Di Redazione
Dai Mondiali alla Superlega, passando per la Champions League. Sono questi i temi affrontati dall’ex arbitro italiano Fabrizio Saltalippi nell’intervista rilasciata a Luca Mercadini del “Corriere dell’Umbria”.
Ha lasciato il seggiolone con questi numeri: 500 gare in serie A, 180 in campo internazionale, tre Europei e due Mondiali. E ci fermiamo qui perché l’elenco si potrebbe allungare a dismisura. Fabrizio Saltalippi a 55 anni ha appeso il fischietto al chiodo e martedì sera il Corriere dell’Umbria e la Fipav di Peppino Lomurno lo hanno premiato “alla carriera”.
“Un gran momento per la pallavolo che l’ha fatta da padrona – spiega l’arbitro perugino -. Una cerimonia che ha abbracciato tutte le discipline, cosa che da sportivo praticante a largo raggio, mi ha fatto enormemente piacere. Poi è chiaro: il triplete della Sir, risultato storico che pochi hanno ottenuto nella storia del volley, ha fatto il resto e ha catalizzato le attenzioni di tutti. Spero che sia l’inizio di tanti altri successi, del resto un vincente come Gino Sirci non è tipo che si accontenta e la Champions ancora gli manca“.
Diceva degli altri sport: cosa l’ha colpita di più? “Il premio a Francesco Passaro del tennis, un giovane che ha passato il primo turno in un Grande Slam penso che in Umbria mancava dai tempi di Cancellotti“.
Da Vota il Campione ai Mondiali in pieno svolgimento. “Vedo un’Italia solida e matura, pronta ad approfittare la congiuntura favorevole determinata dal ricambio generazionale delle altre nazioni. A parte la Russia, Brasile e Polonia non hanno ancora una loro identità precisa e sono in costruzione. Per noi l’occasione è d’oro, Juantorena è al suo ultimo mondiale… Zaytsev da opposto mette paura. Insomma, ci sono tutti i presupposti per portare a casa un grande risultato, anche se il bello deve ancora venire e bisognerà vedere come affronteremo gli scontri decisivi. Già oggi con la Slovenia che ci ha fatto male agli Europei qualcosa di più si potrà sapere“.
Sirci dal palco del Quasar Village di Corciano ha avuto parole al miele per lei… “Mi ha fatto molto piacere. In effetti ha detto una cosa giusta: il mio modo di arbitrare è sempre stato improntato al dialogo, pochi cartellini e tanto confronto, anche energico ma sempre franco e leale. Sono contento che a Sirci non sia fuggito, sono pochi i presidenti che spendono belle parole per gli arbitri“.
Veniamo alla Superlega. Mai come quest’anno il livello tecnico è stato cosa stratosferico. “Tranne alcuni russi, i migliori sono tutti da noi. Da almeno 15 anni mancava un torneo con così tanta qualità”. Le favorite? “Sir, Lube e Modena su tutte. Giocare in casa degli emiliani con uno Zar di questo livello e un palazzetto che mette i brividi sarà dura per tutti. Per la Sir non sarà facile confermarsi su tutti i fronti, paradossalmente la vedo meglio in Champions dove potrebbe essere la volta buona. La Lube con Simon, Leal e gli altri è fortissima, anche se non avrei scambiato Bruno (classe ’86) con Christenson (1993). E’ vero, il brasiliano ha più personalità e sa gestire tutti i momenti di gara, però...”
La Sir ha cambiato tanto. Può essere un problema? “Al centro Podrascanin è super, ma Ricci e Galassi dovranno dimostrare di essere al livello della Sir che vuole vincere sempre. Anzani è diventato grande a Perugia e si sta confermando tale in nazionale. Capisco l’addio a Russel per la questione degli italiani in campo, ma non è detto che l’arrivo del numero 1 al mondo risolva tutto. Soprattutto all’inizio qualche problema di amalgama potrebbe esserci“.