Di Roberto Zucca
Il roseto di Francesco Recine è sbocciato. Con una sola certezza: che il fiore nato dal gioco dello schiacciatore classe 1999 è vivo e ha i colori di chi, alla sua età, punta ad arrivare in alto. Conclusa la stagione della Consar Ravenna, nella quale ha dimostrato di avere un enorme potenziale, Francesco si gode i primi giorni di libertà in attesa di nuovi progetti:
“È stata una stagione molto positiva, nella quale ho avuto modo di misurarmi con la Superlega e sono riuscito a giocare con una buona continuità. Ho avuto grande appoggio da parte di Marco, che sui giovani ha costruito la stagione di Ravenna, dandomi dei buoni consigli oltre a una bella iniezione di fiducia“.
Si respirava un bel clima alla Consar quest’anno, dica la verità.
“Sì, con il gruppo si è creato affiatamento sin dal primo giorno. La pandemia ci ha dato l’opportunità di viverci di più e di trovarci anche al di fuori del campo, in serate molto semplici fatte di casa e chiacchiere. Conoscerci meglio ha fatto nascere un clima in cui il sostegno tra di noi è stata la prima cosa che ognuno ha provato sulla propria pelle“.
A 22 anni in Superlega. Dicono che lei sia molto ambizioso.
“Sono uno che lavora e ha ben chiaro dove vorrebbe arrivare. Mettiamola così“.
Un suo amico di infanzia, Davide Gardini, vive in queste settimane un grande momento nel campionato NCAA. Mi dica se ha mai pensato ad una scelta simile?
“Davide è come un fratello. Siamo cresciuti assieme e sono molto felice di leggere che negli Stati Uniti sta facendo un bel percorso. Credo che la sua decisione di andare in America sia anche dettata da ragioni di studio. Su questo abbiamo fatto scelte diverse e io ho optato per giocare in Italia. All’estero posso sempre pensarci negli anni futuri. Ma faccio davvero il tifo per lui perché è bravissimo“.
In questi giorni invece si è fatto il suo nome tra le grandi trattative di mercato. È una cosa che la spaventa o la responsabilizza?
“Mi responsabilizza. Non vado sicuramente a cercare il mio nome ogni giorno sui siti di volley, ma è naturale leggere qualcosa che scrivono sul mio conto. Non provo paura, per il semplice fatto che se un atleta riceve l’interesse di qualche squadra è il sintomo del fatto che nella stagione precedente ha fatto un buon lavoro, dimostrando in campo il suo valore“.
È arrivato ad una decisione, Recine?
“(ride, n.d.r.) No, ancora è presto. Sto riflettendo sul futuro in queste settimane. Penso che debbano essere scelte calmierate“.
Mi dica cosa le ha consigliato papà Stefano?
“Di seguire il mio cuore“.