Di Roberto Zucca
Conoscendo la sua riservatezza e i suoi valori, essere al centro del mercato della pallavolo delle ultime settimane non deve averlo fatto urlare di gioia. Matteo Piano è diventato invece inconsapevolmente il promesso sposo della pallavolo a cui nessuno sembra voler trovare compagna di vita (e di volley).
Sembrava fosse una questione di giorni, dopo l’uscita di Modena dai play-off promozione, comunicare la destinazione della prossima stagione del centrale astigiano. Il canto delle sirene lo dava già infatti a stagione non ancora conclusa nelle braccia di Trento, per seguire le orme del suo compagno di avventure Luca Vettori. Ed è stato forse quello l’errore di lettura di quella trattativa: vedere Matteo inserito in un pacchetto in cui lui stesso non si è mai sentito incluso. Annunciata la dipartita di Vettori da Modena, l’attenzione del mercato per Piano si è spostata verso Verona, che pochi giorni fa ha ingaggiato Capitan Birarelli che già aveva annunciato l’addio alla Sir dopo alcune stagioni. Anche qui l’affaire Piano era stato inserito in un pacchetto che comprendeva la cessione da parte di Modena di Kevin Le Roux, blasonato centrale francese con cui a Modena Matteo ha spesso diviso le luci e le ombre di una stagione opaca per la società ex campione d’Italia. Anche in questo caso, l’agognata telenovela si è conclusa con la cessione di Le Roux alla Dinamo e la partenza di Matteo per la sua amata nazionale, in cui già dai primi weekend di World League ha dimostrato di voler essere ancora uno degli attori protagonisti della nostra pallavolo.
Negli ultimi giorni poi, ecco spuntare il nome della Powervolley Milano, che, dopo aver annunciato in pompa magna l’arrivo di Cebulj, vuole forse proseguire i colpi di mercato con una gradita sorpresa per i tifosi meneghini e pare essere interessata all’atleta piemontese. Quello che però forse, in questa storia non è stato considerato sono stati forse due fattori: le volontà di Modena ma soprattutto quelle del giocatore.
Di apprezzabile infatti, per una società come la Azimut, abituata alla cultura delle annunciazioni e dei colpi di scena (leggasi di mercato), c’è forse il silenzio e l’educazione del giocatore che su questa vicenda ha sempre usato un politicamente corretto “I don’t know”, e non ha mai esplicitato alla stampa o pubblicamente la volontà di lasciare la piazza di Modena, ma semplicemente di continuare il suo percorso nel nostro campionato. Dall’altro, c’è stata forse la strategia della Azimut di liberarsi di alcuni pezzi della propria collezione che riteneva un tempo incedibili e pregiati e che ora non rientrano più nelle priorità di un allenatore e di una politica di rinnovamento. Quindi, cosa ci fosse di vero in tutta questa complicata vicenda di mercato ed economica c’è forse una rinomata metafora dello scacchiere, in cui le pedine vengono giocate da società e procuratori con il silenzio o assenso di atleti che dell’essere oggetti del gioco talvolta farebbero anche a meno.
To be continued…