Di Redazione
Ha lasciato uno strascico di polemiche il divorzio tra lo Zenit Kazan e l’allenatore Aleksej Verbov, passato al Kuzbass Kemerovo. Sulla panchina dello Zenit è tornato lo storico tecnico Vladimir Alekno che, dopo aver a lungo difeso il suo ex allievo, in un’intervista a Sportbox non gli ha risparmiato critiche pesanti: “Aleksej non è ancora pronto a guidare in modo indipendente una squadra come lo Zenit. Gli era stato offerto di rimanere alla guida della squadra, ma questa volta con un mio ruolo più attivo: nella scorsa stagione aveva carta bianca, ha preso il 99% delle decisioni da solo e i suoi errori alla fine hanno influenzato i risultati“.
“Non avremmo mai dovuto perdere con i belgi – dice Alekno riferendosi alla doppia sconfitta di Champions League contro il Greenyard Maaseik – e abbiamo perso un’opportunità di arrivare primi in regular season, una posizione che adesso ci avrebbe permesso di festeggiare il titolo. Poi la sconfitta per 0-3 a Surgut, e molte altre partite del campionato, in cui l’allenatore ha grosse responsabilità. Personalmente ho detto ad Aleksej che aveva bisogno di imparare un po’, fare una sorta di percorso per diventare uno specialista, e io lo avrei aiutato. Questa è la mia opinione, ma lui ha risposto che lo schema proposto non gli andava bene, voleva l’indipendenza“.
Alekno ha parlato anche della possibilità di tornare in un ruolo dirigenziale: “Se fossi sicuro che il mio successore fosse in grado di resistere alla pressione e ottenesse i massimi risultati per diversi anni, tornerei con calma nell’ombra. Ma al momento non vedo ancora nessuno che sia in grado di mantenere il livello che io e la squadra abbiamo mantenuto per dieci anni. Sugli allenatori stranieri poi sono molto cauto: ho una certa riluttanza a ingaggiarli, chiamatemi un nazionalista sportivo, se volete“. Il riferimento è probabilmente a Slobodan Kovac, che in una recente intervista ha dichiarato di essere stato tra i papabili per la panchina dello Zenit.
(fonte: Sport Business Gazeta)