“Palla al centro” di Paolo Cozzi – 4 luglio 2017

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Di Paolo Cozzi*

La giornata azzurra. Come funziona? Parola all’esperto.
Dopo qualche giorno di riposo, è tornata ad allenarsi la nazionale maschile che, dopo la magra figura rimediata in World League, è chiamata a rialzare la testa e giungere “carica a molla” agli Europei di fine agosto. Una grossa novità è rappresentata dal ritorno in rosa di Zaytsev: sicuramente una nota positiva per tutto il gruppo, ma sarebbe un grave sbaglio (caricandolo di eccessive aspettative) pensare che in uno sport di squadra un giocatore solo possa determinare il risultato finale. Infatti è tutto il gruppo che deve crescere insieme in questi due mesi di fatica e sudore. E a proposito di fatica e sudore, visto che di ritiri estivi con la nazionale ne ho fatti tanti, vediamo di capire come si sviluppa la giornata dei nostri portacolori.
Intanto, va sottolineato che essendo ancora molto lontani dall’Europeo, enorme importanza viene data alla parte fisica, con 3-4 sedute in sala pesi a settimana unite a lavoro aerobico e anaerobico: pazienza se al pomeriggio, al momento del famigerato “sei contro sei” le gambe sono dure e imballate. Un grosso lavoro fisico previene gli infortuni e mette benzina nel motore per i momenti clou. Ma torniamo all’analisi della vita in ritiro: camere doppie per tutti i ragazzi e sveglia che inizia a ronzare intorno alle 8, dopodiché ci si ritrova tutti nella hall (guai a ritardare…le multe di squadra sono sempre dietro l’angolo!!) e si fa colazione insieme, dopotutto la squadra è un unico soggetto con tante sfaccettature!  Brioches e caffè, cereali e yogurt, qualche fetta biscottata con marmellata: l’importante è fare il pieno di energia perché tra poco si inizia la sessione fisica in sala pesi. Per lavorare al meglio, rispettando i tempi di lavoro e di recupero di solito si è divisi in due gruppi, meglio per ruolo così una volta finita la parte fisica si può anche fare lavoro di palla di squadra (di solito i ricettori un paio di mattine se le fanno con la macchina spara palloni).
Nella prima settimana di preparazione mi aspetto un lavoro di tipo piramidale con i pesi per ritrovare in fretta i propri carichi di lavoro, oltre alla solita routine di esercizi addominali e dorsali per stabilizzare e rinforzare la schiena e muscoli. Nelle settimane a seguire si lavorerà poi su massa, forza e nell’ultimo periodo pre-Europeo sulla velocità trasformando i pesi fatti con lanci di palle mediche o similari.
Al termine del lavoro mattutino, con le gambe pesanti come una armatura (si arrivano a sollevare 200/225 kg allo squat e anche 350 alla pressa) si torna in hotel per un pranzo ristoratore e per il riposo pomeridiano. C’è chi dorme due ore, chi si rilassa con la musica, chi legge un libro e chi si diverte sui social, ma il lietmotiv è staccare la testa e recuperare energie per il pomeriggio. Sveglia intorno alle 15,30 per i dormiglioni, super merenda a base di affettati, succhi di frutta e crostate alla marmellata e alle 5 tutti schierati per la spiegazione degli esercizi e degli obiettivi dell’allenamento. Due ore e mezza molto intense, dove inizialmente alla qualità è anteposta la quantità: difese, spostamenti a muro e battute. I salti non si sprecano e il difficile è restare concentrati con la testa e non pensare ai dolorini postumi della mattinata di lavoro!!
Dopo una bella doccia rilassante tutti a mangiare, sempre rigorosamente insieme e a telefoni spenti, magari scoprendo qualche piatto della cucina locale (e in trentino c’è molto da scoprire!!) ma senza strafare perché ogni 10-15 giorni dottore e fisioterapisti fanno le pliche, ovvero calcolano la massa grassa e quella magra corporea per tenere monitorati gli atleti e punire con qualche cyclette extra i più trasgressivi!!
Finita la cena, entrano in gioco i fisioterapisti: le loro stanze si animano fino a notte inoltrata, luoghi importanti per il recupero degli atleti a suon di massaggi e terapie, ma anche perché spesso i fisio diventano i confessori degli atleti, del loro stato emotivo, delle loro aspettative ed è per questo che sono elementi chiave di uno staff vincente. Ormai è mezzanotte inoltrata, le energie vengono meno e la stanchezza prende il sopravvento. Domani altre 5 ore di allenamento aspettano al varco i delicati muscoli dei nostri campioni, che necessitano di recuperare al meglio!

Ufficio contabilità, dipendente cercasi..
Fine giugno – primi di luglio è anche quel periodo dell’anno dove le squadre portano i loro libri contabili alle Leghe per far si che vengano eseguiti i controlli per ammettere le  squadre alla nuova stagione. Come  sempre le squadre che si vanno ad iscrivere porteranno tutte le liberatorie di giocatori e staff riguardo il pagamento delle mensilità pattuite. Ma è veramente così? Veramente tutti i giocatori e gli staff hanno preso tutto il dovuto (e sottolineo il “Dovuto” visto che ci sono contratti firmati da ambo le parti senza pistole puntate addosso) o come purtroppo ancora ogni tanto accade si firma in base a promesse o assegni post datati o davanti alla proposta di rinnovo? La premessa doverosa è che la situazione sia notevolmente migliorata rispetto a 5-6 anni fa: le Leghe Nazionali hanno inserito infatti norme di controllo più stringenti e dimostrato collaborazione verso i giocatori e le società, che senza le retrocessioni hanno potuto gestire meglio i loro budget. Ma avere tutte le liberatorie firmate non sono sinonimo di perfezione. Anche a me e ai miei compagni di squadra, in una stagione lunga e sofferta, finita con solo 5 stipendi è toccato firmare la liberatoria con in mano 4 assegni postdatati e una decurtazione del 10% perché in caso contrario la società sarebbe fallita e avremmo perso tutto il restante (e la società l’anno dopo si vantava di essere perfettamente in regola…).
Questo mio articolo non vuol essere assolutamente un gesto di accusa, ma uno spunto di riflessione per migliorare una situazione che ormai fortunatamente riguarda pochissime realtà tra SuperLega e A2 maschile e femminile (fosse anche una sola….è giusto e doveroso parlarne). E’ difficile, se non impossibile, rifiutarsi di firmare la liberatoria sia a stagione in corso nei vari check che a fine stagione: bisogna trovare un sistema che tuteli definitivamente al 100% gli atleti e lo staff. Basterebbe anche solo mandare le copie dei bonifici effettuati a un avvocato con funzioni di controllo, dandogli in mano tutti i contratti in essere: ma spesso le cose facili sono le più difficili da realizzare….!! Ripeto, il 95% delle situazioni sono in regola, ma io spero si arriverà a migliorare e tutelare il 100% degli aventi diritto nel migliore dei modi.
Questo pensiero mi è venuto in mente dopo che una squadra, già in ritardo nel corso della stagione con i pagamenti ha deciso di non iscriversi al campionato: chi tutelerà ora gli atleti/e che so per certo dover ancora recepire svariate mensilità ?Ecco è a loro che penso con queste poche righe, a una esigua minoranza che deve essere tutelata, protetta e non sopraffatta dagli avvenimenti.
Inoltre, regole e controlli ancora più precisi andrebbero a vantaggio non solo degli atleti e degli staff, ma darebbero più certezze e tutele anche a tutte le società ( come abbiamo detto la maggior parte) che si comportano in maniera corretta.

Paolo Cozzi, a 35 anni, ha da poco chiuso la sua carriera di atleta nella quale ha vestito la maglia della Nazionale italiana ben 107 volte e quella dei club più importanti in serie A1 come Milano, Modena, Cuneo, Piacenza, Vibo Valentia, Taranto, Castellana Grotte, San Giustino e Monza.

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