Di Redazione
Dopo 2 anni di assenza Simone Anzani, centrale classe 1992, torna a riprendersi la Nazionale e lo fa da protagonista. Dopo una stagione a Perugia e un triplete vinto Anzani si mostra raggiante e soddisfatto; ottima prestazione contro la Slovenia nella prima fase del Mondiale, dove mette a segno 6 muri punto.
«Mancava proprio di entrare con le mani nelle partite precedenti, quella reattività negli spostamenti che andando avanti con le partite ritroviamo. Sono contento, ci godiamo il primato e poi pensiamo alla gara con la Finlandia».
A riportare l’intervista è La Gazzetta dello Sport.
Prima sfida di una tre giorni di gare in un girone che vede anche Russia e Olanda.
«Il nostro obiettivo era arrivare alla seconda fase con il percorso netto. Ma è un attimo complicare tutto perché troveremo avversari tosti. L’Olanda ha battuto Francia e Brasile e non è quella che abbiamo incontrato a Cavalese durante la preparazione. Ricarichiamo le batterie, liberiamo la testa e ripartiamo».
Un girone positivo per l’Italia arrivato dopo una lunga preparazione e poche amichevoli. Si aspettava questi risultati?
«Non vedevamo l’ora di iniziare dopo un mese e mezzo per preparare una competizione così importante come il Mondiale. C’è servito perché abbiamo fatto 4 amichevoli in questo periodo di preparazione, quindi a noi ci serve il campo. Non siamo ancora al top del nostro potenziale. Partita dopo partita verrà fuori realmente il valore a cui siamo arrivati».
Una prima fase dove avete fatto il pieno di pubblico e dove avete conosciuto il presidente della Repubblica Mattarella. Che effetto le ha fatto?
«Un bell’incontro con la più alta carica dello Stato a sostenerci e incoraggiarci. Che esperienza stringere la mano al presidente. E poi il pubblico: trascinante».
In ogni partita a sostenerla c’è tutta la famiglia: mamma Paola, papà Alberto, la sorella maggiore Valentina e la fidanzata Carolina. Una bella spinta.
«Sono molto legato alla mia famiglia, mi hanno sostenuto anche quando mi sono trasferito a Treviso per giocare».
In questa Nazionale ci sono molti giocatori usciti da una piazza storica come Treviso. «Parliamo di un settore giovanile che negli anni ha portato giocatori in azzurro come Cisolla, Vermiglio, Boninfante, io, Cester, Candellaro, Maruotti…. Una delle squadre più organizzate a livello giovanile, la qualità di quegli allenamenti era alta ed è giusto che tanti giocatori siano usciti da lì».
Dopo 2 anni è tornato protagonista in azzurro. Cos’è cambiato?
«Nella vita e nel lavoro ci sono periodi in cui bisogna capire se stessi. Ho fatto 4 anni bellissimi a Verona dove ho giocato nella pallavolo che conta con l’esordio in Nazionale. A 25 anni ho ragionato e ho detto “o proviamo a fare un ulteriore salto di qualità o restiamo così”. E’ arrivata l’occasione di giocarmi un posto a Perugia e me lo sono giocato. E ora sono qui per questo sogno azzurro».
Anzani e Mattiroli: hanno iniziato insieme e ora uno si gioca il Mondiale maschile e l’altro, da preparatore, quello femminile.
«Con lui ho condiviso i primi passi nella pallavolo. Nati entrambi in provincia di Como, è stato uno dei miei primi allenatori. Dopo un anno che giocavo è lui che mi ha accompagnato con i miei genitori a Treviso».
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)