Di Stefano Benzi
Ci sono storie che fanno bene alla pallavolo anche se sono del tutto finte. E siccome molte storie di fiction sono talmente convincenti da sembrare reali, la storia di Scott Sterling merita di essere spiegata agli appassionati di pallavolo.
Dietro le gesta di Scott si nasconde Matt Meese, un comico americano di straordinaria creatività e inventiva che è nato prima come autore e poi come artista in una ‘comedian factory’ americana molto famosa tra i creativi della rete, di You Tube e dell’instant comedy. Insomma… quando gli You Tuber ancora dovevano nascere, Matt era già un autore che immaginava di creare personaggi totalmente fantasiosi ed eroici, che diventassero famosi attraverso gesta eroiche del tutto fittizie.
Matt Meese è nato nel New Jersey ma è cresciuto nei locali comici universitari quando ha cominciato a frequentare la BYU, la stessa università nella quale sta giocando Davide Gardini. È lì che gli viene in mente di creare una versione comica della Divina Commedia. I suoi personaggi piacciono ad attori come Ben Stiller, Owen Wilson e Will Farrell (Zoolander, The Weddingcrashers…) che lo incoraggiano ad andare avanti. A forza di scrivere Matt Meese diventa uno degli autori più richiesti nei locali Off-Broadway: e alla fine crea la sua stessa idea dando vita a Studio C, un laboratorio comico di gente squattrinata ma con idee geniali. Tutto parte dal budget (“a usual f***ing zerobudget video” diceva sempre Meese) e da un’idea che sia brillante e fuori da qualsiasi schema. Irritato, più che ispirato, dagli eroi dei cartoons e dei film americani, Meese studia un antieroe, un nerd capace di tutto.
La prima volta che scrive il canovaccio di “The Goalkeeper”, Matt Meese – grande appassionato di sport e ormai laureato – pensa a qualcosa che sia in completa controtendenza rispetto ai personaggi Marvel e Avengers, un supereroe un po’ occasionale e sfigato che capace di imprese assolutamente uniche. I suoi primi video sono girati inizialmente con tecnologia digitale e con logiche cinematografiche. Il miracolo viene fatto all’editing, in montaggio. È lì che Matt Meese diventa il leggendario Scott Sterling. Il nome stesso del personaggio è un omaggio alla Scozia, che Matt ama profondamente: la quasi omonima Stirling è una cittadina scozzese che è stata teatro di una delle grandi battaglie per la libertà del mitico William Wallace. Della Scozia Matt Meese ammira il fatto che sia un paese di “straordinari perdenti, gente capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo pur vedendo di rado il traguardo”.
I suoi sketch puntano al mondo delle università: nel primo, trasmesso dal programma comico Studio C nel novembre 2014, Scott respinge con la faccia cinque tiri consecutivi nati da un calcio di rigore. Il montaggio è perfetto, tanto che in alcuni paesi il video viene presentato come reale pur essendo un clamoroso e assoluto fake. Matt decide di vestire i colori di Yale, intanto perché si tratta di Blue Scotland e poi perché pur trattandosi di una facoltà americana molto famosa, Yale vanta una straordinaria tradizione accademica ma raramente ha ospitato atleti leggendari.
Considerata la facoltà dell’alta borghesia e dei ‘nobili’ (molte le corone europee che hanno studiato lì) Yale è più famosa per gli scienziati e gli attori che non per gli sportivi… “Yale era perfetta per dare vita a un nerd” spiega Matt che ha tutto tranne che il fisico da sportivo.
Il video The Goalkeeper ha un tale successo che Matt pensa a un secondo personaggio: il libero di una squadra di volley. E crea un canovaccio narrativo vero e proprio: nella finale per il titolo NCAA, Yale affronta gli acerrimi nemici della North Carolina University. In questo caso Scott respinge sempre con la faccia tutte le schiacciate dei suoi avversari e marca il punto della vittoria per i Bulldog quando, sollevato di peso, stampa – sempre con la faccia – il muro decisivo sul campo avversario.
Il video sbanca: decine di milioni di visualizzazioni, grazie anche al commento originale dei telecronisti NCAA che conferiscono ulteriore credibilità al video. Scott, che finalmente ha un nome e un cognome, diventa “The Man, The Myth, The Legend”.
Il risultato è spassoso: Scott in barella che viene portato in trionfo, svenuto, mentre la squadra festeggia la vittoria del trofeo. I commentatori che offrono una serie di esagerazioni degne di un evento epico. È tutto costruito con eccezionale abilità ma anche con grande autoironia. Al momento i video You Tube di Scott Sterling è probabilmente il video di volley più famoso del mondo (quasi 250 milioni di visualizzazioni, 60 milioni solo su You Tube) anche grazie alla sua versione ridotta su Tik Tok che continua a essere forwardata e ripubblicata da tutti gli appassionati.
Da sottolineare anche che a Yale giocano a volley ma che la squadra è ben lontana dalla Division One di NCAA e che Matt.
Il video ha un tale successo che si crea anche uno spin off: una giornalista (finta anche lei) di Channel News 8 si intrufola nella stanza d’ospedale dove Scott cerca di recuperare dai traumi, orrendamente sfigurato dalle pallonate avversarie. Il suo agente (finto pure lui, è uno degli amici della sua compagnia comica) prima cercherà di allontanare la giornalista e poi trasformerà il collegamento in una televendita per proporre la maglia di Sterling all’asta.
Nella fiction c’è spazio anche per la realtà: la maglia di Scott Sterling #2 con i colori di Yale viene davvero venduta su un sito e l’hanno acquistata migliaia di fan di volley da ogni parte del mondo.
Splendido anche il video nel quale, dopo qualche tempo, Matt Meese rivela alcuni segreti del backstage di quel video virale girato su un campo di volley.