Di Stefano Benzi
Prima pagina del 2021 della nostra Hit Parade, la rubrica che cerca di inserire qualche suggerimento musicale con il pretesto di rileggere alcune delle notizie di volley più interessanti della settimana.
1) Anche il volley si vaccina
Arriva da Kfar Saba, impressionanti i dati che riguardano le vaccinazioni in Israele, la foto della prima giocatrice professionista di pallavolo che decide di sottoporsi al vaccino contro il Covid. Si tratta della brasiliana Nikolle Del Rio, in passato ad Aragona e Milano, che gioca nell’Hapoel. Per la verità questa è la prima notizia social di una certa importanza a riguardo. E come tale la registriamo, senza escludere che ci siano altre giocatrici che abbiano deciso di vaccinarsi e lo abbiano fatto in silenzio.
In rete a riguardo si sta leggendo di tutto, cose anche di una certa aggressività. Di fronte a questa notizia approfittiamo della nostra rubrica per aggiungere a questa ‘dose di speranza’, come l’ha definita la giocatrice, anche una dose di leggerezza. Ecco perché abbiniamo a questa notizia un classico degli anni ’80 che ha segnato un’intera generazione.
“I want a new drug” è il primo singolo di grandissimo successo scritto da Huey Lewis, autore che aveva scritto canzoni importanti per grandissimi interpreti, a cominciare da Tina Turner. Huey Lewis arriva alla fama molto tardi con la sua band, The News. E lancia questa canzone che parla di una nuova droga: “Una droga che non mi faccia stare male, che non mi faccia schiantare in macchina o che mi ingrassi come un barile. Una droga che non mi dia mal di testa, o che mi secchi la bocca. Che non mi faccia diventare gli occhi rossi e che non mi renda nervoso. Che non costi troppo, che non mi faccia stare sveglio di notte e dormire di giorno”.
La droga di cui parla Huey Lewis è l’amore. Il brano ebbe un enorme successo. Fu il primo jingle di Radio DeeJay e del suo spin-off televisivo, DeeJay Television: quel ritornello ha cambiato la vita di una intera generazione. E fu anche protagonista del più clamoroso caso di plagio mai riconosciuto da un tribunale: l’autore di “Ghostbusters”, Ray Parker Junior, fu costretto ad un accordo miliardario per evitare la causa perché la sua canzone risultò identica a “I want a new drug”. E dovette versare a Huey Lewis un sacco di soldi.
Ecco il video originale di “I want a new drug”
2) Andrea Anastasi e la gestione della rabbia
Abbiamo sempre avuto la fortuna di parlare con Andrea Anastasi in modo molto piacevole e divertente. Il tecnico è una bella persona, una compagnia piacevolissima. Fuori dal campo e dagli obblighi del protocollo legato a ruoli e partite, io cronista tu allenatore, è una delle poche persone con cui ci siamo divertiti a parlare anche di altro. Ma lo abbiamo visto arrabbiato: e come tutte le persone miti, che accumula forti pressioni e le deve in qualche modo gestire e sbollire, quando è arrabbiato Anastasi è uno da prendere con le molle.
L’allenatore del Verva Varsavia nella partita contro l’Aluron Zawiercie ha esagerato: ha insultato l’arbitro e un giocatore avversario, per altro in italiano ormai comprensibile un po’ ovunque. Poi ci ha pensato e ha chiesto scusa con un tweet nel quale ha scritto… “quando si esagera e si sbaglia si può solo chiedere scusa”. Sacrosanto, anche se non gli ha evitato quattro turni di squalifica e tremila euro di multa (anche se per il momento la pena è sospesa).
Evidentemente Anastasi non ha letto la nostra doppia guida per esorcizzare la rabbia. Il medoto con le canzoni cattive e quello con le canzoni buone. E in questo caso si merita una dose supplementare. Sappiamo che Anastasi ha raffinati gusti musicali e forse non conosce i Limp Bizkit. Glieli consigliamo quando si sente bollire il cervello.
Il cantante Fred Durst (cappellino rosso) e il chitarrista Wes Borland (quello che indossa una maschera inquietante nel video, ne ha sempre una) hanno vissuto per diversi anni un rapporto artisticamente molto conflittuale. O si picchiavano selvaggiamente, o si insultavano, o scrivevano splendidi brani crossover: come “Break Thing” che batte qualsiasi record in fatto di turpiloquio e dunque non possiamo tradurre letteralmente. La canzone racconta proprio di una simpatica riunione della band prima di comporre un brano: meeting che finisce in rissa. Anche se dopo la rissa scrivono questo brano che parla di “rompere cose”. Meglio, nel caso, spaccare una serie di oggetti in una stanza deserta.
Il video ufficiale di “Break Thing” dei Limp Bizkit
3) Padre contro figlio, dinastie e generazioni a confronto
Ormai non è una novità: i casi sono stati molteplici. Quello che ci è piaciuto di più riguarda il basket con i Meneghin, Dino e Andrea, padre e figlio, l’uno contro l’altro in campo. Nel calcio ci sono stati Dmitri e Pierpaolo Bisoli, Daniele e Bruno Conti. Paolo e Cesare Maldini, non avversari ma rispettivamente giocatore e CT della nazionale. Ultimamente abbiamo visto Zinedine Zidane prendere sottobraccio il figlio Enzo, per lungo tempo con lui al Real Madrid. Rivaldo e Rivaldinho hanno addirittura segnato un gol a testa nella stessa partita: seconda divisione brasiliana.
Nel volley abbiamo parlato spesso del rapporto tra Vyacheslav e Ivan Zaytsev, di Bernardo e Bruno Rezende, anche se le immagini di più sono quelle che raccontavamo tempo fa, dei cuccioli dei nostri giocatori che a fine partita giocano con papà e mamma nell’arena senza pubblico. Ci aveva fatto ridere Guidetti, che raccontava di dovere recitare le fiabe agli ordini della figlia, regista; così come la storia di Vladimir Grbic che in un delizioso video spiegava il suo pensiero sulla pallavolo alla figlia, che si sta affacciando al professionismo.
Domenica c’è un’altra bella sfida tra Perugia e Ravenna e dunque tra due generazioni di Recine: il padre, Stefano, direttore sportivo di Perugia, si è affrettato a dichiarare che sarebbe contento di vincere vedendo suo figlio Francesco, schiacciatore della Consar, giocare bene. Padri o figli, nipoti o cugini, quando si è in campo non si fanno sconti e non si regala a nessuno. Andrea e Dino Meneghin anni fa si affrontarono in campo a muso duro: per uscire abbracciati.
Ci sono tante canzoni che parlano del rapporto padri-figli, su tutte la leggendaria “Father and Son” di Cat Stevens. Il suggerimento che proponiamo è un po’ meno consueto. La versione di Will Smith di “Just the two of us”, brano di Grover Washington Junior (un altro figlio d’arte), è deliziosa. Un video in cui un padre famoso porta suo figlio a giocare negli studios dive sta girando un video e preparando lo show per il tour. E si scopre che il piccolo forse ha addirittura più talento del padre. A quale padre non piacerebbe che fosse così?
Il video della versione rap di “Just the two of us” portata al successo da Will Smith
Ed ecco la playlist su Spotify per riascoltare tutti i brani della nostra Hit Parade: