Di Redazione
C’è chi ha realizzato un video, chi si è espresso con un post su Facebook, chi si è limitato a sfogarsi in infinite chat di Whatsapp. Ma nessuno, nella pallavolo lombarda, è riuscito a tenersi dentro lo sconforto e la frustrazione dopo l’ordinanza della Regione che, inaspettatamente e all’improvviso, ha disposto un blocco totale delle attività dalla serie C in giù, allenamenti compresi. Sensazioni che si sono ulteriormente acuite quando è stato chiaro che su tutto il resto del territorio nazionale le cose sarebbero continuate come prima, nonostante l’ultimo DPCM sull’emergenza sanitaria.
C’è incredulità alla Pallavolo Gonzaga Giovani, storico club milanese con più di 700 tesserati: “Questo stop sta tagliando le gambe a tutte le società sportive – dice il direttore generale Mohamed Kharwb, che è anche primo allenatore della Serie B2 femminile -. L’80% dei nostri allenatori sono dei professionisti, fanno questo nella vita, e siamo costretti a dire a padri e madri di famiglia che purtroppo non li possiamo pagare a fine mese perché lo stop ci vedrà costretti a rimborsare alle ragazze le quote d’iscrizione. Il momento che stiamo attraversando in Lombardia sicuramente non è semplice, e parlo da operatore sanitario; avrei potuto comprendere l’annullamento delle competizioni, ma cancellare addirittura gli allenamenti mi sembra assurdo“.
“Ricevere l’ordinanza alle 23.30 passate di venerdì – continua Kharwb – ha paralizzato tutti creando anche molti problemi a livello organizzativo. La ASD Gonzaga è una società che ha investito per mettere in atto i protocolli diramati dalla Fipav spendendo 6000 euro tra materiale per la sanificazione, aumento degli impianti sportivi e delle ore, dato che non ci possono essere sovrapposizione di gruppi. Siamo arrabbiati e delusi, vediamo buttato via un lavoro di tre mesi, perché è da Giugno che stiamo lavorando per la riapertura“.
La Serie B2 continuerà però ad allenarsi: “Sì, ma come faremo con il coprifuoco regionale, se abbiamo la palestra dalle 20 alle 23? Siamo in grossa difficoltà. Inoltre le categorie regionali sono attrezzate quanto una Serie B per poter svolgere tutti gli allenamenti in sicurezza. Noi abbiamo anche due serie D femminile e maschile ferme, l’organizzazione però è la stessa dall’Under 12 alla Serie B a livello di attenzione. Non riusciamo a capire la differenza tra la categoria nazionale e una regionale o provinciale“.
“La nostra speranza – aggiunge il direttore sportivo William Taliento – è quella di poter riprendere almeno gli allenamenti quanto prima. Siamo infatti convinti che, utilizzando la massima attenzione, sia comunque possibile, attraverso l’attività sportiva, conservare un po’ di quella normalità che tanto ci è mancata negli ultimi mesi e che passare del tempo in palestra possa aiutare ad affrontare il durissimo momento che stiamo vivendo con un pizzico di spensieratezza in più“.
Il GSO Villa Cortese, dopo gli anni della Serie A1 femminile, oggi ha una prima squadra in C e un ottimo settore giovanile: il presidente Giorgio Barlocco è sceso in campo in prima persona con un video, pubblicato sui social network, per mostrare la sicurezza dei protocolli adottati all’interno delle palestre: “La cosa assurda è che blocchi lo sport, praticato in luoghi sicuri, ma lasci che i ragazzi vadano in giro senza sapere cosa fanno. Perché questo provvedimento? Non conosciamo i criteri di valutazione adottati, non si capiscono le intenzioni, non sappiamo se il 6 novembre sarà prorogato… Difficile capire cosa fare, anche perché ci sono Comuni che hanno già chiuso le palestre“.
A far tremare le società è soprattutto la possibilità di perdere del tutto la seconda stagione consecutiva: “Noi avevamo chiesto di lasciare aperte le palestre per fare almeno lavoro fisico – dice Roberta Valente, direttore sportivo della Net Volley Cinisello – e invece nulla. È davvero assurdo, tanti soldi investiti e tanta fatica per rispettare i protocolli, e in dieci minuti hanno bloccato tutto senza aver la più pallida idea di quello che facevamo in palestra! È il risultato qual è? Che molti genitori si spaventano e decidono di fermare definitivamente i figli per quest’anno“.
Lo stesso concetto lo esprime Tommaso Nalin, ds dell’Aspes Volley: “In questo momento siamo una delle tante realtà che rischia di dover, con indicibile dispiacere e infinita amarezza, bloccare definitivamente la propria attività. Crediamo fortemente e fermamente nel valore del nostro contributo sociale ed educativo e, pur consapevoli di non essere annoverati tra gli attori economicamente rilevanti, chiediamo rispetto per il nostro operato e per quello di tutte le altre associazioni che si impegnano, nel rispetto delle regole, in ambito sportivo e pretendiamo di non essere considerati, unitamente alle nostre atlete, semplicemente sacrificabili“.
Un po’ diversa la situazione dell’Amatori Atletica Orago, una delle società più titolate d’Italia a livello giovanile, che ha una Serie B1 composta interamente da giocatrici Under e può permettersi di continuare a portarne alcune in palestra: “Abbiamo un gruppo allargato a 20 giocatrici – spiega il presidente Angelo Gozzini – e cerchiamo di far ruotare le più giovani del 2006. Ma non è una novità, è quello che facciamo tutti gli anni“.
Anche Gozzini è fortemente critico con il provvedimento regionale: “Si è chiuso l’unico settore sicuro. E trovo ridicola questa differenza con le altre regioni. Anche perché, escludendo Milano, non è che la situazione sanitaria sia molto diversa dal resto d’Italia: anche qui a Varese i contagi sono aumentati ma sono ancora abbastanza gestibili, noi non abbiamo avuto nemmeno un caso di positività in squadra“. La preoccupazione, anche qui, è le continue sospensioni allontanino i giovani dalla pallavolo, forse definitivamente: “Diciamo che chi faceva volley per svago, più che per agonismo, sta rinunciando. So di società della zona che hanno già perso interi gruppi giovanili, in qualche caso anche 10 giocatori su 12“.
Fuori dal coro la Pro Patria Volley Milano, altra società storica in campo giovanile. Davide Grisafi, allenatore delle squadre Under 14 e Under 15, si schiera a favore della chiusura: “Credo che ci siamo imbattuti nuovamente in un periodo davvero complicato, e la salute di ognuno di noi deve essere messa al primo posto. Ogni forma d’eccesso che riguardi la pallavolo giovanile, per quanto mi riguarda, è insensata: ritengo giusto sospendere tutte le attività sportive e trasmettere alle atlete il giusto valore della riduzione del rischio di contagio in questo momento“.
Marco Campagnoli è l’allenatore dell’Under 13 Bracco Pro-VS78, nata dalla collaborazione con il Volley Segrate: “A settembre – racconta – sono partito per la nuova stagione fiducioso e pieno di speranza. Ma col passare del tempo mi sono reso conto che non saremmo andati avanti molto. Da almeno 15 giorni, con sempre più ragazze a casa e squadre in quarantena, l’idea di una stagione quantomeno ingestibile me l’ero fatta… qualcuno pensa davvero che avremmo potuto giocare partite, campionati, tornei, concentramenti come in una normale stagione?
Credo che lo stop, purtroppo, fosse inevitabile. Penso che se il 6 novembre potremo riprendere le attività dovremo considerarci molto fortunati. Lo spero vivamente! Certo la delusione è grande: ci siamo sbattuti per ripartire, abbiamo organizzato, pianificato, allenato… D’altra parte la palestra è la nostra vita. Lo abbiamo fatto in primis per le nostre ragazze, che se lo meritano per la passione che ci trasmettono, e saremo pronti a rifarlo non appena ci sarà data la possibilità. Questa è la nostra natura”.