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L’allarme della Fipav Abruzzo Sud-Est: “Lo sport di base è in ginocchio”

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Di Redazione

Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi!“: così esordisce Mattia Di Gregorio, presidente del Comitato Territoriale Abruzzo Sud-Est della Federazione Italiana Pallavolo, nella sua lettera aperta indirizzata agli amministratori pubblici, al CONI e a tutti i cittadini, oltre che agli organi di informazione. Un documento che costituisce un appello alle istituzioni affinché intervengano per garantire l’accesso agli impianti sportivi, troppo spesso ancora preclusi all’utilizzo da parte delle società di base, malgrado la riapertura concessa (sulla carta) dalle norme governative.

ll mondo dello sport – prosegue la lettera – ci insegna proprio questo: ci insegna a rispettare le regole e, con l’aiuto degli altri e con la ‘forza della squadra’, a non arrenderci di fronte alle difficoltà e a trovare sempre la forza di rialzarci. Oggi, però, devo purtroppo constatare che ‘qualcuno’ ha deciso che non possiamo rialzarci, che dobbiamo restare in ginocchio, a terra.

Le associazioni sportive si sono organizzate, hanno affrontato costi importanti, hanno rispettato tutte le normative in vigore adeguandosi all’incertezza dei numerosissimi cambiamenti, hanno rispettato i protocolli delle Federazioni Sportive che, come nel caso della Federazione Italiana Pallavolo, sono anche più rigorosi di quelli statali. Hanno condiviso un percorso di ripresa dell’attività con i genitori, nonostante le mille difficoltà, poiché tutti hanno ben presente quanto sia importante lo sport (e soprattutto lo sport di base!) nelle dinamiche socio-economiche di una nazione. Questo, purtroppo, non è stato sufficiente poiché ad oggi, a 15 mesi dall’inizio della pandemia e nel momento in cui in Italia si programmano le aperture delle discoteche e le vacanze estive, tanti (troppi!) atleti sono letteralmente per strada poiché gli si impedisce, di fatto, di accedere agli impianti sportivi.

(…) La Provincia di Pescara e la Provincia di Chieti, di fatto, impediscono ancora oggi l’accesso delle associazioni negli impianti provinciali. La prima, nonostante le numerose richieste del mondo sportivo, ha completamente vietato l’utilizzo delle palestre. Tutto chiuso. La Provincia di Chieti, invece, ha “solo formalmente” consentito l’uso degli impianti poiché ha deliberato (un unicum in tal senso!) che ogni associazione sottoscriva un atto unilaterale d’obbligo con la quale si impegna, tra le altre cose, a provvedere alla pulizia e sanificazione degli impianti, al termine di ogni utilizzo, mediante una ditta specializzata che rilasci ogni volta una certificazione di avvenuta sanificazione.

È evidente che una tale richiesta, non prevista da alcuna norma di legge, metta di fatto le associazione nella condizione di non poter accedere agli impianti, non potendo neanche immaginare di sopportare una spesa così importante, soprattutto in un momento storico in cui le casse della associazioni sportive sono vuote. A ciò si aggiunga che la Provincia chiede alle associazioni qualcosa che, al contrario, non si impegna a fare; gli impianti scolastici, in orario antimeridiano, sono ovviamente utilizzati dagli alunni: la scuola, o la Provincia, non rilasceranno alcuna certificazione di avvenuta sanificazione alle associazioni che eventualmente lo utilizzassero nel pomeriggio.

Per fortuna che, in questo contesto così drammatico, sono intervenuti i Comuni che, da sempre più vicini ai cittadini, si sono adoperati per cercare di ovviare al problema mettendo a disposizione gli impianti comunali e le palestre scolastiche comunali. Senza far torto a nessuno, cito positivamente i casi dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Francavilla (semplicemente per numerosità della popolazione) che, sin da subito, si sono messi all’opera per fornire soluzioni concrete e hanno consentito l’uso degli impianti addirittura provvedendo a proprie spese alla sanificazione o eliminando temporaneamente i canoni d’uso. Sempre senza far torto a nessuno (e sempre per numerosità della popolazione), devo constatare al contrario che in altri casi, come ad esempio nel Comune di Chieti e di Lanciano, è tutto ancora fermo.

(…) Mi chiedo quanto tempo ancora il mondo dello sport di base debba attendere per avere delle risposte. Mi chiedo se nella prossima stagione, che le associazioni devono ovviamente programmare sin d’ora, saranno ancora nella stessa condizione o potranno sollevare le ginocchia da terra e gli sarà consentito rialzarsi, proprio come lo sport insegna. Amministrare è il compito più difficile che esista, e spesso le decisioni sono criticate. Scegliere di non decidere o decidere cose impossibili e non realizzabili, però, non equivale ad amministrare“.

Con l’auspicio – conclude Di Gregorio – che questo ennesimo grido d’allarme dello sport di base, e di tutte le sue implicazioni sociali ed economiche, sia finalmente ascoltato, ci mettiamo a disposizione per prendere parte ad ogni iniziativa con chi voglia combattere questa battaglia al nostro fianco“.

(fonte: Comunicato stampa)

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