Di Redazione
Grazie alla collaborazione con la pagina Fondamentalmente Pallavolo continuiamo il nostro viaggio negli aspetti più tecnici del nostro sport. Oggi approfondiamo il tema dei sistemi di battuta grazie al lavoro di Giacomo Tomasello, per anni protagonista in Serie A con le maglie di Vibo Valentia e Corigliano (ma anche di Isernia, Latina, Gioia del Colle e Perugia) e oggi allenatore della Jolly Cinquefrondi. Buona lettura!
La battuta è il fondamentale con cui comincia l’azione di gioco e quindi la fase battuta punto, inserita nel sistema di gioco di ogni squadra, è la massima espressione del singolo, essendo l’unico fondamentale eseguito in completa autonomia da ogni giocatore, escluso il libero, ma necessità altresì il rispetto di una strategia tattica collettiva ben definita.
Nell’alto livello maschile possiamo distinguere due sistemi di base per eseguire il fondamentale del servizio, che si differenziano prevalentemente a seconda della traiettoria e della tattica con la quale il giocatore vuole attaccare la squadra avversaria. Nello specifico parliamo di servizio salto float, e servizio salto spin.
Nel caso del servizio salto float, o a foglia morta, la traiettoria che il pallone segue dopo il colpo impresso dal battitore non si sviluppa ruotando in aria su se stesso ma flottando, simile all’andamento di una foglia che cade dagli alberi appunto; nel caso del servizio salto spin, dopo il colpo, il pallone segue la traiettoria ruotando velocemente su se stesso. Queste due tecniche, oltre che nell’esecuzione, si differenziano per la tattica e la gestione, ma hanno come obiettivo comune la realizzazione del punto.
Nello sviluppo della metodologia dell’insegnamento e nella preparazione dei sistemi, tra cui quello della battuta, è bene tenere presente la tecnica con la quale si costruiscono tutti i fondamentali che definiscono il sistema stesso di battuta cercando di automatizzarli e renderli quanto più fluidi e precisi, facilitandone così di gran lunga la loro esecuzione. Nella sua creazione dobbiamo innanzitutto operare delle scelte basandoci sulla loro efficacia: la positività (prendendo in considerazione gli aspetti positivi della battuta come i punti diretti e le ricezioni negative dell’avversario) e l’efficienza (prendendo in considerazioni gli errori, i punti e le battute che hanno limitato la velocità di gioco avversaria).
I sistemi di battuta devono essere gestiti anche nelle proprie diversificazioni tattiche con delle scelte ben precise; ogni battuta errata infatti è un punto per l’avversario. Troviamo quindi due nette distinzioni di impostazione dei sistemi di battuta: la battuta tattica se si vuole curare la positività, la battuta forte se l’aspetto da curare è l’efficienza.
La sostanziale differenze tra le due tipologie di battuta va ricercata nella loro finalità, nelle situazioni di punteggio in cui sono proposte nonché nella loro gestione. Mentre la battuta tattica punta sulla continuità di gioco e ha un obiettivo specifico definito, ad esempio, sovraccaricare in ricezione il miglior giocatore in attacco, servire sul giocatore meno abile nel fondamentale di ricezione o cercare la così detta zona di conflitto tra due ricevitori, applicando di conseguenza un sistema di muro, difesa e contrattacco; la battuta forte ha come scopo principale la realizzazione del punto diretto.
Nello specifico la battuta tattica, proprio perché deve rispettare delle consegne importanti nei moduli di gioco, non deve sempre essere eseguita con il massimo della potenza, ma deve essere il risultato di un insieme di precisione, forza e astuzia. Molto spesso nelle situazioni di equilibrio di punteggio o di fine set può essere utilizzata avendo un basso margine di errore, per gestire prestabilite e rigide consegne a muro e in difesa. Nell’alto livello può essere monitorata tramite la positività, quindi attraverso l’andamento tra i punti diretti e le ricezioni negative dell’avversario.
A differenza della tattica, la battuta forte deve essere eseguita sempre al massimo della potenza che deve altresì permettere al pallone di colpire una zona di campo utile a finalizzare un punto diretto, chiamato ace, o in ogni caso a cercare di mettere in crisi quanto più possibile la ricezione avversaria, limitandone cosi la costruzione e la velocità di gioco del fondamentale di attacco.
Tale tecnica però ha un altissimo margine di errore e per questo motivo durante le competizioni viene affidata solo ai giocatori più abili in questo fondamentale, al fine di creare in qualsiasi situazione di punteggio un punto break diretto o quanto meno cercare di costruirlo. Nell’alto livello può essere monitorata in base all’andamento dell’efficienza, cioè il rapporto tra ace fatti, ricezioni positive avversarie ed errori commessi. Il rapporto tra ace/errori fatti nell’alto livello deve essere orientato sull’1:2 (una battuta positiva su due). Un aspetto importantissimo è la gestione della battuta che deve registrare pochissimi errori sull’esecuzione delle battute salto float, e un rapporto equo tra battute errate e positive per la battuta salto forte.
Tramite lo studio del fondamentale di ricezione delle squadre avversarie possiamo contrapporre una strategia e una vera e propria tattica di gioco: in ogni situazione apparentemente a noi favorevole si può cercare di costruire una strategia tattica di battuta. Valutando le performance di ricezione di ogni giocatore avversario, possiamo individuare chi di loro soffre di più una tipologia di battuta anziché un’altra; l’area che ha meno efficacia per la costruzione di un attacco dopo la ricezione, a seconda della distribuzione di ogni alzatore avversario; in alcune rotazioni particolari si possono impegnare i centrali (non particolarmente abili nel fondamentale della ricezione) battendo sulle loro direzioni di rincorsa, utilizzando battute corte, e tenere in considerazione la battuta verso le zone di conflitto (soprattutto se si tratta del conflitto tra i due schiacciatori), dando meno ritmo al lavoro del loro libero.
Inoltre sempre tramite studi e analisi numeriche di gioco chiamate scout o match analysis, possiamo considerare se c’è differenza, per ogni ricettore nel ricevere un servizio frontalmente o che provenga da una diagonale; se il giocatore in questione è più abile a ricevere sulla sua destra piuttosto che alla sinistra, o addirittura se collocato in una zona del campo piuttosto che un’altra riesca a mantenere comunque il suo standard massimo di positività ed efficienza. Tutto questo ci aiuta a capire dove, quando e come sia necessario utilizzare una battuta tattica e quando sia possibile rischiarne una veloce e potente.
Ad oggi, nell’alto e altissimo livello, le battute in salto possono superare di frequente i 100/110 km/h e sempre più spesso questa abilità costituisce un termine fondamentale nel reclutamento dei componenti del team che si sta allestendo. La potenza e la velocità espresse in questo fondamentale annullano quasi del tutto le abilità dei ricettori, e giocatori come Ivan Zaytsev, miglior battitore dell’Europeo del 2013, Cristian Savani e Gyorgy Grozer che riescono anche a servire oltre i 127km/h rappresentano sicuramente per le rispettive squadra una risorsa importante.
(fonte: Fondamentalmente Pallavolo)