Stefania Sansonna e la sua prima Champions League: "La notte più bella della mia vita"

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Di A.G.

Il destino e la storia degli uomini non seguono mai un percorso lineare o anticipabile dalla mente umana. La loro traiettoria percorre strade strane, come un palloncino sfuggito dalle mani di un bimbo e trasportato dal vento. A volte sono percorsi imperscrutabili, apparentemente senza senso, altre volte invece il destino si avvita su se stesso e fa dei giri difficili da comprendere fino a quando non ci si ritrova di colpo, senza quasi accorgersene, dove mai si sarebbe pensato.

Probabilmente deve essere proprio questa la sensazione che inonda la mente di Stefania Sansonna alla Max-Schmeling-Halle di Berlino, mentre sorride, si commuove, alza al cielo la prima Champions League della carriera e assiste al completarsi del suo disegno. Mentre ripensa a tutta la strada percorsa per arrivare a giocarsi una partita così importante, vede ricomporsi i pezzi di un puzzle che dopo la Finale Scudetto si era sgretolato e assiste al chiudersi di un cerchio che ben cinque anni fa – quando ha indossato per la prima volta la maglia della Igor Gorgonzola Novara – il destino aveva iniziato a tracciare con la linea imprevedibile di un palloncino in balìa del vento, senza sapere dove sarebbe andato a finire.

Partiamo dal trionfo di Novara in Champions League. Quali emozioni ha provato a salire sul tetto d’Europa per la prima volta?

È stata la notte più bella della mia vita. Se vincere una Champions League è una cosa unica e speciale, farlo a 37 anni è davvero eccezionale. Soprattutto per come è arrivato questo successo. Venivamo da una Finale Scudetto disastrosa, ma siamo state brave a rialzare la testa e volere fortemente la vittoria“.

Se ripensa alla finale contro Conegliano, qual è la prima istantanea che le viene in mente?

Quando è caduto l’ultimo pallone, è iniziata la festa e mi sono trovata tutta la squadra addosso. Poco dopo una mano mi ha preso da terra e mi ha sollevato: era mio padre che, visibilmente commosso, aveva fatto un’invasione di campo per abbracciarmi. In quell’istante mi sono sciolta in un pianto liberatorio e ho toccato il cielo con un dito“.

Quali sono stati i punti di forza che vi hanno permesso di vincere?

Quando una squadra inizia una finale di Champions con un parziale di 6-0 e 5 muri-punto, mette subito in chiaro con quale spirito è scesa in campo: siamo state delle leonesse che volevano la vittoria a tutti i costi. Forse è banale parlare semplicemente di aspetti tecnici, visto che abbiamo dimostrato di essere una squadra davvero forte lottando con determinazione su ogni pallone“.

Quanto c’è di Massimo Barbolini e del suo staff in questa impresa?

Tutto. Questa Champions è anche loro. I risultati della squadra passano in primis dall’allenatore, ma senza lo staff che ci ha aiutato e supportato sin dal primo giorno non sarebbe stato possibile raggiungere un risultato del genere“.

A Berlino avete dimostrato grande solidità e carattere, caratteristiche tipiche di chi si sente forte e consapevole delle proprie qualità. Questa Igor è la squadra più forte in cui lei abbia giocato?

In questa stagione abbiamo avuto alti e bassi. Non siamo sempre riuscite a mettere in campo la nostra pallavolo migliore. Nonostante ciò, siamo state brave a rimanere unite: ogni passo falso è stato un’opportunità per guardarci in faccia e imparare dagli errori commessi. Credo che questo sia stato il gruppo più bello con cui abbia mai giocato. E oggi posso aggiungere anche il più forte, visto che abbiamo vinto la Champions“.

In questa stagione non sono mancate le critiche, soprattutto dopo la Finale Scudetto persa contro Conegliano…

Chi fa sport ad alti livelli sa che deve accettare le vittorie e le sconfitte con tutto ciò che ne deriva. Sono una giocatrice molto consapevole delle proprie prestazioni e so quando faccio bene o quando faccio male. Non mi fanno soffrire le critiche perché le ritengo importanti per crescere e migliorare. Mi danno fastidio soltanto le cattiverie gratuite che qualche volta leggo sui social“.

Negli ultimi anni ha conquistato molti trofei. Da dove nasce la sua insaziabile fame di vittorie?

Dal prossimo trofeo che voglio vincere“.

Un passato glorioso e un futuro da scrivere: il sodalizio tra lei e la Igor Volley proseguirà anche per la stagione 2019-2020. Cosa può ancora dare Stefania Sansonna a Novara?

Continuerò a dare tutta me stessa come ho fatto in questi cinque anni. A Novara sto bene e voglio restarci a lungo: ho ancora voglia di giocare, e con la maglia della Igor“.

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