Di Paolo Cozzi
Un segnale importante per la pallavolo italiana in un momento di tanti dubbi e incertezze arriva dal mercato, con l’annuncio ufficiale da parte della Saugella Monza di Alessia Orro, palleggiatrice della nazionale italiana proveniente da Busto Arsizio, dove prima dello stop imposto dal coronavirus stava riportando la sua squadra a livelli che mancavano da qualche anno. Un ingaggio di peso quello di Alessia, di quelli che spostano gli equilibri, e lanciano Monza all’inseguimento serrato di Conegliano.
Abbiamo raggiunto Alessia al telefono nella sua Sardegna, dove si è rifugiata in questo periodo e per tenersi in forma sta aiutando i suoi genitori a ristrutturare giardino e veranda di casa, cimentandosi fra sacchi di sabbia e travi di legno, in una preparazione fisica alternativa. Con il sogno a breve di poter tornare a fare lunghe passeggiate a cavallo nella sua bellissima isola.
Prima di guardare al futuro, facciamo un breve excursus sulla situazione attuale. È la prima volta che capita di lasciare tutto a metà, all’improvviso, in una situazione surreale. Cosa ne pensa?
“Ho vissuto tutto in modo molto strano, ai limiti dell’incredibile: da un momento all’altro ti svegli e capisci la gravità della situazione, da un momento all’altro non ti alleni più, non giochi più, non sai fino a quando, non sai cosa potrà accadere in futuro. Come tutte le attività economiche anche la pallavolo sta soffrendo tanto, soffrono gli sponsor, gli abbonati, le società e noi giocatori che in questo momento non possiamo svolgere il nostro lavoro di atleti“.
E sulla stagione della Unet E-Work Busto Arsizio che sensazioni le sono rimaste?
“Sono molto triste per non aver concluso la stagione con Busto. Stavamo facendo un percorso straordinario, in un ambiente in cui mi sono trovata bene con tutte le compagne. Avevamo compiuto grandi imprese e mi dispiace per noi, per la società che dopo tanti anni stava ritornando a essere protagonista, per i tifosi sempre calorosi. Ma con tutti i morti e la sofferenza che ha portato questo virus non si poteva proprio andare avanti, anche per tutelare la salute di noi atleti“.
Veniamo al presente: Monza ultimo step di crescita professionale per arrivare a lottare per lo scudetto?
“Sì, certo, ovviamente un atleta punta sempre a quello. Tutte le squadre a inizio stagione mirano a fare bene, e Monza è una di quelle che aspira al vertice ormai da qualche anno. Sono sicura che faremo bene, perché stiamo allestendo una squadra super competitiva e gli obiettivi sono questi… Quindi, quando arriveremo in palestra alla ripresa, lavoreremo sodo in modo tale da portare tante soddisfazioni a casa“.
Troverà anche altre sue compagne di nazionale come Beatrice Parrocchiale e Anna Danesi. Questo le ha dato uno stimolo nella scelta della squadra, nella stagione che porterà alle Olimpiadi di Tokyo?
“Certo, mi ha aiutato nella scelta perché conosco molto bene Bea e soprattutto Anna, con la quale ho condiviso gli anni del Club Italia. Sono sicura che con loro mi troverò benissimo e potremo costruire qualcosa di importante a Monza. Metà nazionale è a Conegliano, un altro gruppo a Scandicci, ora saremo in tante anche a Monza, e lavorare insieme sarà importante anche in chiave azzurra!“.
Quest’anno una delle sue compagne, Sara Bonifacio, è stata il centrale con la percentuale migliore in attacco (il 59%, n.d.r.). Visto che ho avuto modo di lavorare in palestra al Club Italia con te e Anna, so che l’intesa tra voi è molto buona… Quindi facciamo un gioco: con che percentuale facciamo attaccare Danesi l’anno prossimo?
“Con Anna mi sono sempre trovata benissimo, ha un braccio molto veloce che si abbina bene alle mie caratteristiche, quindi spero che quest’anno potremo divertirci entrambe! Se devo pensare ad un numero… dico 60%, e sarebbe davvero super raggiungerlo!“.
Lei è una palleggiatrice di talento, la sua palla ha sempre la tensione giusta, ama giocare al centro e la pipe ed è diventata molto precisa in banda. Rispetto all’Alessia dell’esordio in serie A, dove si sente migliorata e in cosa può crescere ancora?
“Noto di più il fatto che è cresciuta la mia personalità in campo, gestisco la squadra meglio anche nei momenti di difficoltà. Poi riesco a velocizzare di più i palloni: anche quelli staccati da rete non li gioco solo in banda, ma riesco a sfruttare bene il gioco centrale, creando fastidio al muro avversario. Sono migliorata tanto nella battuta, e come sempre mi piace molto attaccare se ci sono palle vaganti per il campo, non vedo l’ora di fare un contrasto o attaccare una palla a filo! Se devo pensare ad un fondamentale in cui posso ancora crescere molto è il muro: quest’anno non è andata benissimo, anche gli scout me lo hanno confermato. Può anche essere accettato da parte di un palleggiatore, ma io voglio migliorare e lavorarci tanto sopra l’anno prossimo“.
Immaginiamo ora il 24 pari di una finale… come si comporta una grande palleggiatrice? Quali sono i pensieri che fa prima di alzare? Come sceglie a chi affidare la palla?
“A me piace fare di testa mia, nel senso che in questi momenti mi piace prendere le mie responsabilità senza andare troppo a chiedere aiuto. Anche perché io gioco per questi momenti, in cui l’adrenalina scorre a mille! Dipende molto dal momento e dalla situazione: ovviamente ogni partita ha un suo perché, ci sono magari attaccanti che in altre partite hanno fatto meno bene e in questa sono in forma o viceversa. Io tendo a guardare in faccia le mie compagne in questi momenti, e cerco di capire le loro emozioni. Riesco a capire se la mia compagna mi guarda perché vuole la palla ed è convinta di metterla giù, cosi come capisco chi mi guarda ma è molto meno convinta: diciamo che sono un po’ una psicologa in campo, mi piace molto soffermarmi su queste piccole sfaccettature, anche perché alla fine la responsabilità è mia. Devo sfruttare la conoscenza che ho delle mie compagne dopo un anno di allenamenti“.
Qualche esempio?
“Chiaramente in nazionale è facile giocare con un attaccante come Paola Egonu, se è in prima linea ovvio che ci fai più di un pensierino, ma è anche vero che sarà marcatissima dal muro avversario. Per esempio, pensiamo all’ultima palla della finale dei Mondiali Under 18, con Paola in posto 4: tutti si aspettavano che servissi lei, infatti ho visto benissimo la centrale avversaria partire prima per raddoppiare su di lei, così all’ultimo ho alzato dietro a Vittoria Piani che ha fatto punto facilmente e ci ha regalato il titolo. Ecco, queste sono le responsabilità che mi piace assumermi: valutare e prendere la decisione giusta in una frazione di secondo!“.
Per finire, lei è sempre stata un’atleta che vive molto i tifosi, sia sui social che al palazzetto… come sarà riprendere, probabilmente, a porte chiuse?
“Sicuramente mi toglierà un po di gioia ed energia, perché sentire i palazzetti pieni e il calore del pubblico è tutta un’altra cosa.-Però, ovviamente, oltre che passione la pallavolo è anche un lavoro, perciò sarò concentratissima sul campo. Dopotutto anche in situazioni normali ci sono quei momenti in cui sei talmente concentrato che ti isoli da tutto e da tutti, entri in una bolla di concentrazione dalla quale niente e nessuno può distrarti“.
Facciamo una promessa ai tifosi della Saugella come benvenuto: Finale Scudetto Monza-Conegliano in un’Arena festosa e strapiena? Che ne dice?
“Non voglio sembrare troppo ‘sborona’… ma sì, è decisamente una bella idea e un ottimo obiettivo!“.