Di Alessandro Garotta
Fare un figlio o proseguire la carriera? Questo interrogativo, che all’apparenza sembra un crocevia, si presenta – presto o tardi – nell’arco della vita di molte atlete. Questa domanda conduce spesso le sportive agoniste a un bivio tra maternità e competizioni, una svolta decisiva unidirezionale che non prevede la compresenza di entrambe le dimensioni. E che può comportare anche discriminazioni e ingiustizie, come è emerso chiaramente anche dal recente caso di Lara Lugli, che ha suscitato clamore e dibattiti in tutto il mondo.
Tuttavia, nonostante le complicazioni e i vari ostacoli che una gravidanza si porta dietro, sono diverse le testimonianze di atlete che riescono a conciliare la carriera sportiva con la vita da mamma. Ne è un esempio l’olimpionica brasiliana Sheilla Castro, che dopo la nascita delle sue gemelle Ninna e Liz è tornata con successo in campo – l’ultima esperienza in ordine di tempo nel campionato professionistico USA di Athletes Unlimited – e ora punta alla quarta Olimpiade della sua carriera. Ecco la sua intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS.
Sheilla, come si concilia il ruolo di mamma con i ritmi serrati della vita di una pallavolista?
“Non è facile conciliare questi ruoli, ma per fortuna c’è mio marito che mi aiuta: così riesco a dedicare del tempo anche alla pallavolo. Essere una mamma atleta è bellissimo, mi rende felice ed è per questo che continuerò a giocare“.
Come ha vissuto la gravidanza delle sue gemelle?
“Quella di Ninna e Liz è stata una gravidanza molto tranquilla, senza alcun problema. Era da tempo che cercavamo di avere figli… In precedenza, ne avevo avuta un’altra che purtroppo è stata difficile e non sono riuscita a portarla a termine“.
Quali ragioni l’hanno spinta a tornare in campo dopo la maternità e uno stop complessivo di 30 mesi?
“Quando sono tornata a giocare nel 2019, mi ero posta come obiettivo le Olimpiadi di Tokyo; avevo parlato a lungo con Zé Roberto e Fabiana, prima di prendere questa decisione. Tuttavia, dopo la pandemia, la rassegna olimpica è stata posticipata e non sapevo se sarei tornata in nazionale. Alla fine, però, eccomi qua a provare ad andare alla mia quarta Olimpiade“.
Qualche settimana fa ha pubblicato su Instagram una foto con i suoi ori olimpici. Sembra chiaro il suo obiettivo…
“Credo che gli stimoli per le Olimpiadi vengano da sé. Sto facendo la mia rincorsa e spero di riuscire a coronare di nuovo il sogno a cinque cerchi. Sicuramente, se verrò scelta per andare a Tokyo, punterò a vincere l’oro… un’altra medaglia d’oro (ride, n.d.r.). In fondo, è l’obiettivo di tutti coloro che partecipano“.
Il caso di Lara Lugli ha riportato al centro del dibattito il tema delle atlete in gravidanza e dei loro diritti. Cosa ne pensa di questa tematica?
“Il sogno di gran parte delle donne è di diventare mamme – vale anche per le atlete. Queste, però, a volte non se la sentono per il rischio di perdere il proprio contratto e rimanere senza stipendio. Spero che cambi la visione su questi temi e che Lara Lugli possa vincere la sua ‘battaglia’. Qui, in Brasile, si è verificato un caso simile con Tandara. Il club in cui giocava, quando è rimasta incinta, le aveva rescisso il contratto; ma, tre anni dopo, è riuscita a vincere la causa ed è stato un momento importante per tutte noi atlete“.
La lega professionistica statunitense di Athletes Unlimited, dove ha giocato quest’anno, ha introdotto una policy sulla gravidanza nei contratti delle atlete. È la strada da percorrere?
“Athletes Unlimited ha uno sguardo proiettato al futuro. Questa policy è un passo in avanti e dovrebbe essere introdotta nei contratti di tutte le giocatrici, indipendentemente da dove giocano“.
Come è andata la sua esperienza negli USA? Perché ha scelto di intraprendere questa sfida?
“È stata un’esperienza molto positiva. Gli USA sono da sempre sinonimo di sport e la lega di Athletes Unlimited può aiutare a portare i riflettori sulla pallavolo anche in America. Sono contenta di aver contribuito con la mia presenza alla crescita e alla valorizzazione di questo modello. Ora è già in programma la seconda stagione“.
Con la sua partecipazione al campionato di Athletes Unlimited ha appoggiato &Mother. Di cosa si tratta e cosa significa per lei il loro motto #DreamMaternity?
“&Mother è un’associazione dedicata alle atlete che vogliono diventare mamme, rompendo tutte quelle barriere che limitano le loro scelte. Deve passare il messaggio che la maternità non preclude la possibilità di portare avanti la propria carriera, anzi le mamme atlete hanno una marcia in più: insomma, si può essere felici sia dal punto di vista personale sia da quello professionale“.
Quali sono i suoi piani per il futuro?
“Tra un po’ si saprà di più… Per adesso posso soltanto dire che ho ancora tanto da dare alla pallavolo“.