Caso Modena, tra professionalità e professionismo la colpa è di tutti

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Di Paolo Cozzi

In una tiepida notte di aprile esplode la polveriera Modena, e la deflagrazione è di quelle forti, pesanti che portano con sè distruzione e stordimento.

Ricapitolando brevemente, in una nota trasmissione su una emittente televisiva modenese, molto seguita dagli appassionati di volley e considerata come la voce del popolo gialloblu, anziché presentarsi solo 2-3 giocatori si presenta tutta la squadra che, compatta, si schiera unilateralmente contro il tecnico bulgaro Radostin Stoytchev. In modo deciso e inequivocabile.

Che giocatori di un certo peso abbiano negli anni fatto il bello e il cattivo tempo con le società su allenatori più o meno graditi è il segreto di pulcinella, ma qui il bubbone, esplodendo, ha trascinato dentro anche gregari come Van Garderen, e giocatori come Mazzone che devono la loro esplosione proprio al tecnico Bulgaro.

Che dire? Che la situazione fosse potenzialmente esplosiva lo si sapeva da giugno scorso, ma tra gli addetti ai lavori c’era la sensazione che i tre principali attori (Stoytchev, Ngapeth e Bruno) avrebbero trovato la quadratura del cerchio nel nome del bene comune, ovvero la VITTORIA finale, perché non dimentichiamoci una cosa: è bello che il gruppo sia unito, compatto, stia bene insieme, ma stiamo parlando di professionisti pagati per raggiungere un ben delineato obiettivo, che quest’anno è stato fallito a più riprese.

Primo aspetto che mi lascia molto dubbioso è questo schieramento di voci (giornali, testate internet e tifosi) che sta letteralmente spopolando in questi pazzi giorni e che sembra mettere molta pressione sulla società, spingendo per un allontanamento del tecnico senza aver mai sentito la sua opinione in merito a tutti i fatti raccontati. Visto che si tratta di Modena il dubbio che dietro ci sia una regia occulta (che ha un nome e cognome preciso) non mi stupirebbe……

Non mi torna anche questa uscita pubblica della squadra. È stata autorizzata dalla società a intervenire? È stata spinta dalla società ad intervenire nella speranza che il tecnico prenda atto della situazione e rompa il contratto? Mi sembra troppo strano che 12 giocatori si muovano senza il beneplacito della Presidentessa e del D.S.  Oppure rischiano tutti una mega multa??

Ripeto capisco che ai Big l’allenatore possa non andare a genio, ma di solito questo tipo di “ricatto” lo si fa alla società dopo aver vinto. A quel punto il capitano si dirige negli uffici e chiede la testa dell’allenatore, forte delle vittorie ottenute, e del malumore dello spogliatoio. Ma qui siamo in presenza di una stagione da zero titoli. E il potere nelle mani dello spogliatoio è sicuramente minore.

Analizzando la situazione dal punto di vista prettamente tecnico capisco bene Bruno, che per far girare la squadra seguendo i dettami del coach viene ridimensionato nella sua fantasia e nella sua imprevedibilità. Se tutto filasse liscio non sarebbe un problema per il brasiliano mettersi a disposizione del coach, ma se la liaison è problematica ecco allora che tutto diventa più complicato e difficile da accettare.

Anche per Holt la situazione è simile,  giocatore potenzialmente devastante e poliedrico, capace di variare dalla tesa al primo tempo dietro, negli schemi del tecnico bulgaro è poco utilizzato e solo con il primo tempo avanti. Perciò lo capisco quando si dice poco soddisfatto di un tecnico che non esalta le sue caratteristiche, ma anche lui deve fermarsi a riflettere e accettare che nei momenti chiave a muro è spesso mancato.

Del francese inutile parlarne, si è detto di tutto e di più, non è il giocatore che avrei amato come compagno di squadra, troppo imprevedibile nella sua lucida guasconeria, troppo instabile con le regole di spogliatoio e di vita, ma sicuramente capace di infiammare e infiammarsi nei momenti che contano.

Veniamo allora al tecnico. Sicuramente ha la nomea di sergente di ferro, tutti sanno che fa allenare allo sfinimento e che anche in occasione di trasferte lunghe e stancanti è sempre pronto a far allenare la squadra. Ma non è il primo o l’ultimo allenatore che si comporta così, e chi ha avuto il coraggio di seguirlo a spada tratta ha spesso alzato trofei importanti. Perciò, in conclusione, capisco lo spogliatoio anche se non è detto che uno spogliatoio unito e compatto sia sinonimo di vittorie, ma non approvo questa uscita pubblica, come fosse fatta per pulirsi l’anima a discapito delle altre parti in causa. Capisco anche il coach trincerato dietro un regime ferreo ma che gli ha sempre dato risultati, anche se mi sarei aspettato una gestione più sincera e aperta con alcuni giocatori

Faccio fatica a comprendere la linea della dirigenza, stretta tra contratti onerosi, opinione pubblica e sponsor. Credo che la prima risposta spetti a loro, e che comunque vada a finire la prima sconfitta sia di tutta la piazza modenese perchè un trio Stoytchev, Ngapeth e Bruno ben amalgamato avrebbe potuto fare faville, e invece ha portato ad una fine traumatica per tutti.

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