Civitanova e Perugia che colpi! Modena vince al quinto contro Monza. Trento segue e spegne ancora la Bunge Ravenna

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Di Roberto Zucca

Terza giornata di ritorno della Superlega caratterizzata dal rispetto di tutti i pronostici. Perugia si conferma leader del campionato, conquistando una bella vittoria sul proprio campo ad opera della LPR Piacenza. Civitanova segue a ruota, ottenendo il successo contro la sempre ostica Revivre Milano. Modena rischia, ma conquista la vittoria al tie break contro una scatenata Monza, mentre Trento si conferma al quarto posto, battendo Ravenna in quattro set all’interno delle proprie mura. Facili vittorie quelle ottenute da Verona contro Castellana e da Latina contro Sora, entrambe in tre set. Padova infine mantiene la giusta distanza dalle dirette concorrenti per i playoff, sconfiggendo in quattro set la Tonno Callipo, priva del suo tecnico Tubertini, esonerato in settimana.

 

GI GROUP MONZA – AZIMUT MODENA 2-3 (18-25, 25-18, 19-25, 25-22, 13-15)
Modena fatica non poco ad imporsi in una Candy Arena scalpitante per l’arrivo di una delle big del campionato. Monza rientra nelle ambizioni di inizio stagione e dà del filo da torcere per oltre due ore a Bruninho e soci che la spuntano solo al quinto parziale.

Squadre ad inseguirsi nei primi punti. Modena è troppo fallosa al servizio, Monza lo è in attacco. Plotnytskyi lascia spazio nella seconda parte di set a Botto (15 punti) subito dopo il proliferare del dominio di Bruninho che giostra degli ottimi palloni per Argenta (7 punti) e Urnaut (22 punti ed MVP), che fanno male soprattutto su contrattacco, dove i brianzoli difendono e ricostruiscono poco. Monza tiene il gioco con qualche giocata di Finger e Dzavoronok (22 punti) ma per il resto lascia spazio allo spettacolo di Ngapeth (18 punti) che porta a casa il primo parziale. Il secondo offre uno spettacolo al contrario. Monza affila i coltelli e gioca tutto il meglio del suo repertorio, ad iniziare da un provvidenziale Botto che in attacco impressiona, così come Dzavoronok e Finger danno del filo da torcere a Rossini e alla difesa modenese. Walsh per Shoji dà maggiore continuità in regia e Monza conquista il secondo parziale. Il terzo set è testa a testa tra le due compagini. Dzavoronok fa male al servizio e Finger in attacco, mentre Modena c’è con Ngapeth magistrale e Urnaut in banda e al servizio. La differenza la fa il giovanissimo Pinali, entrato per Argenta che gioca un esordio in Superlega da veterano e porta la squadra al massimo vantaggio. Bellissimo quarto set con Monza che lo conquista con una prova corale in cui domina il muro di Buti (12 punti) e le ottime scelte di Finger e Walsh nelle combinazioni di contrattacco. Chiude Langlois, appena entrato in banda con un muro su Ngapeth che fa esplodere la Candy Arena. Il tie break vale la superiorità sulla carta di Modena. Urnaut non sbaglia un colpo, Monza prova fino all’11-11 con uno spietato Plotnitskyi rientrato per Botto ad imporsi al servizio ma Modena prima con un ace di Bossi (10 punti) e poi con un attacco di Ngapeth chiude una gara che per Monza poteva avere un esito diverso se avesse osato di più.

Il top: Tine Urnaut e la panchina lunga di Modena. Il problema di Sabbi impegna prima il sempre più lanciato Argenta e poi per esigenze fisiche anche Pinali. Bruno lascia spazio a Franciskovic che ben figura e Holt lascia spazio ad un Elia Bossi scatenatissimo. Poi ci sono i 23 punti di Urnaut che valgono doppio in una gara giocata con tanta forza dalla banda slovena. Modena sembra più unita di quello che è e lo dimostra in questi frangenti dove la classe di alcuni è unita al talento dei nuovi. Fortunato Stoytchev ad avere tutti questi ingredienti nella sua cucina.

Il flop: la delusione negli occhi di Monza. Si poteva fare di più e una vittoria avrebbe dato morale alla squadra. Ma se questa Gi Group continuerà a giocare partite di questo calibro le soddisfazioni arriveranno. Ora pensare solo ai playoff, obiettivo possibile per una squadra così energica e spumeggiante.

 

SIR SAFETY CONAD PERUGIA – WIXO LPR PIACENZA 3-1 (25-21, 19-25, 25-18, 25-19)
Vittoria convincente quella ottenuta da Perugia sulla LPR Piacenza. La squadra di Bernardi gioca una gara a tratti perfetta e si conferma in vetta alla classifica e in gran forma pre-Coppa Italia. Piacenza gioca a tratti ma viene spenta dall’entusiasmo di Zaytsev e Atanasjevic che mettono a segno 37 punti in quattro set. L’inizio della gara è nel segno della Wixo Lpr, che si è mantenuta a lungo avanti, trascinata da Fei (18 punti) e Yosifov (10 punti). Poi un break point in cui Atanasjevic (21 punti) mette a segno servizio e attacco ribaltano il set e stabiliscono il dominio Sir, corollato da una bella giocata a muro di Podrascanin (8 punti) che porta a casa il primo parziale. Piacenza si rifà alla grande nel secondo parziale, dove Parodi (8 punti) gioca la sua miglior pallavolo e Clevenot da metà parziale migliora la percentuale di realizzazione coadiuvato da un bel lavoro di Baranowicz. Nel terzo parziale comincia è lampante lo show di Zaytsev (16 punti), che spinto dalle belle giocate di De Cecco e ancor prima da un perfetto Colaci, spiazzano l’attacco piacentino e passano a condurre la gara. Nel quarto parziale, la prima parte del match è stata all’insegna dello strapotere in diagonale di Fei e del buon servizio di Piacenza che mette in grossa difficoltà soprattutto lo zar. Lo stesso si fa perdonare alcune distrazioni in ricezione, e con Russell (13 punti) che in attacco sfoggia il suo miglior repertorio, conquista i tre punti che valgono un’altra settimana in vetta alla classifica.

Il top: Ivan Zaytsev. Con Sienna come nuova spettatrice per ora da casa, il terribile biondo mette in cassaforte un’altra ottima prova col marchio Sir. In attacco è implacabile e gioca un quarto parziale sopra le righe, dominando il gioco ed esaltandolo con la sola individualità. Difficile fare a meno di lui ormai in questa Sir da vetta.

Il flop: Piacenza poco convinta. Gioca una gara in cui mette in difficoltà molto spesso la capolista ma finisce col diventare l’assassina di sé stessa. Sbaglia troppo e pecca di concentrazione nelle fasi cruciali. E in partite così, anche solo un break point può essere fatale.


KIOENE PADOVA – TONNO CALLIPO VIBO VALENTIA 3-1 (25-18, 23-25, 25-21, 25-16)
Bella vittoria per la Kioene Padova che, contro una Vibo Valentia presente ma arrendevole, conquista tre punti pesanti e si piazza al sesto posto. La Tonno Callipo ha provato a reagire dopo la rescissione consensuale del contratto con coach Tubertini, ma non è bastato il suo gioco corale espresso solo a sprazzi. Avvio di gara intenso fra le due squadre, con Padova avanti grazie anche ai diversi errori in attacco di Patch (15 punti) e ai colpi proibiti di Randazzo (19 punti). Gli ospiti tentano di accorciare ma Nelli (16 punti) e poi Randazzo chiude il primo set con una pipe che fa male. Con Massari (7 punti) ancora in campo per Antonov nel secondo parziale, i calabresi trovano maggiore incisività sia in attacco che in difesa. Con Verhees (12 punti) al servizio, Vibo rimane avanti per tutto il secondo parziale costringendo Padova ad arretrare sotto i suoi colpi. Il terzo set è il più equilibrato della gara. Padova è poco lucida in battuta, mentre in casa Vibo Patch ritrova ritmo e punti. Ci vogliono Cirovic (13 punti) e uno scatenato Polo (11 punti) in posto tre per regalare alla Kioene il terzo gioco. Vibo Valentia parte forte anche nel quarto set e, sfruttando il buon servizio di Verhees va forte nella prima parte del gioco. Il capovolgimento della gara arriva con uno scatenato Travica che prima spezza il ritmo dei calabresi con alcuni servizi fatali e poi orchestrando il gioco di Nelli e Randazzo conquista il quarto parziale e i tre punti.

Il top: Dragan Travica. È la sua stagione (Blengini apri le orecchie e ascolta il canto delle sirene) e lo dimostra partita dopo partita. Avere elementi come Randazzo e Nelli ne esalta le sue doti di trascinatore e motivatore. Stasera gioca una gara da fuoriclasse e porta la squadra al sesto posto in un fermento che alla Kioene non si vedeva da moltissimi anni.

Il flop: Vibo che non combatte più. Rimasta orfana di Tubertini la squadra ha bisogno di una iniezione di fiducia e di un nuovo assetto. In campo gioca una pallavolo arrendevole e demotivata. Vederla al terzultimo posto è una grossa delusione.

DIATEC TRENTINO – BUNGE RAVENNA 3-1 (25-18, 22-25, 25-19,25-20)
La marcia spedita della Diatec Trentino prosegue senza soste anche contro la Bunge, un avversario che giornata dopo giornata perde il lustro che l’aveva caratterizzata nella prima parte del campionato. Un bel successo che porta la firma di tutta la squadra trascinata da un superlativo Lanza e da una buona prova del secondo libero Chiappa che entra dal primo minuto per rimpiazzare un acciaccato De Pandis. In avvio i padroni di casa spingono forte in attacco con Lanza (18 punti ed MVP) e Teppan (10 punti) e guadagnano subito la leadership. Ravenna si difende con la sola diagonale Orduna-Buchegger (20 punti), mentre capitola per i troppi errori di Marechal in attacco e cede ai trentini il primo gioco. Ravenna rientra in campo decidendo di spingere al massimo col servizio e Buchegger picchia ogni pallone che passa dalle sue parti, spinta stavolta anche dalle ottime giocate di Marechal (11 punti) e Poglajen (12 punti) in netto recupero. L’allenatore trentino inserisce allora Vettori, Kovacevic e Zingel per Teppan, Hoag e Kozamernik ma la situazione rimane ampiamente nelle mani della Bunge che sigla il pareggio con uno scatenato Buchegger.

Ravenna entra spavalda anche nel terzo ser domina in attacco fino al 14-16, quando un cartellino rosso per Marechal ed il successivo giallo e rosso attribuiti insieme dall’arbitro allo stesso francese permettono a Trento di tornare avanti 17-16 e poi di prendere in mano le redini del gioco grazie a Kozamernik al servizio e al buon gioco offensivo di Lanza e Hoag che conquistano il massimo vantaggio per la Diatec. Nel quarto set la Bunge ripropone in campo Marechal, ma la furia di Giannelli che architetta i numeri vincenti per gli scatenati Teppan ed Eder (8 punti), regala la nona vittoria a Trento e un saldo quarto posto assoluto.

Il top: Pippo Lanza e la calza piena di doni. La Befana sorride all’atleta azzurro che sfoggia l’abito delle grandi occasioni e polverizza le ambizioni di Ravenna. Quando il gioco si fa duro, Filippo tira fuori le bombe che mandano in crisi Goi e il reparto difensivo ravennate. A servizio è una furia e a muro ci mette del suo. Bella serata per lui.

Il flop: Ravenna irriconoscibile. Vince poco. Balla ancora meno e di conseguenza fa ballare di meno gli avversari. Cosa sia successo alla squadra di Soli non è cosa nota, ma le performance di poche settimane fa sono un vago ricordo. Bisogna chiudere gli occhi e ritornare a quelle gare bellissime che la Bunge vinceva con fin troppa facilità.

TAIWAN EXCELLENCE LATINA – BIOSÌ INDEXA SORA 3-0 (25-19, 25-22, 25-20)
Seconda vittoria in pochi giorni quella che Latina ha ottenuto ai danni della sempre più disperata Sora. Una gara che ha visto la Taiwan prevalere in ogni fondamentale ed esprimere un buon gioco in attacco. Sora si difende come può, soprattutto col solito Petkovic (15 punti) che ingrana la quinta e mette già dal primo set pressione a Sottile e company, i quali reagiscono con uno scatenato Savani (18 punti ed MVP), che al servizio e in seconda linea offre il suo repertorio migliore. Gitto (10 punti) a muro rifinisce il bel gioco in attacco e chiude il primo parziale. Equilibrato il secondo parziale, dove Sora si fa sotto con il buon Seganov che lancia in volata Caneschi e Mattei (7 punti) e si impone con il servizio a cui Shoji in un attimo di difficoltà non riesce a dar seguito. Poi Starovic (8 punti) e Savani riportano la calma, e soprattutto l’ex capitano azzurro chiude il secondo gioco con un muro stampato sullo stralunato Petkovic. Il giapponese Ishikawa (7 punti) entrato per rimpiazzare Maruotti alla fine del secondo set è il protagonista della prima parte del terzo gioco. Sottile lo lancia in ogni occasione e nulla può il muro della Biosì. Sora si fa viva con Mattei e Rosso, che tentano di riaprire la gara, ma la diagonale Sottile-Starovic riapre le danze e il solito Savani che a muro ha viaggiato su percentuali da primato, ipotecano l’incontro.

Il top: Cristian Savani. Stasera brilla una stella sul Palabianchini. L’ex capitano azzurro sgambetta e punisce gli avversari su qualsiasi pallone. A muro zittisce qualsiasi velleità di Sora. Al servizio vola là dove gli altri non riescono a ricevere e in attacco si esprime con la tecnica a cui nessuno sa opporsi. Se la sua gara fosse una musica, stasera si danzerebbe un valzer. Nostalgico e preciso. Tutti aggettivi che Savani ripropone con la sua pallavolo amarcord ma sempre attuale.

Il flop: la difesa targata Biosì. Due gare senza voto per Santucci, che gioca in maniera approssimativa in una squadra che non può permettersi prove simili. Per un ritrovato Seganov, è difficile ricostruire sugli appoggi del libero di Sora. Troppo impreciso il gioco, troppo arrendevole il suo approccio alla gara.

CUCINE LUBE CIVITANOVA – REVIVRE MILANO  3-1 (25-18, 23-25, 25-21, 25-19)
Civitanova vince e mantiene il secondo posto in classifica, disputando una prova di carattere contro la sempre pericolosa Revivre. La Lube sfoggia un’altra prova superlativa del suo regista Christenson mentre Milano spreca diverse occasioni soprattutto nel terzo parziale.
Il primo set vede fuggire i maceratesi, aiutati soprattutto dai molti errori al servizio della Revivre e dalle buone iniziative di Juantorena (17 punti) in attacco, arricchite dai muri di Stankovic (11 punti) sullo spento Abdel Aziz (21 punti). Il capocannoniere della Superlega rientra in campo spinto da una forza che vale il suo primato e trascina la squadra grazie anche al bel gioco in regia offerto da Sbertoli. Parità e palla al centro. Il terzo parziale vede la vera Lube che costringe Giani ad una girandola di cambi (fuori Sbertoli per Perez, Averill per Galassi e Cebulj per Schott), che non risolvono una situazione in cui a dominare è il gioco superlativo di Kovar (16 punti) e di Cester dal centro ancora fondamentale. Macerata ha fretta di chiudere e nel quarto set tiene a bada l’ambizione di Milano, che il solito Abdel Aziz e il buon Schott (14 punti) spingono fino al 16-14. Poi Sokolov (17 punti) prende in mano la leadership della squadra e si esibisce in alcuni colpi che mandano in crisi Fanuli e di conseguenza tutta la squadra.

Il top: Jiri Kovar. Un bellissimo campionato per lui. Sander è insostituibile ma Jiri lo diventa altrettanto con prestazioni così gustose. La tecnica lo assiste, l’intuizione pure. Quando gioca sa essere davvero implacabile. E stasera lo ha dimostrato per l’ennesima volta.

Il flop: Milano poco spavalda. In trasferta alterna belle prestazioni a cocenti delusioni. Con il roster al completo può fare di più e soprattutto non deve abbassare la guardia perché i playoff che sfuggono sono dietro l’angolo. Abdel Aziz segna ancora più di 20 punti, ma ci vuole un migliore gioco di banda per tenere testa alle prime della classe. E Giani lo sa.

CALZEDONIA VERONA – BCC CASTELLANA GROTTE 3-0 (26-24, 25-20, 25-22)
Calzedonia riprende la marcia dopo la sconfitta di Perugia e liquida in tre set la pratica Castellana, ormai sempre più solitaria al penultimo posto in classifica. Per gli scaligeri si rivede Djuric che non avrà vita facile con lo scatenato Stern come opposto, mentre i pugliesi devono fare a meno di De Togni a riposo per influenza. Il primo gioco è quello più combattuto, soprattutto per le giocate di Tzioumakas (16 punti) che da posto due creano qualche problema a Pesaresi e agli scaligeri sino a metà set. Poi la sinfonia suonata da Spirito vede Manavi (16 punti ed MVP) e Jaeschke (7 punti) imporre da posto quattro il loro gioco. Nel secondo set è dominio Calzedonia, con Stern (16 punti) e Manavi che impongono il loro ritmo. Castellana rimane appesa al filo del rasoio solo con Moreira (8 punti) e Hebda (6 punti), che al centro sorprende più di una volta le intenzioni di Spirito. Verona conquista anche il secondo parziale sotto l’insegna di Stern, che anche nel terzo set si rivela la punta di diamante di questa Calzedonia, trascinata a muro anche Birarelli che spegne le speranze di Castellana già dalle prime battute. È poi Jaeschke a chiudere la partita e a porre il sigillo su un successo che vale molto in chiave playoff per questa bella compagine guidata dal generale Grbic.

Il top: Manavi. Quando Grbic chiama, il guerrafondaio iraniano risponde. Una prova da fuoriclasse per lui questa sera, chiamato a sostituire il canadese Maar. Un acquisto che dalla vigilia si era distinto per il dubbio di un attaccante forse ancora acerbo per il nostro campionato e che invece si è rivelato più di una volta l’arma in più per la scatenata Calzedonia.

Il flop: Castellana troppo debole. Senza De Togni la formazione appare ancora più debole della norma e gioca una partita in cui a parte qualche timida bella giocata delo solito Tzioumakas non fa vedere nient’altro. La posizione in classifica forse è giusta per la debolezza dimostrata. Solo un miracolo può raddrizzare ora un’intera stagione. Attendiamo fiduciosi e in preghiera.

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