Di Alessandro Garotta
I mixtape dei talenti della NCAA su YouTube sono un’arma a doppio taglio, e non sono innocui come potrebbe sembrare. Nulla sostituisce il lavoro degli scout che vanno a seguire le partite di persona, ma certe volte è comodo appoggiarsi a un video che raccoglie prove al posto tuo: se poi il successo è talmente vasto da diventare virale, le aspettative e le quotazioni di una giocatrice salgono al punto che ben presto può essere annoverata tra gli elementi più interessanti per il Team USA del futuro.
Chiedere per conferma a Morgan Hentz, che nella sua esperienza a Stanford ha catturato le attenzioni di tutti grazie ai suoi recuperi, spesso al limite del possibile, e vinto per tre volte consecutive il premio di libero dell’anno. Con un’intervista esclusiva andiamo alla scoperta di questo prospetto straordinario, che proverà a mettere tutti d’accordo anche nella sua prima avventura oltreoceano con il Dresdner SC.
Morgan, partiamo da due domande semplici. Come si è appassionata alla pallavolo e cosa rappresenta questo sport per lei?
“Ho iniziato a giocare attorno ai 9 anni, quando alcune mie amiche delle elementari mi hanno convinto a provare questo sport. Da lì non l’ho più lasciato ed è diventato un elemento davvero speciale della mia vita… mi ha dato la possibilità di conoscere tante nuove persone, visitare posti del mondo che non avrei mai visto prima, ma soprattutto mi ha aiutato a crescere e reso una persona migliore“.
La sua carriera NCAA è terminata da pochi mesi. Quali sono i momenti più belli della sua esperienza a Stanford?
“I titoli che ho vinto nei 4 anni a Stanford (n.d.r. nel 2016, 2018, 2019) sono stati traguardi eccezionali. Tuttavia, non dimenticherò mai i momenti spensierati condivisi con le mie compagne di squadra: essere circondata da persone così simpatiche e intelligenti ha portato davvero tanta gioia nella mia vita“.
Come valuta il suo percorso al college?
“Penso di essere cresciuta tanto e di aver imparato bene il significato di ‘growth mindset’, per cui si può sempre migliorare con il lavoro e l’esperienza. Da questo punto di vista, hanno avuto un ruolo importante anche lo staff e le compagne, che mi hanno aiutato a sviluppare il mio talento sostenendomi e motivandomi ogni giorno“.
Il suo motto è “If you don’t go, you don’t know“. Ma cosa significa, in particolare, per un libero?
“Quando ho sentito per la prima volta questa frase, l’ho trovata significativa e perciò ho cercato subito di farla mia. Si tratta di sforzarsi e buttarsi per salvare ogni pallone, anche quelli che sembrano impossibili; pensare che per prenderlo magari saranno necessari dieci, venti o cento tentativi, ma la volta successiva può essere quella buona, finché poi il gesto tecnico diventerà automatico“.
A Stanford ha giocato anche sulla sabbia. Cosa le piace di più del Beach Volley?
“Ho apprezzato moltissimo la mia esperienza di Beach Volley al college. È una disciplina diversa dalla pallavolo indoor, soprattutto perché si gioca solo in due e ogni giocatore deve allenare tutti i fondamentali: da libero trovo sempre divertente giocare in prima linea, attaccare e murare“.
È alla sua prima esperienza lontano dagli USA. Come mai ha scelto il Dresdner SC in Germania?
“Ho accettato la proposta del Dresdner perché è una squadra competitiva, che gioca in un campionato di ottimo livello. Dirigenti e membri dello staff sono estremamente competenti e sanno di cosa ha bisogno ogni giocatrice per farla rendere al meglio“.
Come sono stati i suoi primi giorni a Dresda? Come si trova?
“Sono già innamorata di Dresda. È una città meravigliosa, sono affascinata dalla sua bellezza e dalle tante possibilità che offre. Non vedo l’ora di esplorarla meglio, soprattutto nella zona del centro“.
Quali sono le sue aspettative per questa stagione?
“Non so esattamente cosa aspettarmi, ma cercherò di dare un contributo importante alla squadra per raggiungere i suoi obiettivi. Perciò ho intenzione di lavorare duramente, imparare il più possibile e fare uno step in avanti nel mio percorso di crescita. Cercherò anche di abituarmi a vivere in un nuovo contesto e conoscere meglio la cultura tedesca“.
Quali sono i suoi obiettivi e i suoi sogni per il futuro?
“Il mio unico sogno è di giocare, purché mi faccia sentire felice, al di là di ogni medaglia o titolo vinto“.