Di Eugenio Peralta
Dall’ultima palla alzata in una partita vera erano passati più di due anni, ma il tempo per Francesca Ferretti sembra essersi fermato. A 37 anni l’ex palleggiatrice azzurra è tornata in campo e ha ricominciato subito a fare la cosa che le riesce meglio: vincere. La conquista della promozione in serie B1, un traguardo tutt’altro che scontato per l’OSGB Volley Campagnola, non sarà il successo più prestigioso nella carriera della campionessa reggiana ma è senza dubbio uno dei più sentiti, anche per tutto quello che lo ha preceduto. A raccontarcelo è la stessa regista:
“È stato un anno davvero molto anomalo, in cui si è giocato sempre con l’ansia di tamponi, controlli e possibili stop. Arrivare in fondo è stata già una bella impresa. Poi sicuramente il risultato ottenuto è una bella soddisfazione, perché è arrivato con un bel gruppo, che per di più ha dovuto mettersi alla prova dal punto di vista mentale: c’era sempre qualche intoppo, non si riusciva mai a chiudere una settimana senza problemi, e tenere alta la concentrazione è stata una gran fatica. Non a caso, appena caduta l’ultima palla, siamo crollate!“.
Come si è trovata una campionessa europea e pluriscudettata in una categoria così diversa dalla serie A?
“Io sono arrivata all’OSGB come una delle tante, non mi sono mai posta come una giocatrice di un’altra categoria, ma l’ho fatto perché questo è il mio carattere. Mi sono subito immedesimata nelle altre, anche perché alcune di loro le conosco bene. È chiaro che qui c’è un ambiente più familiare rispetto alla serie A: il nostro gruppo era molto eterogeneo, ma mi sono trovata bene a parlare con tutte, comprese le più giovani, che sono molto più spigliate di come eravamo noi alla loro età! Chiaro che, con gli impegni familiari e un figlio di cui prendermi cura, ho dovuto fare una programmazione particolare per incastrare tutto. Ma ne è valsa la pena, è stato anche un modo per ‘staccare’ dalla pandemia e per tornare in quello che considero sempre il mio ambiente“.
A prima vista sembrerebbe una passeggiata fare la differenza in B2 per l’ex palleggiatrice della nazionale…
“E invece non è affatto scontato, bisogna adeguarsi al ritmo e alle caratteristiche di questo campionato, che molte giocatrici conoscono da anni. Certo, è una pallavolo più lenta, però anche molto faticosa. In genere non hai l’attaccante che può farti la differenza da solo, ma la spunta chi ha il gruppo più forte: è una categoria di lottatrici. Quantomeno, per fortuna, quest’anno abbiamo avuto poche trasferte“.
La cosa che l’ha colpita di più nella nuova categoria?
“I derby! Non li avevo mai vissuti, e invece sono sentitissimi… In questa stagione ne avevamo ben 4 e si cominciava a parlarne fin dal lunedì prima della partita. Immagino cosa sarebbe successo se ci fosse stato il pubblico“.
Domanda inevitabile: adesso che la promozione è cosa fatta, pensa di continuare in B1?
“Mi sono presa un po’ di tempo per decidere. In parte perché ho bisogno di staccare dopo un anno molto tosto, ma soprattutto perché voglio capire cosa fare da grande! In questo momento è la mia priorità, e non è facile, perché dopo tanti anni vissuti in questo mondo bisogna reinventarsi. C’è da dire che questa stagione per me è iniziata solo a febbraio, cominciare dall’inizio sarebbe molto più impegnativo e devo valutare bene“.
Cambiamo completamente argomento: cosa ne pensa delle prestazioni della nazionale alla VNL?
“Credo che sia andata bene. Era molto importante per queste giocatrici cimentarsi in partite che non fossero i classici impegni di campionato; gara dopo gara direi che hanno rotto il ghiaccio e mi sono piaciute. C’è stato spazio per tutte e si porteranno dietro un bel bagaglio di esperienza. Per quanto riguarda il gruppo olimpico, lasciarlo fuori è stata una scelta mirata al risparmio di energie: ci può stare, vista la durezza della competizione, e infatti non siamo stati gli unici a farla. Di positivo c’è che vedo un gruppo davvero molto unito“.
Da ex azzurra, come giudica la scelta di cambiare capitano, preferendo Sylla a Chirichella?
“Posso dire che Cristina è stata molto intelligente ad accettare la decisione del CT e a non commentarla. Per lei non dev’essere stato semplice. Capisco che Mazzanti abbia voluto mettere sullo stesso piano le 4 centrali, abbiamo tante giocatrici in quel ruolo e tutte di alto livello. Sono scelte difficili, ma tra persone intelligenti ci si parla e si trova sempre una soluzione“.