Di Redazione
Il suo ricordo è sempre legato ad una stagione gloriosa in quel di Ravenna, ma in Francia il suo nome è tra quelli che circolano nelle classifiche che contano, alla voce schiacciatori. Giacomo Raffaelli nella sua seconda stagione allo Stade Poitevin è diventato un punto di riferimento costante per la compagine francese che partita dopo partita, sta consolidando la possibilità di accedere ai play off di uno dei campionati europei più interessanti:
“Siamo all’ottavo posto a qualche lunghezza di distanza da Parigi e stiamo lottando con tutte le nostre forze per accedere ai play off. Abbiamo avuto qualche periodo complicato in trasferta, mentre in casa abbiamo tenuto una bella media punti. Ora è importante riuscire a imporci negli ultimi incontri anche fuori casa”.
Una squadra spumeggiante, questo Poitiers.
“Una squadra unita, un bello spogliatoio, armonico e nella quale si lavora molto bene. Alle vecchie conferme si sono aggiunti elementi nuovi come Pajenk e Ngapeth che hanno dato continuità a quell’impronta della squadra che già mi piaceva molto”.
Diciamo quindi che si è italianizzata.
“(ride, n.d.r.) Diciamo che, se l’anno scorso facevo fatica a parlare italiano, con loro due il dialogo è garantito. Mi trovo molto bene con entrambi, sono persone che dentro e fuori dal campo è piacevole avere intorno. E anche con loro Poitiers può coltivare il progetto di arrivare lontano nella seconda fase del campionato. Non dimentichiamo che abbiamo anche Atu Neves, un opposto brasiliano che farebbe benissimo in qualsiasi campionato, compresa la Superlega italiana”.
Voi la capolista Montpellier l’avete battuta poche settimane fa.
“Un’affermazione importante arrivata con una prestazione bellissima da parte di tutti. Se riuscissimo a tenere quel ritmo e quel gioco, sono certo che negli eventuali play off sarebbe dura giocare contro Poitiers”.
Intanto avete vinto la Coppa di Francia.
“Sì! Ci sono poche foto con la Coppa in giro, perché in realtà la semifinale e la finale non siamo riusciti a giocarle per la pandemia. La semifinale contro Tolosa è stata vinta per casi di Covid-19. La finale contro Tours non è stata giocata per volontà della squadra avversaria. Ma il titolo Poitiers l’ha conquistato!”.
È vero come diceva qualche mese fa, che il campionato francese sta trovando una sua affermazione?
“Secondo me l’aveva già. È interessante, basta pensare alla rosa di molte delle squadre con cui giochiamo. Io sono felice di giocare in questo campionato, in primis perché volevo stare in campo e costruire un gioco che non avrei avuto la possibilità di costruire se avessi scelto di fare il terzo in qualche altra compagine. In più penso che crescere in questo campionato sia una grande opportunità per un giovane”.
Alla nazionale non mi dica che non ci pensa. Ma, secondo lei, in Italia si guarda davvero oltre confine in Italia?
“Credo di sì. Forse un occhio di attenzione in più non guasterebbe. Forse vige la legge che più giocatori italiani militano in un campionato straniero e più il campionato è oggetto di attenzione. Ma credo che tra Russia, Polonia, Francia la soglia di attenzione rimarrà sempre alta”.