Di Redazione
Poteva essere l’anno giusto per lasciare, vista la pandemia e la grande confusione intorno alla continuità dei prossimi campionati un po’ dappertutto, ma non per Manuel Fernando Paiva Silva, meglio noto come Manuel Silva: “Lasciare in questo momento nel mezzo di un dramma e senza nemmeno poter salutare il campo e il pubblico come si deve non mi sembra la cosa giusta da fare. Sto bene, anzi… sto benissimo, e sono pronto per giocare almeno un’altra stagione”.
Manuel Silva (qui sotto in una delle sue ultime esibizioni in Nazionale), che a 46 anni è ancora in una forma fisica invidiabile e si allena con pesi e attrezzi non meno di tre ore al giorno (“devo lavorare di più se voglio competere con i ragazzini” dice) è tornato al club dove aveva fatto il suo esordio nel massimo campionato negli anni ’80. È l’Ala de Nun’Avares di Gondomar, polisportiva che vanta una squadra maschile in A2, una ottima divisione femminile e una sezione di beach volley molto attiva.
La nazionale l’ha lasciata ormai sei anni fa, a quarant’anni, dopo 228 presenze internazionali: “Era giusto lasciare spazio ai giovani ma non avevo alcuna intenzione di smettere anche perché il fisico tiene e mi sento molto bene in campo e in palestra. In questi giorni di isolamento ho fatto di tutto per mantenere un po’ di esercizio. La revoca dello stato di emergenza è una buona notizia, ma siamo tutti consapevoli che la crisi non ancora è finita e che dovremo stare molto attenti”.
“Mi sarebbe piaciuto giocare nella nazionale di oggi – dice – perché il livello è cresciuto tanto in Portogallo e sono felice di avere dato anche il mio contributo, vincere la lega europea nel 2010 dopo tanti sacrifici è stato un grande segnale che ha contribuito a creare la passione che il Portogallo vive oggi con tantissimi giovani che si avvicinano alla pallavolo”.
Manuel Silva è un profeta in patria: a Gondomar è nato e qui ha deciso di tornare a fine carriera… “Era giusto che ritornassi alla mia città l’affetto e l’attenzione mi ha dedicato in questi anni. Nel 2018, quando la municipalità mi ha onorato dedicando a mio nome lo Sports Gala mi ha fatto un enorme regalo perché Gondomar è una città che vive di sport… non solo pallavolo ma anche beach volley, calcio, calcio a 5, tennis da tavolo, ciclismo. È un evento straordinario che posso vivere con la mia famiglia, mia figlia in particolare e tutti i miei concittadini”.
A 46 anni resiste e non molla: “Quando uscirò dal campo sarà perché fisicamente non sono più in grado di giocare – dice l’opposto – ma fino a quel momento darò tutto e poi lavorerò con i giovani, già lo sto facendo e voglio continuare a farlo perché questo movimento soprattutto in città piccole come la mia, ha bisogno di concretezza e passione”.
(Fonte: CEV)