Di Redazione
“Amicizia, rispetto, solidarietà, passione, condivisione e coraggio sono tutti termini che riconducono alla parola Anderlini. Quando trascorri tre quarti della tua vita in un determinato contesto è inevitabile che questo influisca in modo importante sulla tua crescita umana. Sicuramente la persona che sono oggi è frutto dei valori che ho trovato nella mia famiglia, ma anche nel mondo Scuola di Pallavolo, a cui sarò eternamente grato per questo. La mia scelta di intraprendere una nuova esperienza professionale non potrà in nessun modo cancellare il legame con le persone che rappresentano la S. di P. Anderlini.”
Con queste parole Marcello Galli saluta la Scuola di Pallavolo Anderlini per intraprendere una nuova esperienza di vita. Un pezzo da 90 della società che prima da giocatore, poi da allenatore e infine da dipendente, ha indossato per oltre 30 anni la “maglia con i pallini” (come la chiama lui) diventando la reincarnazione dei valori che la S. di P. si promette di trasmettere ogni giorno ai suoi moltissimi atleti.
Questa l”intervista della società emiliana:
“Sono entrato a far parte del mondo Scuola di Pallavolo un po’ per caso, all’età di 10 anni. – racconta Marcello – Marcello Belletti, allora mio compagno di classe e da lì inseparabile compagno di squadra in tutto il percorso giovanile, mi propose di provare a giocare a pallavolo nei centri di avviamento che frequentava lui. Così sono entrato per la prima volta alle Pisano, con l’eterna Barbara Bidinelli che muoveva i primi passi da istruttrice, e da lì ho iniziato il mio percorso. Tutti gli anni delle giovanili, le promozioni ma anche le salvezze sudate nei campionati di serie, mi hanno permesso di indossare da giocatore la maglietta ‘coi pallini’, così era chiamata tanti anni fa, per quasi quindici anni. La fortuna più grande che ho avuto è stata quella di avere come guida in palestra allenatori come Andrea Nannini, primo vero maestro per noi ragazzi che, un po’ indisciplinati, ci approcciavamo alla pallavolo; il Prof. Astolfi, che ha plasmato gruppi vincenti a immagine e somiglianza del suo atteggiamento; e Roberto Bicego, con cui, ancora giocatore ma più grandicello, ho avuto tante occasioni di confronto sul ruolo dell’allenatore e sulla gestione del gruppo, fondamentali per il percorso da allenatore che mi sarei poi apprestato ad intraprendere.”
E continua: “L’esordio in panchina è arrivato a 18 anni quando Carlo Longagnani, allora Dirigente della Scuola di Pallavolo, decise di cedere ai tormenti di due ragazzi che avevano il desiderio di allenare, e affidò a me e Paglia (Marco Paglialunga ) il gruppo Under 13. Negli anni successivi tante esperienze da vice-allenatore nei gruppi giovanili, perché la voglia di giocare prevaleva ancora sull’anima da allenatore. Il vero e proprio ‘salto’ avvenne all’età di 28 anni, quando decisi esclusivamente di allenare, ed anche in questo caso la fortuna mi ha dato la possibilità di affiancare uno degli allenatori più bravi del panorama italiano, Federico Di Toma. Con lui ho condiviso un argento alle Finali Nazionali di Loano e una promozione PalyOff per la Serie B1. Poi iniziò l’avventura da primo allenatore coi gruppi giovanili femminili della Scuola di Pallavolo, dall’Under 12 fino all’Under 16, per arrivare infine a ricoprire il ruolo di direttore tecnico nel settore femminile provinciale.”
I momenti più belli devono essere stati tanti, se dovessi citarne uno solo quale sceglieresti?
“I momenti sono davvero tanti, per cui la scelta non è per nulla semplice. Da giocatore dico il titolo provinciale Under 14 con Andrea Nannini, perché è stato in assoluto il primo titolo della Scuola di Pallavolo. Da allenatore ho sempre i brividi quando ricordo la vittoria a Ravenna in Final Four Regionale col gruppo Under 16, che ci diede anche il pass per l’accesso diretto alle Finali Nazionali che organizzavamo in casa. Un gruppo davvero straordinario, umanamente e sportivamente parlando.”
In tutti questi anni hai visto la Scuola di Pallavolo evolversi, in che cosa è migliorata rispetto alla sua origine e cosa invece ha mantenuto della sua identità?
“Ciò che salta agli occhi immediatamente, mettendo a confronto il 1990 ed oggi, è la differenza nel numero di persone coinvolte nel mondo Scuola di Pallavolo. Al tempo vi era una sola squadra giovanile maschile ed una femminile, un paio di dirigenti volontari, bravissimi e tuttofare, ed una manciata di allenatori. Oggi ci sono tantissimi ragazzi/e, allenatori e dirigenti, oltre che persone che fanno di questo mondo la propria professione. L’aspetto però che a mio avviso caratterizza tutti questi anni è la passione che chiunque, a qualsiasi livello, mette per il bene di questa società, unita alla percezione di appartenere ad una grande famiglia.”
(Fonte: comunicato stampa)