La GIò Volley trionfa anche sul campo del Volleyrò Roma

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Di Redazione

Al Pala Scozzese il team del presidente Malfatti centra la diciottesima vittoria in campionato, bissando il successo dell’andata con i seguenti parziali: 27-29, 15-25, 25-21, 24-26.

Il sestetto di Nino Gagliardi mantiene l’imbattibilità che dura ormai dallo scorso 10 marzo, dalla sconfitta a Cerignola al tie break.

Positivo esordio assoluto di Elena Bianchi che chiude il match con 15 punti totali (45% in attacco).

IL MATCH – Il primo parziale si rivela molto equilibrato e combattuto fin dalle prime battute di gioco. Gagliardi si affida all’esordiente Elena Bianchi al posto di Roberta Borelli e la Giò Volley passa subito a condurre 6-8. La sfida è vibrante e nessuna delle due squadre riesce a scappare via. Ghezzi è in grande spolvero, ma le pontine non mollano e trovano un nuovo break sul 17-21. Le giovani romane però non mollano e trovano la rimonta portando il set ai vantaggi. Il colpo finale premia la squadra di Gagliardi che conquista il set 25-27.

Lo spavento del primo parziale si tramuta in una grande concentrazione nel successivo parziale, dove Sestini e compagne dominano in lungo ed in largo. Grande protagonista Castellucci con 8 punti e molto positiva la prova di Bianchi che fa segnare il 100% in attacco con 5 punti totali. Ma è tutta la squadra a giocare con grande qualità con un 68% in attacco che dimostra il dominio della GIò Volley, capace di scappare via sul 14-21, prima di chiudere 15-25.

Volleyrò reagisce nel terzo set e la sfida diventa interessante come nel primo parziale. Le romane difendono bene e contrattaccano, trovando il break sul 13-11, con Gagliardi che ferma il gioco. Al rientro in campo c’è il riscatto della Giò Volley che rimonta e passa a condurre 13-14. È una lotta punto a punto fino al 17-17. Le ragazze di Pintus sfruttano qualche indecisione delle apriliane a trovano il +3, con Gagliardi che ferma di nuovo il gioco. Come in precedenza, il sestetto pontino trova il controbreak con i punti di Bianchi e Castellucci : 21-21. Poi il black out in ricezione, con Volleyrò che vince il set 25-21, nonostante l’ingresso di Borelli per Castellucci.

Sulla falsa riga del precedente parziale, anche il quarto vive sul filo dell’equilibrio. La GIò Volley trova il break portandosi avanti 6-8 ma il sestetto di Pintus non molla e trova il sorpasso sul 15-16. Le ragazze di Gagliardi soffrono, ma Volleyrò non molla e porta il set di nuovo ai vantaggi. Sul 24-24, arriva il colpo di reni delle apriliane che chiudono il set 24-26 e portano a casa la vittoria.

IL TABELLINO DEL MATCH
Volleyrò Casal de Pazzi – Giò Volley Aprilia 1-3 (27-29, 15-25, 25-21, 24-26)

Volleyrò Casal de’ Pazzi: Nervini 5, Ribechi 9, De Bellis 5, Graziani 7, Guiducci 2, Mistretta (L), Armini 4, Ghezzi 19, Salvatori ne, Scognamiglio (L), Grkovic 6, Brandi ne. All. Pintus.

Giovolley Aprilia: Cerini 8, Avellini ne, Sestini 6, Bianchi 15, Licata, Maillaro (L) ne, Muzi 3, Castellucci 21, Borelli, Liguori 12, Garofalo ne, Vittorio (L). All. Gagliardi.

ARBITRI: Nampli e Marani.
NOTE- Durata set: 29’, 20’, 27’, 30’ .
LE CIFRE – Volleyrò: Battute sbagliate 13. Battute vincenti: 6. Ric. Positiva 63%, Ric. Perfetta 25%. Attacco 30%. Muri 7. Errori in attacco 18. GioVolley: Battute sbagliate 15. Battute vincenti 6. Ric. Positiva 57% Ric. Perfetta 12%. Attacco 37%. Muri 10. Errori in attacco 9.

(Fonte: comunicato stampa)

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Gabriele Di Martino: la saggezza del lupo di mare, le virtù del giocatore

Sale in Zucca

Il percorso di vita e di sport che lo attornia è caratterizzato da una fortissima autoanalisi, da una nettissima consapevolezza di chi è arrivato ad essere a ventisette anni e di chi riuscirà ad essere nei prossimi anni. Gabriele Di Martino è una forza più del pensiero che della natura, e i suoi ultimi anni, ossia quelli trascorsi ad incarnare i valori del Vero Volley, lo raccontano in tutte le sue riflessioni, in tutto il suo io interiore ed esteriore. 

È stata una stagione difficile quella del centrale di Monza, nella quale alla fine della storia è emerso ciò che di Gabriele si è detto nelle prime righe, ossia un concentrato di energia e di responsabilità, fattore che lo ha portato a chiudere l’ultima gara, quella fondamentale ai fini della salvezza con l’85% in attacco (e il muro finale, punto della salvezza). Un numero che racconta non tanto il suo anno, ma la sua maturità agonistica, dove non contano solo il risultato ma anche il modo in cui lo stesso si ottiene.

“Quello al Vero Volley è stato un percorso lungo tre anni, caratterizzato dai rapporti umani che si sono fortificati soprattutto nel corso della scorsa stagione, a mio avviso la più bella, la più importante”.

Le auguro altre stagioni così. Anche se l’idea che resterà una stagione magica per tanto tempo e per tutti è doverosa esprimerla.

“Sì, concordo. Penso ad un amico come Galassi, compagno di ruolo con il quale spesse volte ci siamo confrontati su ciò che abbiamo vissuto assieme. Io analizzo molto il passato perché penso che sia utile anche in chiave futura. Penso all’intensità delle ultime settimane dello scorso anno, al palazzetto pienissimo in ogni ordine di posto o a come siamo riusciti ad arrivare fino alla finale scudetto”.

Il ricordo che l’ha più colpita?

“Una mamma che si avvicina con la figlia a fine partita e che quando doveva parlare è scoppiata a piangere dall’emozione. È un momento che mi ha toccato molto e ho provato anche a cercarle dopo la fine della partita per regalarle una maglia. Sono momenti in cui capisci la forza dello sport, ma anche quali emozioni ti genera una gara, nonostante tu non la stia vivendo dal campo, ma dagli spalti. È una responsabilità per noi esprimerci al meglio ed in quel modo, anche perché loro sono lì per noi”.

Non posso non chiederle che anno è stato quello appena trascorso.

“Difficile. Molti dello scorso anno non li ho più ritrovati in spogliatoio e, sebbene so che è fisiologico il cambio di squadra e gli arrivederci nel nostro mondo, mi è mancata molto quella condivisione che avevo con Galassi o Maar, ad esempio. Persone diverse, penso a Gianluca che arriva dalla montagna, lo dico sempre scherzando, mentre io arrivo dal mare, eppure c’è sempre stata una grande apertura tra di noi. È mancata la comunicazione, credo, e in tante occasioni avrei voluto essere più preso in considerazione per giocare, sono onesto”.

Cosa è rimasto del ragazzino dell’Appio Roma Volley?

“L’impegno. Ero molto giovane quando ho cominciato a giocare con loro e passai subito all’MRoma, dove trovai anche Zaytsev che giocava in prima squadra. Sono state delle belle palestre di vita, e per uno che ha sempre avuto anche altre cose, vedersi con 25 cm di altezza in più in un anno, ha cambiato le prospettive e ha aumentato la voglia di ambire a far diventare questo sport un lavoro. Anni fa ho scelto, dopo il Nautico, di fare Economia, ed ora studio Management dello Sport, perché mi piacerebbe occuparmi di pallavolo e di Europa”.

Cosa intende?

“Sono un europeista. Mi piacerebbe poter giocare il secondo tempo della mia carriera ad occuparmi di consulenza in ambito sportivo. Magari portare l’Europa in Italia e integrarla con maggior impatto sia nei club che nelle scuole. Al Vero Volley ho respirato subito una bellissima aria di innovazione e sotto questo aspetto, è stata ancora di più una spinta cercare di entrare più a fondo nel mondo dello sport”.

C’è tanta famiglia nelle sue parole.

“Mamma professoressa di informatica, papà consulente ora in pensione. La famiglia mi ha dato degli input e fatto capire che il volley lo devo vivere come un gioco. Una parte della mia vita resta il volley, il resto è altro. Ho trovato un ottimo equilibrio”.

Per quello ha vissuto bene anche il tema della nazionale.

“Resta un regalo. Ma resta anche qualcosa che è arrivata meritatamente. Credo che per me sia bello così. La mia esperienza è arrivata non per la seniority, ma per i risultati che sono arrivati dal campo e questo per me è motivo di orgoglio”.

Continuerebbe anche se non è stata la miglior stagione dal punto di vista dei risultati?

“Spero che valga anche ciò che portiamo a livello di contenuto e a ciò che possiamo dare a quella maglia azzurra. Ovviamente mi piacerebbe perché ritroverei anche compagni di ruolo che stimo parecchio, ovvero oltre Galassi anche Russo”.

Prossimo anno dove sarà Di Martino?

“Per ora mi troverà in barca a vela. Il resto è in via di definizione”.

Di Roberto Zucca