Di A.G.
Il sogno diventa realtà. La Igor Gorgonzola Novara sale, con pieno merito, sul tetto d’Europa per la prima volta nella sua storia e lo fa dominando la Finale di Champions League alla Max Schmeling Halle di Berlino, di fronte a 9mila spettatori. Una prestazione di assoluto livello quella delle ragazze di coach Massimo Barbolini, che battono in quattro set le rivali dell’Imoco Volley Conegliano, prendendosi la rivincita dopo la sconfitta nell’ultimo atto dei playoff Scudetto.
Ogni volta che qualcosa finisce, bisogna tirare le somme e valutare quello che di più o meno buono è stato fatto: ecco i voti alle protagoniste della memorabile finale tutta italiana appena andata in archivio.
IGOR GORGONZOLA NOVARA
Lauren Carlini voto 9: regista d’autore di un concerto bellissimo, quello di Novara. La palleggiatrice non sbaglia una scelta e, se la ricezione la favorisce, rende imprendibili le sue attaccanti. Non ha paura di lanciare nessuno e dà palloni importanti non solo alle solite note, ma anche alle altre (e tutte la premiano). Inoltre, in battuta è più temibile del solito: oltre all’ace riesce a mettere spesso in difficoltà la ricezione avversaria.
Paola Egonu voto 10: decisiva, determinante, imprescindibile. Non importa la qualità della ricezione, la velocità dell’alzata, la posizione da cui attacca, né la possibilità di eseguire o meno la rincorsa: il risultato è quasi sempre un colpo vincente che passa sopra o al fianco del muro. Non importa neppure la composizione del muro, perché l’opposto della Igor sa stringere la diagonale e chiudere la palla nei 3-4 metri, trovando degli angoli indifendibili per potenza e precisione. È proprio Egonu l’MVP dell’incontro grazie ai suoi 27 punti: un fenomeno sbarcato direttamente da Marte.
Cristina Chirichella voto 8: la centrale è brava a mettere in campo tanta sostanza e la sua prestazione è di assoluto spessore tecnico: precisa in attacco (57% di efficienza), granitica a muro, puntuale sui primi tempi dove sciorina tutta la sua velocità, riesce a firmare 7 punti e a far vedere tutta la sua personalità.
Stefana Veljkovic voto 7,5: quando la centrale serba chiude il muro è veramente difficile passare: letture perfette sulle attaccanti avversarie che più volte si vedono rimbalzare gli attacchi. Lavora abbastanza bene anche in fast, anche se l’efficacia dei suoi attacchi cala nel corso della partita.
Michelle Bartsch-Hackley voto 9: se Egonu è il cannoniere che travolge e spazza via tutto, la schiacciatrice statunitense rappresenta l’elemento che dà equilibrio alla squadra: sempre presente nei punti decisivi, si dimostra una garanzia per le compagne, una spalla su cui si può contare. Sicura e affidabile in ricezione (53% di efficienza), regala diagonali da applausi mettendo a segno 21 punti.
Francesca Piccinini voto 8: guardi i numeri (3 punti, 2 su 12 in attacco) e pensi ad una partita abbastanza anonima. Invece la veterana del gruppo fa la differenza. In ricezione è una garanzia assoluta, in difesa compie dei recuperi fondamentali e riesce anche a piazzare un muro vincente. Il vecchio “lupo di mare” che tiene la rotta durante la tempesta e porta a casa la sua settima Champions. Semplicemente infinita.
Stefania Sansonna voto 9: prestazione top per il libero pugliese che si mette in lustro tirando su pure gli acari. Il suo contributo è determinante in difesa, dove riesce a prendere alcuni palloni che favoriscono le rigiocate delle piemontesi: acrobata senza paura, capace di opporsi alle bordate delle avversarie, ma anche di regalare alzate in bagher d’altri tempi. Tecnicamente spaventosa.
Coach Massimo Barbolini voto 10: prima della partita si gridava al miracolo in casa Igor. Coach Barbolini l’ha realizzato, preparando la sfida più importante della stagione con precisione e cura dei dettagli. Il risultato è alla luce del sole: dopo Matera nel 1996, Perugia nel 2006 e Casalmaggiore nel 2016, l’allenatore modenese vince la sua quarta Champions League. E allora se c’è uno che merita 10, è proprio lui. E davvero non è un voto alla carriera, visto che il prossimo anno ci riproverà, statene certi.
IMOCO VOLLEY CONEGLIANO
Joanna Wolosz voto 6: partita difficile per la regista polacca che, complice una difesa ballerina (specialmente nei primi due parziali), non riesce ad essere pulita e precisa come al solito. Prova a variare e velocizzare il gioco, ma non riceve risposte confortanti dalle sue attaccanti. In difesa ci ha abituato a qualche salvataggio in più.
Samanta Fabris voto 4: l’apporto dell’opposto croato (1 attacco vincente su 11 tentativi) non può essere sufficiente ad una squadra che aspira ad alzare la coppa. Entrata nel gorgo, non ne esce più: mostra il lato più umano di sé, quello di una giocatrice che sembrava non dovesse sbagliare mai, ma che ha invece steccato nel momento decisivo. Capita anche alle più forti.
Karsta Lowe voto 7,5: è la top scorer della sua squadra con 16 punti a referto e il 36% in attacco, sbagliando pochi attacchi. Santarelli la inserisce quando Fabris sembra essere in difficoltà e l’opposto statunitense risponde bene: tiene viva l’Imoco finché può ed è l’ultima a mollare.
Robin De Kruijf voto 7: la centrale olandese ci prova, non demorde, tenta di mettere in difficoltà le avversarie, ma trovare la marcia in più in questa finale è davvero complicato, così come dare una mano alla difesa sporcando più palle possibili sotto rete: alla fine mette a referto 11 punti, di cui 5 muri, con il 50% in attacco.
Anna Danesi voto 7,5: il suo cuore non è mai mancato. Insieme a Lowe, guida il tentativo di recupero di Conegliano e non si arrende mai. Dà tutto quello che ha, siglando 12 punti (6 muri vincenti), e lottando sino in fondo. In battuta non è molto efficace e fa qualche errore di troppo, ma di sicuro è una buona prestazione per la centrale.
Kimberly Hill voto 5,5: il “martello” statunitense stenta a decollare, commette qualche errore di troppo, non dà troppe garanzie. Arriva sì in doppia cifra (10 punti), ma le basse percentuali in fase offensiva (29%) testimoniano di una prestazione sottotono e discontinua, in cui non è riuscita a fare la differenza.
Miriam Sylla voto 5: la sua presenza in campo è praticamente nulla. Lontanissima dai suoi standard, non riesce a tenere testa alle avversarie producendo solo 4 punti e non svolgendo al meglio il suo compito di banda. Paga grosse difficoltà nei fondamentali di seconda linea e il suo gioco ne risente. La scarsa vena realizzativa di Sylla (18%) mette in seria difficoltà Wolosz che non può contare sul solito contributo della sua schiacciatrice.
Monica De Gennaro voto 6,5: partita di grande sostanza e senza grosse sbavature per Moki, che però è meno incisiva del solito (64% di ricezione positiva) e perde il confronto diretto con Sansonna. Tiene bene sulle battute più impegnative, ma in difesa sono mancati i suoi voli a recuperare l’impossibile.
Coach Daniele Santarelli voto 5: non è un voto alla stagione, che resta straordinaria, e men che meno alla sua esperienza sulla panchina di Conegliano, che è già gloriosa e non si chiude qua. Questo è solo un voto alla partita, una finale di Champions League che la sua squadra ha perso per 3-1. Avere in mano una Ferrari non significa essere automaticamente un bravo pilota, perché bisogna saperla guidare, così non sempre il gioco spinto ed esasperato porta le attaccanti a rendere al meglio.