Di Alessandro Garotta
Che la Serie A2 femminile sia un campionato formativo, sotto l’aspetto tecnico e caratteriale, è risaputo. Torneo impegnativo, competitivo, che logora la mente ed il fisico per il raggiungimento dei propri obiettivi. Elementi, questi, che spesso possono convincere alcune giovani straniere a proseguire il proprio percorso di crescita nella cadetteria italiana.
Esempio lampante è Rachael Kramer, centrale statunitense classe 1998 che, dopo essersi fatta conoscere dagli addetti ai lavori a suon di muri e attacchi vincenti con le Florida Gators in NCAA, ha deciso di mettersi in gioco alla Megabox Vallefoglia. Scelta che si sta rivelando assolutamente giusta, dato che Kramer – che si è raccontata in esclusiva ai nostri microfoni – è tra le protagoniste della cavalcata verso l’A1 della squadra marchigiana.
Ci racconti qualcosa di lei. Chi è Rachael Kramer?
“Sono una grande lavoratrice, a cui piace comprendere le cose a un livello profondo. Amo capire più l’aspetto mentale della pallavolo rispetto che quello puramente atletico; lo trovo più interessante“.
Quando ha scoperto il suo talento per il volley? E come è diventata centrale?
“Gioco a pallavolo da quando avevo 9 anni, anche se all’inizio non ero una buona giocatrice. Anzi direi un po’ impacciata. Ho iniziato a migliorare tanto intorno ai 14 anni, quando il mio allenatore mi ha cambiato posizione in campo schierandomi come centrale. Pensava che lì sarei diventata una buona giocatrice. Con il tempo mi sono innamorata sempre di più di questo ruolo, perché attaccare dal centro è molto divertente“.
Quanto è stata importante la sua altezza (208 cm) per sfondare?
“L’altezza è stata importante soprattutto perché mi ha permesso di essere notata da un sacco di allenatori in NCAA. In generale, mi offre la possibilità di attaccare sopra al muro avversario, e questa è un’abilità che non si può insegnare“.
Come descriverebbe la sua esperienza con le Gators alla University of Florida?
“Giocare con le Gators è stata un’esperienza straordinaria: i migliori quattro anni della mia vita, in cui ho imparato tanto sulla pallavolo e sono cresciuta come giocatrice. Gli allenatori e le compagne di squadra hanno reso tutto molto piacevole e perciò penso che scegliere di andare a giocare in quel college è una cosa che rifarei sempre“.
È la sua prima stagione oltreoceano. Come mai ha scelto la Megabox Vallefoglia nella Serie A2 italiana?
“Ho scelto la Megabox perché volevo fortemente fare un’esperienza nel campionato italiano, dato che negli USA se ne sente parlare molto bene. Sono contenta di aver scelto il progetto di una società ambiziosa che vuole vincere e riportare la passione per la pallavolo nella zona di Pesaro. Quest’anno è stato difficile a causa della pandemia, quindi non ho potuto visitare l’Italia come mi sarebbe piaciuto, ma ci stanno pensando le mie compagne di squadra a rendere questa esperienza grandiosa. Non so davvero come farei senza di loro“.
Com’è stato il passaggio dalla NCAA alla pallavolo italiana? Qual è l’ostacolo più grande che ha trovato?
“La transizione è stata molto difficile per me, dal momento che lo scorso anno in America hanno chiuso le palestre a causa del Covid e non ho avuto la possibilità di giocare a pallavolo per diverso tempo. Perciò, il passaggio a una stagione professionistica completa è stato duro, soprattutto a livello fisico. Inoltre, in Italia ho imparato tanto sulla difesa e sul servizio, che al college non sono ritenuti così importanti per un centrale. Quindi, direi che il mio primo anno oltreoceano è un lungo processo di apprendimento“.
Come sta andando la stagione della Megabox?
“Penso che sia stata molto positiva finora. Sono orgogliosa della squadra e la sensazione è che ogni settimana miglioriamo grazie all’incessante lavoro in palestra. Più tempo passiamo a giocare insieme, più l’intesa cresce“.
Qual è l’obiettivo principale della sua squadra? E a livello personale?
“L’obiettivo della Megabox è di continuare ad esprimersi ad alti livelli. Vogliamo giocare al massimo delle nostre possibilità e vincere prima la Coppa Italia e poi il titolo di Serie A2. Se continuiamo a crescere ogni settimana, credo che possiamo arrivare in fondo ad entrambe le competizioni e centrare i nostri obiettivi. A livello personale, sto notando che quanto più tempo passo in palestra con la nostra palleggiatrice Martina (n.d.r. Balboni), tanto più migliora il mio colpo in attacco perché stiamo sviluppando un’ottima connessione e lavorando per eseguire schemi e giocate sempre nuove: sarà divertente vedere cosa riusciremo a fare nel prosieguo della stagione“.
Come trova la vita in Italia? Cosa le piace fare nel tempo libero?
“Lo stile di vita in Italia è molto diverso da quello americano, anche se mi piace veramente tanto. Nel tempo libero sto cercando di imparare l’italiano in modo da riuscire a comunicare meglio con tutte le mie compagne e comprendere ciò che viene detto in campo. Inoltre, mi piace leggere libri e trovare nuove serie da seguire su Netflix“.
Qual è il sogno per il prosieguo della sua carriera pallavolistica?
“Il mio sogno è di continuare a migliorare e vedere fin dove mi può portare la pallavolo“.