Foto: Lega Volley Maschile

Mosna: “È finita, se ci viene tolta anche la possibilità di parlare…”

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Di Redazione

Una telenovela infinita, quella che come protagonista lo scontro tra Federvolley e Leghe.

Ieri la Fipav ha diffuso un duro comunicato stampa nel quale stigmatizzava la lettera indirizzata dal presidente della Lega Pallavolo Serie A (e di Trentino Volley), Diego Mosna, e dal suo omologo del femminile, Mauro Fabris, entrambi dimissionari peri noti motivi, al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

Dopo la risposta di Fabris, oggi arriva puntuale anche quella di Mosna, riportata da il Trentino: «La Fipav ci toglie anche il diritto di parola» «È finita, se ci viene tolta anche la possibilità di parlare… Siamo in emergenza, una delle finalità della Lega è mettere in sicurezza le società e cioè fare si che vengano considerate attività economiche. Questo va spiegato anche a chi tiene le redini del governo, che potrebbe prevedere interventi in nostro favore. Il diritto ad essere considerati attività economiche lo pretendiamo, abbiamo decine di stipendi da pagare, teniamo noi in piedi i settori giovanili che fanno grandi le nostre Nazionali, mica la Federazione».

Concentrato sui possibili aiuti che alle società potrebbero arrivare dal governo, Mosna non parla neanche più di finali estive per i due massimi campionati. Del resto, quando Podrascanin dice pubblicamente che da Perugia passerà a Trento e il connazionale Kovacevic parla con la stampa serba della fine della sua esperienza all’Itas, come si fa a tornare in campo con i vecchi roster? «I giocatori, fino a fine giugno, sono in carico alle rispettive società – replica il presidente Mosna – Quindi, se dovessimo tornare a giocare, uno dovrebbe andare a Perugia e l’altro venire a Trento. Ma le parole di Podrascanin e Kovacevic sono giustificate da questo clima di abbandono, che personalmente non ammetto: nella pallavolo ci siamo arresi al virus, mentre con un po’ di collaborazione si poteva almeno provare a giocare».

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