Di Redazione
Di pallavolo si è recentemente occupato nientemeno che Forbes, uno dei magazine più autorevoli nel settore dell’economia che vanta anche una specifica sezione dedicata allo sport. Si leggono molto spesso approfondimenti interessantissimi di football americano, basket, golf, motori e di tutto quanto muove l’economia statunitense in termini di milioni di dollari sul mercato sportivo. Ma stavolta a prendersi la scena è la pallavolo.
Secondo l’annuale statistica pubblicata dalla NFHS, la National Federation of State High School Associations, la pallavolo ha superato il basket in termini di iscrizioni e partecipazioni nel settore femminile: 444mila iscritte contro le 430mila del basket. Un boom impressionante a fronte di un decremento della palla a spicchi.
Per capire l’entità del fenomeno bisogna spiegare come funzionano le scuole americane: ogni high-school, proprio come ogni Università offre un proprio programma sportivo che garantisce numerosi sport di base come football, basket, ginnastica, atletica e nuoto a tutti i propri studenti, oltre ad alcuni sport di eccellenza. Esistono scuole specializzate nella lotta libera, o nel canottaggio: altre nel tennis piuttosto che nella pallamano. I ragazzi hanno un ventaglio di opportunità e fanno le proprie scelte. Altro che le nostre due orette di educazione fisica…
La pallavolo, che inizialmente era un fenomeno più concentrato sulla costa est, è esplosa in California e in tutti gli stati del centro della Federazione, in particolare Texas, Louisiana, Colorado e Illinois. La federazione di volley americana ha offerto reti e palloni a tutte le scuole che ne facessero richiesta e le palestre si sono attrezzate di conseguenza. Di qui l’esplosione del fenomeno volley con quasi mezzo milione di teen-ager in campo.
In ambito maschile il basket è ancora lontano, ma anche le iscrizioni maschili sono aumentate: da due Olimpiadi a questa parte sono decuplicate.
Un ruolo chiave è stato giocato dalla AVP, l’associazione americana dei giocatori di volley professionisti che – nata nel 1983 – ha avuto un ruolo marginale fino a quando il suo leader non è diventato il miliardario Donald Sun, grande appassionato di pallavolo, che ha iniziato a organizzare il Pro Tour di beach volley patrocinando una serie di clinic che portano nelle varie scuole di tutto il paese i fuoriclasse della storia del volley. Tra le superstar coinvolte April Ross due volte sul podio olimpico con l’oro di Londra e il bronzo di Rio insieme a Jennifer Kessy (illustrate nella foto dopo la loro vittoria dello scorso anno): “E’ un successo incredibile nel quale ci sentiamo tutti vincitori – dice la giocatrice simbolo del volley americano – una crescita così esponenziale è il segnale che il lavoro che è stato fatto ha incontrato i desideri dei ragazzi e che la pallavolo è sempre di più una risposta concreta al loro desiderio di giocare uno sport di squadra da protagonisti”.