Foto Gas Sales Piacenza Volley

Il saluto degli amici a Fox Fei: “Uno dei migliori di sempre”

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione

La conferenza stampa in cui ha dato l’addio al volley giocato è stata, per Alessandro Fei, anche l’occasione per vedere riuniti tanti compagni di squadra, avversari e allenatori che lo hanno accompagnato nell’arco di tutta la sua fantastica carriera. Tra questi naturalmente il suo attuale direttore generale a Piacenza, Hristo Zlatanov, protagonista anche di una simbolica investitura con la… consegna della giacca che sarà la sua divisa nel nuovo ruolo di team manager.

So cosa sta passando Fox – ha detto Zlatanov – e forse sono più emozionato di lui. L’ho conosciuto purtroppo da avversario e l’ho pagato caro sulla mia pelle, ho condiviso con lui il momento più importante per un atleta, le Olimpiadi, e ho apprezzato tantissimo il fatto di mettersi in discussione a una certa età sposando il nostro progetto in Serie A2. Ecco, ho apprezzato un po’ di meno quando mi ha battuto il record… ma tutto sommato il fatto che l’abbia battuto un amico è un po’ come condividerlo“.

La moglie di Fei, Stefania (presente con i suoi due figli Ettore e Olivia), è stata protagonista nell’organizzazione dell’evento: “Mi dispiace molto che Fox non abbia avuto l’ultimo giro di applausi che si sarebbe meritato, non per quello che ha vinto ma per il giocatore che è stato: non ha mai mancato di rispetto a nessuno, è sempre stato corretto e leale. Ci fa piacere però che gli sia stata data fiducia in un ruolo così inedito“.

https://www.facebook.com/gassalespiacenza/videos/2606335136294471/

Poi gli allenatori, dal primo all’ultimo: Gigi Schiavon ha raccontato come ha portato Fei a Padova. “L’avevo seguito in un paio di collegiali della nazionale Juniores e quando ho saputo che era ancora sul “mercato” ci ho provato. Sulle sue potenzialità di dubbi non ce n’erano: il problema è stato convincere la nonna, più ancora dei genitori, ma quando è venuta a Padova e ha visto che l’ambiente era buono si è arresa! L’altro scoglio era Sartorati che non aveva più soldi da investire. Per fortuna, quando andai a parlargli, con lui c’era anche Vladi Grbic che mi disse: se non lo compra la società, lo prendiamo io e te…

In quella nazionale Juniores il tecnico era Angelo Lorenzetti: “Quando siamo riusciti finalmente a convocarlo la stagione era già iniziata, non era ancora pronto, ma si vedeva che il giocatore c’era. Ricordo un episodio: io facevo sempre dei questionari per i giocatori e in uno di questi c’era la domanda: ‘Cosa vuol dire per te essere in nazionale?’. Fox rispose semplicemente: un posto dove ci stanno i più forti. Ecco, lui la sapeva già lunga a quell’età. Affrontarlo da avversario poi è stato facile: non c’era tanto da studiare, riuscivi a prenderlo solo se giocava male. Uno di quei giocatori fastidiosi, ma solo dal punto di vista tecnico e tattico, non agonistico o comportamentale“.

Con Daniele Bagnoli non tutto andò così liscio: “All’inizio non c’eravamo presi molto bene e abbiamo avuto anche qualche scontro pesante, ma negli anni mi ha fatto piacere vedere quanto sia maturato, in particolare dopo il matrimonio“. Un concetto condiviso anche da Andrea Gardini: “Quando l’ho conosciuto era un ragazzino con un carattere molto particolare, l’anno scorso ho ritrovato un uomo completamente diverso. Maturo, posato, attento, preciso ma con uno spirito sempre goliardico. Una trasformazione veramente importante. E poi c’è quella qualità che solo i grandi hanno: non aver mai bisogno di troppe informazioni e nozioni, trovare da soli il modo di risolvere i problemi“.

Meno ‘professionali’, com’è ovvio, i ricordi di chi l’ha conosciuto da collega. Come ad esempio Davide Tovo: “A Padova, quando ancora io ero il titolare e lui la riserva, durante un tie break interminabile Fox mi si avvicinò e mi chiese: ‘Anche se perdiamo, dopo andiamo lo stesso a ballare in discoteca?'”. E poi c’è Samuele Papi: “Alessandro è stato un grande giocatore, ma soprattutto una persona onesta e vera. Mi piaceva perché quando doveva dirti le cose te le diceva sempre in faccia“.

Con il ritiro di Fei Alberto Cisolla rimane l’ultimo baluardo di una grande generazione: “Se sto ancora giocando è colpa sua e di Papi… uno mi ha evitato di piegarmi sulle ginocchia in ricezione, l’altro mi ha tolto un sacco di lavoro in attacco, così ho preservato il mio fisico! L’aneddoto che ricordo è quella sera in cui una mia amica d’infanzia si avvicinò e mi chiese di presentarle quel ragazzo, che secondo lei aveva del talento anche fuori dal campo: è così che lui e Stefania si sono conosciuti“.

Andrea Giani ha conosciuto Fei in nazionale: “Nel 1998 eravamo a Fidenza, a fine allenamento si sedeva e incrociava le gambe. Il CT Bebeto girava per il campo infuriato: a 18 anni già si ferma!“. Ma qual è stato il vero ruolo di Fox? “Da centrale credo che a tutt’oggi sia uno dei migliori di sempre, uno degli attacchi più belli insieme a Gardini. Come opposto, quando ha messo su quella palla veloce ha fatto ancora molto bene“.

Di quelle prime maglie azzurre nel 1998 si ricorda molto bene anche Simone Rosalba: “Ai Mondiali eravamo in camera insieme, e quando abbiamo vinto praticamente non abbiamo festeggiato… per gli altri era la terza volta, era diventata quasi la normalità! Ce la siamo cavata con qualche birretta in camera. Di Fox posso dire che quando ho visto lui ho capito cos’era il talento, perché riusciva a fare cose incredibili con una facilità imbarazzante“.

Infine Luca Tencati, a lungo suo compagno di squadra: “Pur parlando poco, Fox si è sempre fatto rispettare. Mi ha aiutato tanto a Treviso tecnicamente, la metà dei muri che ho fatto li devo a lui, ma anche perché spesso mi si avvicinava nei momenti difficili con un consiglio o una parola di conforto. L’ha fatto tante volte e questo è il momento di ringraziarlo“.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI