La finale del cuore: Imoco Conegliano batte al tie-break Igor Novara

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Di Redazione 

L’Imoco Conegliano pareggia il conto nella finale scudetto femminile battendo al termine di una partita infinita e intensissima la Igor Novara per 3-2 (30-28, 25-15, 23-25, 20-25, 15-13). 

Parte meglio l’Imoco che nei primi scambi cerca, e ci riesce, di mettere sotto pressione la ricezione delle Igorine che un po’ falliscono l’impatto iniziale sul match e un po’ pasticciano. Conegliano amministra un vantaggio robusto arrivando fino a un massimo di +4 punti. Un bel rush guidato da Francesca Piccinini ma soprattutto dal solito braccio armato della Egonu vale un break che azzera lo svantaggio e porta Novara avanti: la Igor gioca con grande consistenza ed estrema intelligenza. Stavolta i quattro punti da gestire sono quelli della Igor che si presenta in dirittura di set con un gap che sembra un’enormità. La troppa grazia come spesso accade diventa disgrazia: la Egonu sbaglia una schiacciata spazzolando l’antenna, la ricezione per due volte va in affanno e l’Imoco – letteralmente dal nulla annulla tre quattro point, dal 20-24 al 24-24. A Novara sembra non riuscire più nulla: occorrono cinque scambi alla Igor per scollarsi da quota 24. Quello che succede dopo è roba da flipper impazzito: Novara spreca sei set ball in tutto; Imoco prende palla e ne conquista a sua volta altri tre che vengono rispediti al mittente. Ma il quarto trova Novara deficitaria in ricezione e il pallone restituito all’Imoco viene scaraventato a terra dalla Folie quando le due squadre sono stremate almeno quanto il pubblico. Conegliano riesce nel primo obiettivo di questa serie di finale: fermare Novara e prendersi un set  (30-28).

Il secondo set vive sull’inerzia delle emozioni del primo, nel bene e nel male. Nel bene per l’Imoco che vede alzarsi considerevolmente il suo rate di ricezioni e attacchi; nel male per Novara che fin dai primi scambi dimostra di essere in grande difficoltà. Conegliano in ricezione prende qualsiasi cosa e infila due break di quelli che fanno male: il primo vale quattro punti, il secondo sul turno di servizio di Bricio ne porta altri cinque. Novara è alle corde e sbanda pesantemente: Barbolini prima inserisce Enright per Plaak, poi ci ripensa ma la sensazione è che le cose non cambierebbero nemmeno se in campo ci andasse lui di persona. Il divario assume proporzioni imbarazzanti nel finale: 25-15.

Novara si è scavata una bella fossa e uscirne non è uno scherzo. Il PalaVerde così, tutto pieno (5400 persone, tutto esaurito) non è esattamente un ambiente nel quale misurare la propria consapevolezza. Terzo set che vede le campionesse d’Italia giocare con un po’ più di convinzione e un po’ meno errori: poi sul 9-9 va al servizio la Folie che grazie anche a un ace rompe definitivamente gli equilibri. Sul 13-9 per le avversarie Novara ha una bella dimostrazione di orgoglio e di forza: bastano sei scambi alla squadra di Barbolini per pareggiare e una bella palla in banda per Egonu per portarsi finalmente avanti. È un fuoco di paglia: Fabris e Hill fanno malissimo alla ricezione di Novara che pasticcia e concede troppo: sul turno di servizio di Wolosz Imoco sfonda quota venti. Novara reagisce ancora e nonostante un clamoroso palleggio sull’antenna di Egonu e altre palle gestite in affanno riesce ad arrivare a mettersi a pari dopo essere stata sotto 23-21. Ma non è come nel primo set, quando Novara aveva fallito sei set point. Stavolta ne basta uno solo e Novara improvvisamente rientra in partita con un break di quattro punti che vale la frazione (21-25).

La Igor nel quarto set sembra aver frantumato tutte le insicurezze che avevano compromesso la partita nel secondo set: prima regge bene con il confronto con la ricezione veneta e poi si sgancia grazie a due ace di Egonu e Chirichella e a un gran muro di Gibbemeyer va sull’8-11. Novara non commette più l’errore di farsi trovare impreparata o arrendevole, il cambio palla viene gestito egregiamente dall’Igor che si presenza sul 16-20 grazie a un altro ace e a un attacco molto puntuale sempre di Egonu. Imoco discontinua nel suo tentativo di recupero, sembra quasi che i ruoli di chi sbaglia di più si siano invertiti e Piccinini, ancora una volta esemplare in un grande lavoro di sacrificio in copertura firma il quarto set (20-25).

Il tie-break si apre con un pezzo di bravura di Paola Egonu: tre servizi, tutti diversi per calibro, direzione e altezza… altrettanti ace. Non basta a spaventare l’Imoco che un pezzo alla volta rimette insieme il suo punteggio, rimonta e si riporta avanti. Il muro delle pantere respinge tre attacchi della Igor che si scopre in affanno (9-6). Igor che reagisce e apre a un finale assolutamente straordinario che si gioca nuovamente punto a punto: è un tie-break intensissimo, da coronarie scoperchiate: un colpo al cerchio e uno alla botte, Imoco avanti e Igor che ribatte: difese strenue, recuperi fantastici ma a decidere tutto, come spesso accade, è l’ennesimo servizio sbagliato sul secondo match ball di Conegliano: 15-13. Novara si accontenta di aver fatto molta paura alle venete che sanno di dover vincere una partita al PalaIgor per appendere lo stendardo… non si scappa. Nel frattempo è 1-1, con la consapevolezza che sarà una finale straordinaria fino alla fine.

 

Imoco Conegliano-Igor Novara 3-2  (30-28, 25-15, 23-25, 20-25, 15-13)

Imoco Conegliano: Bricio, 20, Fiori, Cella, Folie 15, Melandri 1, De Gennaro (L), Danesi 11, Fabris 20, Wolosz 2, Hill 16, Nicoletti 1, Bechis. Non entrata: Lee. Allenatore Daniele Santarelli.

Igor Novara: Vasilantonaki, Camera, Plak 5, Gibbemeyer 17 Enright  3, Skoroupa 3, Bonifacio, Chirichella 17, Sansonna (L), Piccinini 10, Egonu 24. Non entrata: Zannoni. Allenatore Massimo Barbolini.

Arbitri: Ilaria Vagni e Stefano Cesare.

Spettatori: 5400, tutto esaurito

Timing: 38′, 23′, 30′, 27′, 19′. Totale 2.32′.

Ace: 6-6

Muri: 9-13.

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