Di Alessandro Garotta
Nel tourbillon che caratterizza il volley, spesso alcune giocatrici faticano ad alzare la mano e palesare la propria presenza. Adattamento, cambiamenti di vita radicali, età e chi più ne ha, più ne metta: fattori che rallentano il processo di inserimento in un determinato contesto, con il rischio che sia difficile lasciare il segno.
Non esistono, però, ostacoli insormontabili, ergo bisogna trovare la soluzione confacente alla valorizzazione del talento. Un passo indietro, per farne poi due verso il merito, può essere la via da seguire. Questa è la storia, probabilmente raccontata in maniera semplice e riduttiva, di Veronica Jones-Perry, per tutti “Roni”, ex schiacciatrice della Banca Valsabbina Millenium Brescia ora in Polonia al Grot Budowlani Lodz. Ecco la sua intervista ai microfoni di Volley NEWS.
Partiamo dalla sua avventura a Lodz. Cosa ne pensa della nuova squadra? E come si trova in Polonia?
“Finora la mia esperienza al Budowlani è stata davvero positiva. Ho trovato compagne determinate, grandi lavoratrici, che hanno voglia di crescere, e si è creata una grande sintonia tra di noi e lo staff. In generale, mi piace vivere in Polonia, anche se adesso non si può fare molto a causa del coronavirus“.
Quali sono le sue aspettative per questa stagione?
“Continuare a migliorare partita dopo partita, sia dal punto di vista individuale sia come squadra. Se ce la faremo, penso che potremmo toglierci grandi soddisfazioni“.
Un inizio di campionato in salita, poi è arrivata una serie di sette vittorie consecutive.
“Sebbene le prime partite non fossero andate come volevamo, sapevamo bene qual era il nostro potenziale. Quindi non ci siamo perse d’animo e abbiamo iniziato a lavorare ancora di più, focalizzandoci sulla nostra mentalità: adesso siamo squadra, siamo convinte di quello che facciamo e stiamo portando i frutti del lavoro“.
Quattro volte MVP in dieci partite: è contenta delle sue prestazioni?
“Innanzitutto, sto giocando in una nuova posizione (da opposto, n.d.r.). È sicuramente una grande sfida per me, ma finora sono soddisfatta e sicura che mi sta aiutando a crescere e ampliare il mio bagaglio di esperienza“.
È una stagione difficile per via dell’emergenza sanitaria. Com’è giocare a pallavolo ai tempi del coronavirus?
“L’esperienza di giocare durante la pandemia mi sta aprendo gli occhi sul fatto che nella vita non c’è nulla di scontato, e motivando a sfruttare ogni opportunità che ho di praticare lo sport che amo. Con questa mentalità è anche più facile accettare quei piccoli sacrifici a cui noi atleti siamo chiamati. Devo anche ammettere, però, che la grande incertezza di questo momento sta iniziando a diventare abbastanza estenuante“.
Facciamo un passo indietro. Come valuta la sua parentesi a Brescia dell’anno scorso? Ha raggiunto i suoi obiettivi in Italia?
“È stata caratterizzata da molti alti e bassi. Essendo la mia prima esperienza dopo il college, ho avuto modo di imparare tanto su me stessa e sulla pallavolo italiana, anche se non mi sono mai completamente ambientata e non sono riuscita ad esprimermi al meglio. Quindi direi di no, non ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissata, ma ho imparato diverse lezioni che si sono rivelate utili nelle esperienze successive“.
Qual è l’ostacolo più grande che ha trovato nel passaggio dalla NCAA alla pallavolo europea?
“La transizione non è stata assolutamente facile. In particolare, l’ostacolo principale è stato passare da un contesto in cui c’è grandissimo affiatamento fra le componenti di una stessa squadra ad uno di professioniste in cui lo spirito di gruppo non è considerato un elemento così fondamentale. Qui, in Europa, la prestazione del singolo viene prima di tutto e questa è un’enorme differenza rispetto al modo di pensare a cui ero abituata alla BYU (n.d.r. Brigham Young University). Perciò, continuo a considerare il successo del mio club come l’obiettivo principale da raggiungere, ma sto lavorando per trovare un equilibrio che possa garantirmi anche prestazioni di alto livello, una continua crescita e una lunga carriera“.
Quali sono i suoi sogni per il futuro? Le piacerebbe tornare a giocare nella Serie A1 italiana?
“Il mio sogno più grande è che potermi guardare indietro ed essere contenta di un percorso in cui ho dato tutta me stessa. Insomma, poter dire ‘sì, ho fatto del mio meglio’, al di là di dove giocherò“.