Di Redazione
Sarà sicuramente il fiore all’occhiello di una Sigel Marsala rinnovatissima, decisa a ben figurare nel prossimo torneo di seria A2, la schiacciatrice Veronica Angeloni.
Primo colpo di un mercato iniziato con i botti e avviato verso la composizione di una squadra con la “S” maiuscola. Chieri, Vicenza, Forlì, Perugia e Conegliano sono solo alcune delle importanti piazze della massima serie italiana dove ha giocato.
Veronica, toscana di Massa, raggiunta telefonicamente, ha già accettato con entusiasmo la nuova sfida che la sua prestigiosa carriera le sta proponendo.
Ma lei di sfide, nella sua vita, ne ha sempre accettate e vinte tantissime. Fu proprio per sfida, ci racconta, che iniziò a giocare a pallavolo – Da bambina i miei compagni di gioco erano tutti maschi. A cominciare da mio fratello, appassionato di questo sport sin dalla più tenera età. E così, quando nel cortile di casa organizzava le partite, io venivo sempre scelta per ultima, se non addirittura messa in disparte.
Non potevo accettare questo stato di cose e così, a otto anni, mi decisi a iniziare i corsi di minivolley. Convinta che, entro poco tempo, sarebbero stati gli altri a chiedermi di giocare con loro. Ciò accadde, visto che nel giro di un paio d’anni, dopo le mie giovanili esperienze al San Carlo Borromeo, la mia voglia di sfondare ebbe il suo peso – E’ bello, ci sembra, rinvangare aneddoti di questo tipo.
Aneddoti che rendono “umana” anche una grande giocatrice quale Veronica è diventata. Poi le prime vere soddisfazioni agonistiche spaziarono ben oltre il cortile di casa – Si, è vero. Mi sono messa in mostra subito con la maglia della Carrarese. E risultai la migliore nel Trofeo delle Regioni.
Un successo propedeutico al mio passaggio definitivo nel volley che conta, con trasferimento diretto sul trampolino di lancio che si chiama “Club Italia“ – Ci piace domandarle quali sono i ricordi più belli della sua lunga carriera.
Quelli che ancora oggi, al sol pensarci, le fanno venire i brividi sulla pelle – Sicuramente il mio debutto in maglia azzurra, quella della Nazionale intendo. Con l’esperienza nel campionato europeo under 20.
E poi il mio ritorno in campo dopo il grave infortunio al ginocchio nel 2015 in Francia con il Saint Raphael. Quando mi lasciai alle spalle tutte le paure di non farcela, vincendo addirittura il massimo campionato transalpino –
Ci parla poi dei suoi trascorsi all’estero, ricordando con nostalgia i suoi due anni in Russia, a Odincovo, cittadina ad alcune decine di chilometri da Mosca – Un’esperienza che mi ha fatto crescere, come atleta e come persona. In un paese grandissimo, meraviglioso, dove tutto era così diverso.
Erano un periodo d’oro per il volley femminile russo e io, dopo il logico periodo d’ambientamento, sono riuscita a entrare nei meccanismi del luogo. All’inizio è stata dura, vista la differenza di mentalità, ma poi è diventato tutto davvero semplice e splendido. Consiglierei a tutte le giovani atlete di andare a forgiare il carattere all’estero.
Per poi rientrare in Italia più forti di prima – Le piace evidenziare l’importanza della maglia della Nazionale – Mi commuovevo a ogni convocazione, sin dalle prime nelle giovanili che a quelle nella Nazionale maggiore.
La Nazionale è e dev’essere sempre la massima aspirazione di ogni atleta – I due anni trascorsi in Indonesia hanno fatto tornare a pieni giri il suo motore e adesso, dopo l’ultima stagione a Pesaro, è pronta per un’esperienza nuova di zecca – Si, Marsala.
Ho accettato con entusiasmo questa sfida che è anche una sfida con me stessa. Tornare a fare “pallavolo giocata a tempo pieno” è la mia prima esigenza. Voglio dimostrare di essere importante per una squadra: voglio prendermi delle responsabilità e assolverle a pieno.
Tutto così diventa uno stimolo – Le “confessiamo” che l’ambiente lilybetano quest’anno punta tantissimo su di lei – Ne sono consapevole e, soprattutto, contenta.
Ciò non mi spaventa, anzi mi incoraggia ad affrontare la nuova avventura al meglio – Ci chiede dei tifosi e le raccontiamo quanto sia forte l’attesa e, soprattutto, il loro calore – Sono felice, mando a tutti loro un grossissimo saluto e un arrivederci a prestissimo. Io già mi sento una di loro, una di voi.
Non vedo l’ora di incontrarli. Non conosco la Sicilia, ma già mi affascina .
(Fonte: comunicato stampa)