Di Paolo Frascarolo
Nel mondo sportivo, e soprattutto nella pallavolo, ripartire non è mai facile ma è fondamentale: gli allenatori cambiano, e bisogna sempre guardare avanti. E’ la dura legge dell’allenatore.
Marco Gaspari non è più l’allenatore della Liu Jo Nordmeccanica Modena, eppure la sua storia più che mai rappresenta l’emblema di una professione che, nello sport, non deve mai fermarsi, ripartendo dai momenti negativi.
Quella dell’allenatore marchigiano a Volley NEWS è una bella intervista a 360°: la fine del suo rapporto con la realtà modenese, la nascita del suo percorso e il suo futuro.
Viene da una settimana difficile. Come si sente?
“Bene, fa parte del nostro mestiere, anche se per me è la prima volta. Bisogna affrontarla come tutte le difficoltà a testa alta, con la voglia di migliorarsi ancora”.
Sente di avere molte responsabilità per la fine della sua esperienza con Modena?
“Non credo sia corretto parlarne: nei miei confronti, per la società, per le ragazze e per il nuovo allenatore. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, senza cercare delle giustificazioni, in primis il sottoscritto”.
A 31 anni vince il premio di “Migliore Allenatore”. Quanto è stato importante non accontentarsi?
“Tantissimo. Credo sia fondamentale guardare sempre avanti, con l’obiettivo settimanale di vincere il match della domenica: un piccolo passo per l’obiettivo stagionale prefissato insieme alla società. Nessuno tra i più grandi allenatori in Europa si crede arrivato”.
Quali sono stati i suoi riferimenti all’interno del mondo del Volley?
“Il primo nome che mi viene in mente è Dragan Nesic, uno dei migliori allenatori con cui ho lavorato: mi ha trasmesso moltissimo soprattutto dal punto di vista umano. E poi ovviamente Giovanni Guidetti, un modello da seguire per la sua capacità di trasmettere conoscenze e valori alle proprie squadre”.
E fuori dal campo?
“La famiglia è stata fondamentale nel mio percorso. I miei genitori mi hanno sostenuto nei momenti difficili, perché inevitabilmente questo sport impone agli allenatori momenti difficili. Mi hanno aiutato a vivere la pallavolo come una passione, nonostante sia un lavoro ”.
Marco Gaspari e le maledette finali…
“Spesso ci scherzo sopra per sdrammatizzare, ma non dimentico di avere già disputato tre finali Scudetto e due Coppe Italia a “soli” 35 anni. Ovviamente il rammarico più grande fu per la finale di Coppa Italia persa contro Bergamo quando allenavo Piacenza ma, in tutte le altre occasioni come a Conegliano e Modena l’anno scorso, nessuno avrebbe scommesso un centesimo all’inizio della stagione. Non bisogna dimenticare che già solo arrivare e disputare una finale è complicato, in quanto ogni percorso ha le sue insidie”.
Perché c’è questa ricerca di allenatori italiani all’estero?
“Penso che il prodotto tecnico italiano sia altissimo. In Italia si crea una pallavolo di ottima qualità, con meno materiale rispetto ai top club europei. La ricerca è basata sulla qualità, in quanto i nostri allenatori vengono chiamati per vincere”.
Cosa vede nel suo futuro?
“In questi momenti passano tanti pensieri. Avrei voglia di tatuarmi nel cuore e nella testa uno Scudetto, ma al tempo stesso sono a conoscenza di quale sia la mia età e di dover ancora lavorare tanto. Attualmente lavorare in Italia non è facile, e non escludo che io possa andare all’estero un giorno…”.
Chi vede favorita per lo scudetto?
“Secondo me la graduatoria vede attualmente Conegliano, Novara e poi Scandicci. Conegliano senza Easy e Folie sta comunque dimostrando di andare fortissimo, Novara dispone di un roster di alto livello e Scandicci ha dei mezzi pazzeschi. Bisogna ovviamente vedere il mercato di gennaio cosa regalerà: sono convinto che Modena e Conegliano interverranno per prendere un laterale. Il mercato sarà decisivo come nella scorsa stagione, ma attualmente credo che Conegliano abbia qualcosa in più”.