Andrea Argenta, l’oro di Modena: "Accolto bene dal gruppo. Nazionale? Grande obiettivo"

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Di Roberto Zucca

In Coppa Italia il segreto di Modena è stato svelato. Non certo per gli addetti ai lavori, che già avevano avuto la fortuna di vivere le sue gesta sin dagli albori. E se non fosse stato per quella fastidiosa distorsione che lo ha colpito nel corso dell’incontro, forse la Coppa Italia avrebbe avuto un altro finale. Un finale che ha il sapore di un nuovo miracolo della pallavolo italiana, che all’anagrafe ha il nome di Andrea Argenta:

“E pensare che io non stavo vivendo nulla di quel momento. Ero in preda alla rabbia. Stava andando tutto così bene e poi ecco la prima distorsione della mia carriera. Ero amareggiato. Col caso e con me stesso”

Argenta, l’hanno colpita gli applausi bipartisan durante la sua uscita?
“Avrei voluto viverli portando la squadra in finale e così non è stato. Io non sono uno che bada a queste cose. Sono quello che lavora. Al resto non sono abituato e forse non mi abituerò mai.”

Il giorno dopo tutti i principali quotidiani sportivi parlavano di lei.
“Guardi, fa piacere che venga riconosciuto il valore di una persona. E il calore dei tifosi modenesi è una bella sensazione da sentirsi addosso. Poi il resto che arriva bene, ma voglio essere ricordato per uno che lavora e mette a terra la palla, non come uno che si comporta da fenomeno in campo”.

Papà Marco ex giocatore e allenatore. Come vive il momento?
“Esprimendo stima per ciò che sto facendo bene e cercando di analizzare con razionalità ciò che deve essere fatto bene. Mio padre è uno che prima di dirmi come ho giocato, mi dice se e come ho messo le mani a muro o come ho staccato in fase di rincorsa. Ed è un bene che sia così”.

Sua madre Elena?
“Orgogliosissima. È felice del momento ed è felice dei sacrifici che si stanno rivelando preziosi per il mio percorso”.

Modena l’ha accolta bene. È vero che Holt, Ngapeth e Bruno sono stati i suoi primi supporter?
“È vero. Io non ho vissuto di certo il mio momento matricola alla Azimut. Ho preso la responsabilità che era giusto assumersi e loro con me sono stati incredibilmente supportivi dal primo minuto. Penso questo abbia solo inciso positivamente sul mio rendimento in campo”.

Con Sabbi non sembra esserci rivalità?
“Esiste la voglia di giocarsi il posto. Rivalità è un concetto che non mi appartiene. Entrambi venivamo da due esperienze molto positive lo scorso anno e abbiamo espresso il nostro potenziale in campo. Anche fuori dal campo è un ragazzo con cui mi trovo molto bene”.

Bruno è l’uomo spogliatoio?
“Si, ma anche Holt. C’è un bellissimo clima che fa sì che questa esperienza si sia trasformata in un bellissimo anno per me. Ci vediamo spesso a cena insieme e trascorriamo il tempo in un clima molto amichevole.

Vuole vincere con Modena Argenta?
“Dannatamente”.

Ha sentito che Blengini ha parlato dei giovani che stanno lavorando bene nelle grandi squadre. Si riferiva anche a lei?
“Mi piacerebbe che si riferisse anche a me. Ogni atleta lavora per quella strada che si chiama azzurro. Per me le porte della nazionale aperte sarebbero la realizzazione di un obiettivo importante a livello personale e professionale”.

Ora la testa al campionato. Tempi di recupero dell’infortunio?
“Ci sto lavorando. Diciamo che prossimamente mi rivedrà in campo”.

Nel frattempo prosegue la sua passione per i libri gialli?
“In realtà leggo di tutto. In prevalenza thriller e gialli. Agatha Christie e Stephen King sono le mie letture preferite”.

Suggerimenti da sua madre Elena, professoressa di lettere classiche?
“Con lei c’è più la passione per la storia e per i confronti sul versante politico. Mi contamina con le sue discussioni e mi fa riflettere. Trovo sia appassionante”.

Visto che è così riflessivo cosa c’è nel futuro di Andrea Argenta?
“La pallavolo. Il lavoro. Il sacrificio. E spero le soddisfazioni che ho vissuto con la carriera di mio padre”.

Andrea Argenta, buona guarigione, piccolo grande talento…

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