Francesco Cottarelli tra Superlega e Beach: "Sto benissimo a Padova, ma non vedo l’ora di tornare sulla sabbia"

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Di Roberto Zucca

A stupire è la sua ambivalenza. Quella che la scorsa state ha reso Francesco Cottarelli, secondo palleggiatore della Kioene Padova, la più grande sorpresa del Campionato Italiano di Beach Volley, assieme a quell’Edgardo Ceccoli, con cui, facendo coppia fissa, farà sicuramente tanta strada sulla sabbia:

Io ed Edgardo ci siamo ritrovati durante una sera dopo un torneo a parlare e mi chiese di giocare con lui in estate. Lì per lì dissi sì ma pensando che, come spesso capita, fosse una cosa detta nell’entusiasmo e nell’euforia di una serata. Poi, a gennaio dello scorso anno, mi ritrovo un suo messaggio nel quale mi si dice: allora sei pronto per la stagione estiva?“.

E lì rimase spiazzato. Sia lei che Ceccoli avevate l’indoor.

Ma ho accettato, non solo per la curiosità di giocare in estate e divertirmi, ma anche per la sicurezza che con Edgardo avrei potuto fare un bel lavoro. Sono andato giù a Pescara ad allenarmi e abbiamo iniziato a giocare le tappe con la consapevolezza che si potesse fare un buon lavoro nel tempo”.

Molti addetti ai lavori hanno detto che siete stati la sorpresa della stagione.

Fa piacere. E quest’anno cercheremo di alzare l’asticella. Non vedo l’ora di ritrovarmi con Edgardo ad affrontare il campionato. Simone Di Tommaso ci allenerà in vista della prossima stagione e Pescara sarà la nostra base. L’entusiasmo c’è. Ed è tanto”.

Il suo principale lavoro è quello di secondo a Padova, in Superlega.

E sto benissimo. Padova è una culla nella quale crescere e noi giovani siamo stimolati nel fare un lavoro molto importante. Ho preferito per ora non ambire ad una squadra nel quale essere titolare fisso perché credo molto nel progetto Kioene. Più avanti si vedrà. Basta vedere i progressi di atleti come Polo e Volpato per capire che il progetto paga col tempo”.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Il valore di questo organico della Kioene sembra proprio il gruppo. Siete così uniti come appare?

Sì, ma lo può chiedere a chiunque e confermerà. Vivi un ambiente nel quale c’è una bella armonia e dove in campo ti ritrovi davanti un Dragan Travica che è un leader vero, dal quale imparare e carpire esperienza ogni giorno. È una squadra che vive e si alimenta dentro e fuori dal campo”.

Sui social appaiono spesso le storie di integrazione tra lei, Polo e Ishikawa. Quanto è importante “italianizzare” gli stranieri in squadra?

Molto. Yuki è un ragazzo simpaticissimo e molto timido, che aveva solo bisogno di sentirsi parte di un gruppo per aprirsi, ed essere se stesso con la propria cultura e le proprie diversità, che sono un grande valore aggiunto per noi. Lo invitiamo a cena e lo rendiamo partecipe del nostro mondo e viceversa. Lui apprezza molto”.

È sotto gli occhi di tutti che lei lavora molto bene con l’immagine. Le piacerebbe fare esperienze diverse da quelle pallavolistiche?

Se mi parla di televisione, le dico: perché no! Ovviamente cercherei di ritagliare una piccola parentesi. Non credo possa essere un mestiere totalizzante. Però mi piace comunicare, vedo che mi riesce bene e lo faccio finché la cosa mi diverte”.

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