Di Roberto Zucca
Ritrovarlo dopo poche settimane nelle vesti di tecnico della Germania è un’occasione per compiere con Andrea Giani un viaggio più ampio nel tempo passato, presente e futuro. Il presente vede Andrea poco fuori Berlino, impegnato a preparare con la sua nazionale questa nuova e pre-olimpica VNL che prenderà il via il 28 maggio a Rimini:
“Sarà una bella occasione per noi per giocare ogni partita come fosse una finale. È una buona prova in vista della preparazione all’Europeo. Incontreremo le migliori squadre del mondo e avremo la possibilità di capire a che punto del nostro percorso di squadra siamo arrivati“.
Tornerà in Italia. Che VNL sarà, Giani?
“Rivista, diversa. Soprattutto nei protocolli per la sicurezza e nel rispetto di tutte le normative anti-Covid. Lo sport si deve ancora riprendere, anche perché arriva da un momento storico in cui ha dovuto fare a meno di tante cose. In primis il pubblico“.
Penso a Modena. Molti suoi atleti mi hanno parlato del silenzio di un palazzetto conosciuto per essere una vera bolgia di entusiasmo.
“Le dico che la sensazione era che la cosa più difficile non fosse affrontare tutto il contesto, tutto il pre-gara. Era il momento in cui si arrivava nei vari palazzetti, che è il momento in cui hai la consapevolezza che sta iniziando tutto. Modena è davvero un posto che ti crea dipendenza quando entri a contatto col pubblico, e quando ci entri da avversario, devi pensare solo a non deconcentrarti. Quest’anno è capitato esattamente il contrario“.
Me lo descriva.
“Tutti quegli elementi che contraddistinguevano una gara ufficiale non esistevano più. Scambiavi una partita dei play off per un’amichevole a porte chiuse. Non so se le è capitato di vedere anche le azioni più avvincenti di quest’anno. Erano azioni che duravano forse la metà dello standard a cui eravamo abituati. Mancava quell’entusiasmo di chi pagava il biglietto e ti incitava a superare i tuoi limiti“.
Personalmente mi ha turbato il rumore del pallone. Che in tv non si era mai percepito e invece era l’unico rumore a disposizione.
“Ecco, può immaginare chi si trovava al palazzetto. È stata una sensazione inedita da provare in una competizione come il campionato, o le Coppe“.
Mi dica qualcosa della nuova Modena.
“Una squadra ambiziosa, la stiamo allestendo quindi non posso dire di più“.
Qualcuno è già stato annunciato. Che sensazione le passa per la testa quando legge certi nomi?
“Sicuramente soddisfazione di poter allenare questi giocatori“.
L’Italia a Tokyo. Lei crede alla leggenda della squadra non favorita?
“No, perché non c’è una squadra favorita. Sarà una competizione molto equilibrata, nella quale chi avrà i nervi ben saldi riuscirà ad avere la meglio sulla squadra avversaria. Sarà una lotta all’ultimo punto. E l’Italia ha la possibilità di fare bene“.
Lo scorso anno ha tagliato il traguardo dei 50 anni. Le posso chiedere come si vede oggi da fuori Andrea Giani?
“Come una persona molto diversa rispetto a quando ero un giocatore. Ma è naturale fare un percorso di vita e cambiare. Ho sempre delle responsabilità, in un ruolo diverso. Su una cosa mi sento di non essere cambiato, ovvero sentire quel fuoco, quella passione per questo sport che nessuna cosa al mondo potrebbe togliermi di dosso“.
Qualche giorno fa il suo spot del Maxicono ha toccato il milione di visualizzazioni su YouTube.
“Ah sì? È sempre bello rievocare quei tempi. La pallavolo era molto sentita a livello mediatico ed era un momento in cui in Italia era uno sport sicuramente più considerato anche a livello giornalistico. C’era una magia diversa, lo devo dire“.
Se qualche imprenditore dovesse riproporle un reboot della pubblicità, molto di moda adesso, lo rifarebbe?
“(ride, n.d.r.) Ma sì! Forse dovrebbero cambiare i ruoli in campo, ma perché no?“.