Di Redazione
Non si è mai nascosto e non ha mai fatto mistero della sua posizione durante questo periodo così particolare che sta avendo ripercussioni, ovviamente, anche sulla pallavolo. Stiamo parlando di Marco Bonitta, allenatore della Consar Ravenna, squadra che più di tutte ha risentito della pandemia con uno stop di 34 giorni dopo l’ultimo match giocato e con solamente sette partite all’attivo.
Il coach romagnolo è, da sempre, pro blocco delle retrocessioni, in quanto per lui si starebbe giocando un campionato falsato e lo riafferma nell’intervista odierna a cura di Enrico Spada per il Corriere di Romagna Rimini: “Il blocco delle retrocessioni è una proposta avanzata da diverse società, non solo Ravenna. Dobbiamo mettere mano sulle retrocessioni, noi a fine febbraio determiniamo la squadra che retrocede e fino a quel momento ci potranno essere ancora pause. Il campionato è falsato sotto l’aspetto sportivo e medico. Noi chiediamo a grandissima voce che vengano tolte le retrocessioni, che si allarghino i play-off a 12 e se qualcuno dall’A2 vorrà venire su, si farà un campionato a 13 o 14. In una situazione straordinaria bisogna adottare misure straordinarie, non possono valere le stesse regole di inizio anno. Le cose sono completamente cambiate. Alcune squadre hanno la fortuna di incontrare squadre non in forma. È il Covid a determinare la classifica, non credo che sia giusto. La maggioranza delle squadre penso che sia allineata“.
Il coach dei giallorossi, tira poi le somme su come la pensano le altre società. “Vibo Valentia non è d’accordo. Anche Milano, Piacenza e Modena non lo sono. Civitanova ha espresso una posizione intermedia, proponendo una retrocessione magari decisa a maggio. A quel punto magari tutte le squadre potrebbero essere tornate alla pari e dunque dare vita a un play-out. Noi pensiamo che togliere la regola delle retrocessione sarebbe la strada giusta e sarebbe anche un toccasana a livello finanziario. Non capiamo proprio certe posizioni: Vibo Valentia, in particolare, non conosce la vergogna. Gli interessi personali vengono messi sempre davanti. Io sapevo che non avremmo fatto una squadra per l’alta classifica, ma abbiamo avuto un atteggiamento di coerenza. Quando abbiamo capito che il Covid poteva incidere tantissimo abbiamo voluto bloccare le retrocessioni. Vibo Valentia è in SuperLega per il grande senso di appartenenza a una società storica e perla forza di un grande imprenditore come Pippo Callipo, però c’è stato un voto all’unanimità per riportare Vibo in SuperLega senza che ne avesse diritto, al di fuori delle regole e adesso sono loro a voler imporre le regole senza deroghe”.