”: addio a Matteo Piazzetta

Oltre il Volley

La società del Belluno Volley, con tutta la comunità sportiva e non, e la stessa redazione di Volley News, si unisce al dolore della famiglia per la prematura scomparsa di Matteo Piazzetta, uno dei protagonisti della prima stagione dei biancoblù in Serie A3 e di due campionati di B.

Ecco il ricordo della società...

Un vero “rinoceronte”, che in campo sfoderava grinta. Ma fuori era tutta un’altra musica. Perché Matteo era luce. Era gentilezza. Era uno di quelli che salutano per primi. Che aiutano senza dirlo. Che sorridono anche quando avrebbero il motivo per non farlo.

Dall’alto dei suoi 2 metri, o quasi, attaccava con la mano sinistra, con i suoi proverbiali “tiri mancini”. E lo faceva con eleganza, ma anche con l’efficacia di chi sa che la pallavolo è fatta di equilibri sottili.

Al di fuori del palazzetto, invece, lo si poteva scorgere con una macchina fotografica in mano, mentre cercava l’inquadratura perfetta. O magari assorto davanti a un quadro: era innamorato dell’arte. Le immagini, diceva, parlano dove le parole si fermano.

Forse per questo, ora che Matteo è stato colpito da un male che non guarda in faccia nessuno, siamo senza parole. Perché di fronte a una scomparsa così prematura, a 36 anni ancora da compiere, anche la cronaca si ferma. E lascia spazio al ricordo. Il ricordo di un ragazzo solare, dallo sguardo limpido e dai modi gentili.

Chi lo ha conosciuto sa che era impossibile non volergli bene. Lo sapevano in spogliatoio, lo sapeva chi lo incrociava dopo una partita. Matteo non c’è più, però resta quella luce. Resta in chi lo ha allenato, in chi ci ha giocato assieme o lo ha incrociato da avversario, in chi ha condiviso con lui sogni ed emozioni. E, soprattutto, resta il suo modo di essere. Il suo modo di stare al mondo. Che non faceva rumore, ma lasciava il segno.

Ciao Matteo. E grazie. Per ogni muro. Per ogni “tiro mancino”. Per ogni sorriso. Per ogni istante di bellezza che hai saputo regalare: a noi. E alla pallavolo.