Serena Ortolani: “Sono molto motivata. La Nazionale femminile? Scriveranno una bellissima pagina di storia”

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Di Redazione

Atleta pluriscudettata, beacher e mamma: in poche parole parliamo di Serena Ortolani. L’opposto del Saugella Team Monza è pronta a raccogliere una nuova, avvincente sfida dopo le due stagioni a Conegliano che le hanno regalato Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia. Una stagione piena di novità, la sua, anche perché dopo anni è la prima “lontana” dal marito, Davide Mazzanti, ora nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Italiana.
Serena rappresenta l’emblema dell’importante campagna di rafforzamento del Consorzio Vero Volley e della squadra brianzola, che l’anno scorso è riuscita a salvarsi da neo-promossa all’ultima giornata e quest’anno non si vuole porre limiti. Una forte convinzione emersa chiaramente proprio dalle parole della Ortolani in questa bella intervista.

Finalista la scorsa stagione, durante l’estate il beach e mamma di una bellissima bambina. Come ci riesce?
Il segreto è nella passione per la pallavolo. Quest’estate volevo tenermi in forma per me stessa. Ho avuto così la possibilità di disputare il campionato di beach volley grazie al fatto che Monza si allenasse al Bagno Fantini di Cervia, vicino a dove abito io: in questo modo riuscivo a gestire anche mia figlia. Per me è stata un po’ come una vacanza!”.

Quali sono le sue prime sensazioni dopo pochi giorni di allenamenti a Monza?
“Sono carichissima! Sicuramente, guardando le carte di identità, la nostra è una squadra molto giovane e mi fa piacere essere un esempio per le più piccole. Conoscevo già Luciano Pedullà per averlo avuto a Pesaro, e devo dire che lui è molto bravo con le giovani. Sono sicura che farà un bellissimo lavoro”.

Quanto incidono gli stimoli in un passaggio da una realtà come Conegliano a un progetto come quello del Consorzio Vero Volley?
Gli stimoli per me ci sono sempre, così come la voglia di vincere e di fare bene. Sono sincera, ho firmato quando ancora la rosa non era costruita. Il roster mi piace molto e sono super fiduciosa: sono anche curiosa di vedere fino a dove possa arrivare questo gruppo. La stagione dell’anno scorso insegna che fare pronostici non porta da nessuna parte, ma sono convinta che saremo una squadra molto fastidiosa”.

Parliamo del suo ruolo: si sente maggiormente opposto o schiacciatrice-ricevitrice?
Sono nata come centrale, per poi fare tutte le giovanili come posto 4. A Bergamo, facendo un po’ fatica nel fondamentale di ricezione, sono stata spostata come opposto. Davide a Casalmaggiore ha provato a ripropormi come laterale, scelta tentata anche l’anno scorso a Conegliano. Tuttavia mi sono sentita molto in difficoltà, soprattutto in Champions League, e vedendo che mi innervosivo facilmente, abbiamo lasciato perdere…”.

A differenza di molte altre colleghe non ha mai deciso di andare all’estero. Per quale ragione?
Ovviamente da quando sono diventata mamma è venuta prima la famiglia dello sport. Le proposte sono state tante, ma anche all’inizio della mia carriera ho sempre preferito rimanere in Italia e fare bene qui”.

Cosa pensa della nuova Nazionale di Mazzanti?
Credo che le giocatrici dell’ultimo World Grand Prix abbiano giocato da veterane, pur essendo molto giovani. Sono stupita per il gran lavoro fatto in così poco tempo dalle ragazze e da Davide, che è davvero un perfezionista. A mio avviso meritavano il primo posto e sono sicura che apriranno un grandissimo ciclo”.

 Ha mai pensato a un suo ritorno in Nazionale?
Io, onestamente, vedo questo gruppo già fantastico, e non credo sia il momento per inserirmi. Scriveranno una bellissima pagina di storia, mentre io ora penso solo a fare bene con Monza”.

Il mercato italiano ha regalato grandissimi colpi: segno che il nostro campionato stia tornando al top?
A livello tecnico, il campionato italiano è sempre stato uno dei migliori. Ultimamente, valutando anche le giocatrici italiane che sono tornate nel nostro torneo, il fascino è aumentato. Sento che dopo diverso tempo numerose società sono tornate a fare una campagna acquisti di rafforzamento molto competitiva. Si è creato una concorrenza che può fare solo bene in quanto crea interesse”.

Per quale ragione i pallavolisti non sono considerati Professionisti?
In Italia purtroppo lo sport è il calcio, ovviamente grazie al seguito, gli introiti e gli sponsor. Non si può minimamente creare un paragone. Reputo tuttavia che in tutti gli sport gli atleti facciano la vita dei professionisti con allenamenti e impegni settimanali. Quindi non capisco questa differenza. Dovrebbero esistere maggiori leggi e tutele per i militanti del nostro sport”.

In chiusura, le due colleghe più forti con cui ha giocato?
Voglio guardare al futuro, e dico Egonu e Malinov”.

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