Di Paolo Frascarolo
Purtroppo (o per fortuna?) la pallavolo è anche così: una squadra vince, e l’altra perde. Un gruppo avanza in campionato, l’altro torna a casa dopo una stagione caratterizzata da fatiche e impegni. Una parabola che riguarda anche il mondo degli allenatori, e che deve far riflettere sull’importanza del loro ruolo di guida, soprattutto se si parla di Luciano Pedullà e Marco Mencarelli, a modo loro due “professori” ed educatori dello sport.
Ho avuto il piacere di intervistarli domenica mattina, in occasione dell’evento “Breakfast with the Coaches” organizzato dal Consorzio Vero Volley: un’informale occasione per tifosi e addetti ai lavori per rivolgere qualche domanda ai due tecnici, prima della rifiniture del match che ha visto poi prevalere Busto sulla Saugella.
Proprio come ieri sera, quando la compagine bustocca ha davvero interpretato la partita “perfetta”, ribaltando la serie e accedendo alle semifinali. Un doveroso applauso va però rivolto anche alle ragazze di coach Pedullà, protagoniste di una stagione sopra le aspettative, con la semifinale di Coppa Italia.
Fondamentale, in questi casi, diventa distribuire correttamente i meriti: ragione per cui mi sento in dovere di menzionare positivamente i due tecnici i quali, per ragioni diverse, hanno saputo svolgere il proprio lavoro con dedizione e impegno, nei panni di maestri e professori.
Parlando di professori, non può che venire in mente Luciano Pedullà, il quale ha voluto ringraziare la piazza brianzola per il calore e l’attaccamento alla maglia, con un post su Instagram:
“Peccato! Il mio pensiero va a tutte le persone che lavorano alla Candy Arena e che a ogni incontro mi hanno regalato un sorriso. Spero vi siate divertiti e lo possiate fare di più l’anno prossimo in Europa“.
Alto spessore morale e tecnico, caratteristiche riconducibili anche a Marco Mencarelli, noto per le grandi vittorie con le giovani azzurrine, e finalmente in grado di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, come riportato dal collega Michele Orione, in un articolo del suo interessante progetto Volley People (clicca qui per leggere il contenuto integrale):
“Nonostante le vittorie che sono valse fin qui a Busto, sovvertendo molti pronostici, prima il quarto posto nella regular season poi la semifinale scudetto, il lavoro eccellente dell’allenatore umbro, ha avuto raramente, da parte dei tifosi e degli appassionati, i riconoscimenti dovuti. Mencarelli in questi due anni di club é stato trattato, da molti, come quello studente a cui la maestra pone domande ogni giorno, non convinta o addirittura restia, a riconoscere le sue capacita.
A Marco Mencarelli chiunque ami questo sport deve riconoscere l’eccellente capacità dimostrata, sia nelle nazionali giovanili che nel club, di saper scoprire, crescere e plasmare fanciulle virtuose, evidenziandone il talento fino a trasformarle in campionesse. A Marco Mencarelli, allenatore timido, introverso, di poche parole e molte madaglie, tanta gente dei moderni Bar Sport e dei vecchi palazzetti dovrebbe più rispetto”.
Mi permetto, in conclusione, di fare una considerazione. Lo sport dovrebbe davvero rappresentare una tappa fondamentale nel percorso di crescita di ognuno di noi. Un mondo fatto di modelli e personaggi da cui imparare, anche a costo di risultare “vecchi e tradizionalisti”. Quindi un “grazie” a questi due uomini prestati al volley.