Di Stefano Benzi
La partita tra Olimpia Tipiesse Bergamo e Prisma Taranto si è appena conclusa con la vittoria dei padroni di casa per 3-1: gli animi sono tesi e c’è un po’ di nervosismo per via di diversi punti contestati. Taranto cade, dopo una terribile trasferta in pullman di quattordici ore che prelude a un ritorno a casa altrettanto pesante.
Vincenzo Di Pinto, tecnico di Taranto, non è contento: “La partita è stata condizionata da alcuni episodi che, soprattutto nel terzo set, ci hanno svantaggiato. Mi spiace, perché credo che alcune interpretazioni non siano state corrette e abbiano pesato moltissimo. Giocare in un palazzetto dello sport del genere, poi, è davvero un bel problema. Per la verità non so nemmeno come si faccia a giocare qui, non c’ero mai stato. L’ambiente è bello, è caldo, non dico di no: ma il soffitto è basso, lo spazio è poco. Sicuramente siamo stati penalizzati anche da questo”.
Il PalaPozzoni, impianto di Cisano Bergamasco che il Comune ha dedicato in esclusiva alla Agnelli Tipiesse, è una piccola struttura con due tribunette laterali segmentate in quadranti tutti uguali: ogni quadrante una sessantina di posti. In tutto circa settecento posti a sedere: soffitto basso, spazi ridotti. Ma a Gianluca Graziosi, tecnico della Agnelli Tipiesse Bergamo – ormai di casa a Cisano Bergamasco – piace così: “A tutti penso faccia piacere giocare in impianti grandi, belli e importanti. A Bergamo c’è una struttura fantastica, a Siena ero abituato a giocare in un palazzetto dello sport splendido. Ma qui non posso certo lamentarmi. Ci alleniamo qui tutti i giorni, questa è letteralmente casa nostra. Abbiamo tutto quello che ci serve. E anche se occorrerà un po’ di tempo per prendere le misure giuste, sono assolutamente convinto che il PalaPozzoni possa essere uno dei nostri punti di forza”.
A porte chiuse, senza pubblico, il frastuono è impressionante. All’interno di un fortino del genere basta la presenza di giocatori e qualche spettatore e addetto ai lavori o testimone a provocare un clima di forte agonismo. Nel finale concitatissimo sembra di giocare in una pentola a pressione: “Mi auguro che giocare qui possa diventare una difficoltà per tutti, mi piace l’idea – dice Graziosi – che questo sia il nostro fortino. Il palazzetto è stato omologato, e quindi sono felice che sia casa nostra. Così come noi dovremo adattarci in casa d’altri agli altri toccherà adattarsi qui. Per noi potrebbe diventare una caratteristica importante. Quanto al resto, sono sincero: l’unica cosa che mi dispiace è che a causa del lockdown questo impianto sia vuoto, senza pubblico. Sono molto curioso di vedere come sarà con 6-700 persone a fare il tifo per noi. Qualsiasi impianto per bello e grande che sia, vuoto, non ha alcun senso per me, l’unica arena che conta, è quella piena di gente, anche se è piccola”.