Di Stefano Benzi
Una lunghissima gavetta nelle radio locali genovesi dove ha letteralmente creato diversi format: notiziari, trasmissioni live, dirette di servizio pubblico durante alluvioni, eventi come le Colombiane o disastri come quello della petroliera Haven. Lo sport, la grande passione, è diventata il suo lavoro solo diversi anni dopo: oggi Marco Fantasia è una delle voci più importanti della pallavolo italiana e con Andrea Lucchetta, Maurizio Colantoni e Claudio Galli commenta campionati e nazionale.
Sarà perché lo conosco da sempre e perché della nostra generazione lui e il collega Stefano Picasso, oggi vicecaporedattore in Rai, erano di qualche spanna più avanti, ma continuo a vedere Marco non come un affermato professionista ma come un cronista da corsa con il telefonino in una mano e il block notes nell’altra… “Quelli delle radio locali sono stati anni indimenticabili che mi hanno dato tanto sotto l’aspetto della formazione e della visibilità. Erano altri tempi, forse irripetibili. Oggi nessun giovane che voglia avvicinarsi alla formazione ha avuto a disposizione i mezzi e i maestri che abbiamo avuto noi”.
Maestri che dopo una conferenza stampa si sedevano a tavola vicino a noi e ci davano consigli, ma ci facevano anche i complimenti. Gente come Alfredo Provenzali: “Non oso nemmeno chiamarlo maestro – si schernisce Marco – mi sarebbe piaciuto potere lavorare accanto a lui e rubargli un po’ di mestiere. Provenzali è stato un monumento per tutti noi, un punto di riferimento. Era impossibile non restarne affascinato. Mi impressionava l’umiltà con la quale si poneva di fronte a noi, il modo interessato in cui ci ascoltava”.
Per Marco Fantasia la pallavolo prima che un lavoro è una passione: “Quando feci il primo servizio dedicato alla pallavolo fu amore a prima vista, feci anche il corso per diventare allenatore e da allora posso dire che l’amore è corrisposto ed è vissuto con piena soddisfazione”.
Anno di Mondiali per le nazionali: “La squadra maschile è partita fortissimo, pure troppo – dice Marco – mi sono sorpreso sia della qualità del gioco che della forza espressa nelle partite di Volley Nations League. Zaytsev è stato davvero impressionante, credo che abbia dimostrato tutto il suo desiderio di giocare opposto. Ora l’importante è gestire questa pressione e questo ritmo fino ai Mondiali perché la cosa fondamentale sarà arrivare alla scadenza più importante nella forma migliore”.
E in ambito femminile? “Le ragazze stanno crescendo e miglioreranno ancora – continua Marco – era normale che in avvio con tante giovani e diverse esordienti potesse esserci qualche colpo a vuoto ma mi stanno sorprendendo positivamente e sono convinto che possano fare molto bene. Con la Cina hanno dimostrato di essere sulla strada giusta per poter tornare a essere una delle migliori nazionali del mondo dimenticando le ultime partite non molto felici”.
Qualsiasi mestiere può tradire, annoiare, deludere… “Come dicevo i tempi sono cambiati, stiamo raggiungendo un livello di guardia pericoloso con siti Internet che si inventano di sana pianta articoli o dichiarazioni. L’ordine dei giornalisti ci propone ogni anno corsi obbligatori di formazione professionale e deontologia che per carità, vanno benissimo. Ma alla fine dovremmo anche spiegare alle decine, centinaia di ragazzi che vivono nel falso mito di questo mestiere che fare il giornalista non è scrivere per primo una notizia inventata o raggiungere tanto pubblico con un video sguaiato e di cattivo gusto. Occorre buon senso: noi abbiamo avuto maestri straordinari che oggi non sono così numerosi ma forse non c’è nemmeno la disponibilità di stare ad ascoltare. C’è troppa fretta e poca qualità: si pagano quattro soldi per articoli che rispettino preferenze SEO ma nessuno si preoccupa che vengano garantiti altri aspetti ben più importanti. Non è un bel momento in senso generale e non lo è nemmeno nel nostro lavoro: speriamo che le cose si sblocchino. Sicuramente sono molto fortunato e privilegiato a fare qualcosa di così appagante e divertente per un’azienda che oltre a pagarmi mi consente di esprimermi e di lavorare nelle migliori condizioni”.
Anche se ti tocca la differita…? “A volte capita – ammette la voce Rai con un tono di paziente rassegnazione – ci sono orari che non possono essere rispettati e altri che non sono per nulla convenienti e soprattutto c’è un palinsesto di eventi sportivi che non può essere ignorato. L’importante è fare vedere quanto più possibile ogni volta che è possibile e cercare di andare incontro alle esigenze del pubblico. E se questo non sempre può accedere contiamo sulla comprensione degli abbonati”.