Di Redazione
Una prestazione che non ci si aspettava, specialmente per quello fatto vedere fino ad ora durante il pre campionato. La Zanetti Bergamo, fortemente cambiata rispetto allo scorso anno, ha fatto davvero fatica all’esordio, così come riportato da “L’Eco di Bergamo” che ha intervistato coach Bertini.
Domenica pomeriggio al Palasport sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. La Zanetti di quest’anno era tal quale la Foppapedretti dell’anno scorso: stessa squadra impacciata, timorosa, senza reattività, che farfugliava un gioco senza sbocchi, che si arrendeva alla supremazia delle avversarie rassegnata al proprio destino. Una brutta immagine davvero, anche perché non ce l’aspettavamo. Forse ci eravamo eccessivamente illusi. Vedendola quasi quotidianamente in allenamento da due mesi a questa parte ne avevamo tratto la sensazione di una squadra solida, coesa, con gli attributi giusti per opporsi anche ad avversari meglio strutturati.
Evidentemente avevamo precorso i tempi. Il giudizio sulla solidità di questa Zanetti, sulla carta, rimane positivo, ma c’è bisogno di lavorare ancora tanto sul piano dell’amalgama. L’intesa fra la palleggiatrice e le attaccanti è da costruire. Carlotta Cambi è arrivata a Bergamo soltanto mercoledì, reduce dai fasti giapponesi, e soltanto giovedì ha cominciato a lavorare col gruppo. Troppo poco tempo per far girare la squadra, e si è visto. La lettura del magro bottino delle singole attaccanti, nessuna delle quali è andata in doppia cifra, lo dimostra chiaramente: i cinque punti (più un muro) dell’opposta Smarzek e i tre (più un muro) della centrale Tapp sono un bottino troppo misero per addossare le responsabilità unicamente all’imprecisione delle alzate. Come dice Julio Velasco, lo schiacciatore non giudica l’alzata, la risolve. Come era solita fare Angelina Gruen, tanto per citare un ricordo caro ai tifosi bergamaschi.
L’allenatore Bertini, visibilmente avvilito a fine partita, ha dato la propria spiegazione al ko: «Il primo set – ha detto – non è stato giocato male. Le ragazze hanno affrontato la partita con la giusta concentrazione, lo dimostrano i parziali: 3-0, 9-5, 19-17,22-19, fino al 24-22 che ci ha consegnato due set-ball. A quel punto bastava gestire il vantaggio, sfruttando anche il cambio palla, ma è stato come se si fosse spenta la luce. Loro non hanno fatto niente di straordinario, ma noi abbiamo peccato di ingenuità e non siamo stati sufficientemente lucidi. Fatto sta che il set se n’è andato. Non immaginavo, in quel momento, che se ne stesse andando anche la partita».
Ha ragione il tecnico. C’era una vita davanti ma, da quel momento, la Zanetti ha sbagliato molto, troppo. Continua Bertini: «Siamo mancati nella fase di muro-difesa, aprendo nel nostro assetto troppi varchi, che giocatrici esperte come Gennari e Grobelna hanno sfruttato al massimo. E anche nella battuta non siamo stati efficaci come sarebbe stato necessario e come queste ragazze sono in grado di essere. È stato un brutto esordio, lo ammetto, ma la vera Zanetti non è quella che avete visto in questa occasione».
L’opportunità per dimostrarlo è alle porte. Già giovedì si scende in campo per la seconda giornata, ospiti a Cremona della Pomì Casalmaggiore, a sua volta battuta nel match d’esordio. Dalle campionesse d’Italia dell’Imoco Conegliano, però.